Generazione neet: cresce il numero di giovani che non studia e non lavora

neetestoSono molto preoccupanti i numeri delle stime fatte dal Theme Group Youth e dal Cnel riguardo l’occupazione giovanile. Il primo organismo si è occupato delle percentuali in Europa, mentre il secondo ha stilato un rapporto sul mercato del lavoro in territorio italiano relativo all’ultimo anno.
Vengono appellati come Neet, ossia not in education, employment or training, i giovani che non studiano e non lavorano; una delle priorità dell’UE 2020 è proprio quella riguardante il Neet Group e mira a risanare la triste condizione di questi giovani.Affinchè ci si rendesse conto dell’esatta situazione, il Theme Group Youth ha stilato un rapporto, relativamente agli anni 2008-2010, proprio sui giovani inoccupati dell’UE tra i 16 e i 25 anni, e ha elaborato un grafico con le percentuali dei neet presenti in ciascuno stato membro.

Il paese col numero più basso di neet è l‘Olanda: nello stato dei tulipani i giovani inoccupati non sono neanche il 5%; la Germania invece si ferma circa all’8%; 11% circa per Polonia, Belgio, Malta e Cipro, anche se in quest’ultima la crescita dei giovani inoccupati nell’ultimo anno è stata del 3%. I francesi neet sono invece il 13,5% circa, mentre il primato per l’incremento di inoccupati dal 2008 al 2010 spetta all’Estonia: si è passati dal 10% del 2008 al 17% nel2010. I paesi con più neet? La Spagna col 21% e laBulgaria col 22%. In questo rapporto l’Italia si ferma al 19%, con un incremento del 4% tra il 2008 e il 2010.

Il Cneel invece, nel suo rapporto sul mercato del lavoro in territorio italiano, ha stimato che prima della crisi la percentuale dei neet nel nostro paese si aggirava intorno al 16% nei giovani tra i 16 e i 24 anni, mentre tra quelli in un’età compresa fra i 25 e i 30 anni era del 24%. Col la soppravvenuta crisi economica queste percentuali sono decisamente cresciute, passando al 19% nel primo gruppo e al 28,8% nel secondo.

Cresce inoltre in Italia il fenomeno dell’overeducation, ossia il numero dei giovani laureati che, a causa della crisi, accettano mansioni per le quali il loro titolo di studio non è necessario.

C’è tra di voi qualche neet o qualche overeducated? Pensate che la colpa sia solo delle istituzioni che non forniscono ai giovani delle concrete possibilità oppure i ragazzi spesso sono affetti da pigrizia? A voi la parola!

Sono molto preoccupanti i numeri delle stime fatte dal Theme Group Youth e dal Cnel riguardo…

di Valentina Vacca


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