Palermo sarà la capitale del movimento lgbt italiano per il Gay Pride più a sud d’Italia e più a sud d’Europa. Il 22 giugno sono attese oltre centomila persone in arrivo da tutto il Paese e dal resto d’Europa. E il Sindaco e la sua giunta si preparano ad accoglierle con una serie di servizi gay friendly come tutte le capitali europee: dalla card per bus e musei agli sconti per gli alberghi. Un indotto che il sindaco Leoluca Orlando stima «intorno al milione di euro». «Palermo – dice il sindaco – è un mosaico con tessere diverse e l’ unica cornice che merita è quella del rispetto della libertà di tutti e di ciascuno. Episodi come quello dei gay insultati in banca sono legati ai singoli individui e non possono sfregiare un’ intera città». Per finanziare il Pride al momento sono arrivati diecimila euro dal Comune e cinque da Confindustria Sicilia. Altri fondi sono attesi dalla Regione che ha già dato il suo patrocinio come l’ ambasciata degli Stati Uniti in Italia e il Coni. In tutto questo, non poteva non mancare anche il coinvolgimento della giunta comunale di Palermo, che ha approvato il registro delle unioni civili che adesso passerà al voto del Consiglio comunale rilanciando in occasione del Pride il tema del matrimonio omosessuale.Naturamente, l’opinione di disapprovazione per l’iniziativa, di notiziecristiane.com, sul Gay Pride a Palermo è chiara, precisa, ed era già stata espressa in un’altra news con lo stesso tema in questione, ma quello che più ci fa’ sobbalzare dalla sedia è l’estremo interesse da cristiano e credente del Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che mostra per l’organizzazione degli eventi Gay di Giugno a Palermo. Il Pride, infatti, non sarà soltanto la parata del 22 giugno ma si svilupperà in dieci giorni di Pride village ai Cantieri culturali della Zisa, dal 14 al 23 giugno. Previsti spettacoli di musica e teatro, proiezioni di film, mostre e spazi riservati ai bambini. Fra le anticipazioni, un’ esposizione fotografica di Ferdinando Scianna e una “Medea” di Emma Dante, regista fra i testimonial della manifestazione insieme a Eva Riccobono, Maria Grazia Cucinotta, Youma Diakite, Isabella Ragonese, Vladimir Luxuria e Leo Gullotta.
Noi di notiziecristiane.com comprendiamo bene che gli artisti che tra qualche mese danno il loro contributo all’evento non accettano e non accetteranno mai l’idea che gli omosessuali sono persone, cittadini, essere umani, individui, uomini e donne che, come tutti, rispondono oggi alle leggi dello Stato e domani alle leggi di Dio. In una società libera e liberale, essere omosessuali non è un vanto, non è una patente d’identità, nè un valore assoluto della personalità.
La condizione omosessuale è diventata, oggi più che mai, il cavallo di una battaglia ideologica e politica, ma questo modo di affrontare il problema, con il Gay Pride a Palermo, non è corretto perché non tiene conto di una molteplicità di aspetti correlati. In qualità di credenti, come dobbiamo porci di fronte a questa difesa a oltranza dell’omosessualità? Essa è una devianza? Un vizio? Una malattia? Quale tipo di accoglienza ci deve essere nelle chiese per gli omosessuali?
La cultura omosessualista domina tutti i gangli della società italiana e propone l’esatto capovolgimento del diritto naturale, evitando accuratamente che s’insinui il dubbio che il disordine sessuale e l’alterazione dell’identità meritino le cure mediche. Le potentissime lobby omosessuali, che hanno i loro aderenti e simpatizzanti all’interno di mondi impensabili, condizionano pesantemente l’azione di Comuni, Regioni, Governi e Parlamenti europei ed extra-europei. Il fine non è quello di riconoscere diritti che per le coppie dello stesso sesso già ci sono – come in Italia – ma è quello, subdolo, di scardinare l’istituto familiare formato da un uomo e una donna che intendano procreare. Si allinea a questa prospettiva la terza carica dello Stato, il presidente della Camera, Laura Boldrini: «Le persone omosessuali – ha dichiarato qualche giorno fa ‒ devono veder riconosciute giuridicamente le loro unioni anche in Italia, come avviene già in diciotto ‒ e, a breve, in diciannove ‒ Paesi dell’Unione europea. L’Europa ce lo chiede. L’Europa non ci chiede solo il pareggio di bilancio, ci chiede anche di riconoscere diritti». Ma l’Europa alla quale fa riferimento il Presidente della Camera, l’onorevole Boldrini è la stessa Europa nella quale si consuma un aborto ogni 25 secondi; dove i matrimoni tra persone di sesso opposto sono diminuiti del 30% negli ultimi vent’anni; dove la natalità e il tasso di crescita della popolazione sono garantiti solo dagli immigrati. È l’Europa che ha evitato di scrivere nella sua Costituzione i fondamenti cristiani della sua genesi; che incoraggia la distruzione degli embrioni umani al fine della sperimentazione scientifica. È un continente che ha perduto la sua anima cristiana, che vive di edonismo e di desiderio di libertà e che è il principale attore di quella deriva anti-umana che prelude alla sua fine, sul piano storico e politico.
Oggi, sembra che non si possa più parlare di omosessualità se non in termini di tolleranza e di totale apertura mentale. Chi contrasta l’ormai consolidato pensiero comune, che vede nella condizione omosessuale soltanto un modo “diverso” e legittimo per vivere la propria sessualità, viene accusato di essere un retrogrado, un integralista e un “omofobo”. Vedremo tra poco il corretto significato di questo termine e scopriremo che viene usato quasi sempre in modo sbagliato e strumentale. Molta gente, infatti, cavalca l’onda delle affermazioni ideologiche per avvalorare soltanto le sue opinioni e il suo punto di vista.
Cerchiamo, pertanto, di fare un minimo di chiarezza riguardo a questo argomento. In genere, per omosessualità si intende l’attrazione verso lo stesso sesso. Il concetto, tuttavia, è molto più ampio, perché esso ha a che fare anche con lo sviluppo della personalità dell’individuo, con gli aspetti psico-affettivi, con lo stimolo erotico, con lo stile di vita e con la visione del mondo.
Questi aspetti hanno radici profonde nella mente e determinano il pensiero della persona, ma anche le sue azioni, i suoi obiettivi e le modalità di realizzazione di tali obiettivi. A causa di questa complessità interiore, la condizione omosessuale non la si può certo considerare solo sul piano ideologico: sarebbe molto riduttivo. Infatti, l’omosessualità è qualcosa che va a toccare l’anima di una persona e, come tale, deve essere affrontata con gli strumenti dell’anima e non con quelli della strumentalizzazione politica.
Invece di porsi di fronte al problema con tanti discorsi sui diritti civili, politici e sociali, bisognerebbe parlare un po’ più seriamente della ricostruzione e della reintegrazione dell’identità sessuale.
Questo, a ben vedere, è un processo a più ampio raggio, che riguarda non solo gli omosessuali, ma anche tutti gli eterosessuali che hanno bisogno di “ripulire” la loro mente corrotta dal peccato.
Vediamo di chiarire alcuni punti fondamentali della questione
L’immagine di Dio
Dio creò l’uomo a sua immagine e conforme alla sua somiglianza (cfr. Ge 1:26). Gli esseri umani, perciò, sono un riflesso dell’immagine di Dio. La conformità alla somiglianza di Dio implica anche una conformità all’ordine della creazione, visto che Dio non è un Dio di confusione, ma di pace e di ordine (1°Co 14:33,40). Pertanto, qualunque forma di ambiguità esula dal progetto di Dio e ciò viene anche testimoniato dal divieto mosaico per un uomo di vestirsi da donna e per una donna di vestirsi da uomo (cfr. De 22:5).
Satana, invece, nella sua opposizione all’opera di Dio, ha sempre cercato di introdurre nella creazione dei “fattori di disturbo”, di confusione e di disordine. Un aspetto fondamentale del portare l’immagine di Dio, infatti, è il suo riflesso eterosessuale: “li creò maschio e femmina” (Ge 1:27). Perciò, dalla Sacra Scrittura si evince in modo inequivocabile che l’ordine creazionale comporta necessariamente la complementarietà sessuale. Tuttavia, dopo il peccato, l’umanità ha sperimentato sempre più intensamente sia la perdita dell’innocenza, sia la piena armonia con il Creatore.
L’entrata del peccato nella razza umana ha gettato la sessualità nel disordine. Si può dire che ognuno di noi è, in qualche misura, sessualmente vulnerabile; le persone con orientamento eterosessuale non sono meno decadute di coloro che hanno tendenze omosessuali.
Dunque, che lo si voglia ammettere oppure no, l’omosessualità è uno dei molti disordini sessuali che hanno colpito l’umanità peccatrice.
Identità di genere e sesso biologico
È risaputo che, in una certa fase dello sviluppo sessuale di un individuo, cioè intorno alla pubertà, si attraversa un periodo in cui si può sperimentare una certa attrazione per persone dello stesso sesso. Questo è un normale aggiustamento della propria identità che si costruisce gradualmente durante il processo di crescita.
Non si deve, perciò, scambiare per tendenza omosessuale ciò che, nel periodo della prima adolescenza, potrebbe essere invece un atteggiamento di emulazione, nato dalla stima e dal desiderio di somigliare a quella persona, o anche una forma di cameratismo. Questi atteggiamenti scompaiono da soli nel giro di poco tempo.
Il problema è quando non si supera questa fase a causa di squilibri relazionali e affettivi. In quel caso, la persona non sarebbe in grado di elaborare i sentimenti orientandoli verso l’eterosessualità, ma potrebbe consolidare un orientamento omosessuale. Ci potrebbero essere numerosi fattori che nei bambini o nelle bambine concorrono a deviarli dalla propria identità di genere. Il bambino o la bambina che vivono in modo conflittuale il fatto di essere maschio o femmina, sono soggetti a una crisi d’identità sempre più profonda, che si esprimerà con desideri di tipo omosessuale a partire dalla preadolescenza o durante la prima adolescenza.
Quali cause per l’omosessualità? Innanzitutto, dobbiamo ricordare che non è facile tracciare una linea netta di demarcazione tra quello che è il risultato di una scelta e ciò che, invece, è divenuto parte dell’identità sessuale dell’individuo a causa di cause molteplici. Si può, infatti, parlare di un vizio ma anche di un problema di identità.
Alcuni eterosessuali, ad un certo punto della loro vita, potrebbero maturare un morboso interesse di tipo omosessuale, perché questo rappresenta – nel loro immaginario erotico – una trasgressione, intesa come una sorta di “novità” nella loro vita sessuale. Non a caso ci sono sempre più uomini sposati e padri di famiglia che ricercano il sesso a pagamento con i travestiti. In questo caso, si tratta di una evidente e riprovevole degenerazione degli istinti, di una perversione del cuore e di una devianza consapevole.
Un credente, perciò, non deve trascurare l’aspetto legato al peccato, rappresentato dal vizio e dalla perversione. Tuttavia, si possono riscontrare anche alcune altre possibili cause che potrebbero determinare un orientamento omosessuale fin dall’infanzia e dall’adolescenza. Si tratta soprattutto di cause di ordine psicologico e relazionale, tra le quali:
• la difficoltà di relazionarsi con il genitore dello stesso sesso;
• una carenza d’affetto dal genitore dello stesso sesso;
• abusi subiti nell’infanzia;
• ruoli genitoriali ambigui: padre debole e madre forte;
• la percezione del rifiuto da parte del genitore dello stesso sesso.
A causa di alcune di queste problematiche di tipo affettivo, la mente dell’individuo potrebbe elaborare un meccanismo secondo il quale egli pensa che certi bisogni emotivi (guida, sicurezza, apprezzamento) possano essere soddisfatti da un punto di vista sessuale. In questi casi, il bisogno di avere una persona che lo guidi, che lo nutra, che gli sia compagna, si potrebbe trasformare nel desiderio di avere un rapporto fisico (erotizzato) con lei.
Oggi si cerca anche una causa genetica al problema (che annullerebbe la responsabilità morale dell’individuo); tuttavia, nonostante tutti i tentativi, finora non è mai stata dimostrata l’origine genetica dell’orientamento omosessuale. In ogni caso, qualunque sia la possibile causa, sia essa un vizio, una perversione cosciente o il risultato di un disordine psico-affettivo, la soluzione della Scrittura è quella di rinnovare la propria mente, per ricostruire la propria interiorità:“Siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Ro 12:2). Questo comando è rivolto a tutti, non soltanto a coloro che sono attratti dalle persone del loro stesso sesso. Si tratta di lasciarci trasformare tutti quanti dalla potenza dell’Evangelo.
“Orientamento omosessuale” e “pratica omosessuale”
Di solito, da un punto di vista morale, si tende ad affermare che l’orientamento omosessuale non è da considerarsi peccato, fino a quando non ci sia un coinvolgimento fisico con il rapporto sessuale.
In senso generale, l’orientamento omosessuale è la tendenza interiore a preferire le persone dello stesso sesso, per stabilire rapporti che non necessariamente siano di tipo sessuale. La pratica omosessuale è, invece, l’attività sessuale propriamente detta, con persone dello stesso sesso, al fine di ottenere una gratificazione erotica.
Da un punto di vista morale, questa differenza può suggerire un diverso carico di responsabilità, ma la Bibbia non sembra fare una tale distinzione. Innanzitutto, si deve ammettere che l’orientamento è l’anticamera della pratica omosessuale, perché esso non è disgiunto dall’attrazione erotica verso una persona dello stesso sesso. La pulsione sessuale negli esseri umani è molto forte ed è sostenuta anche dalla concupiscenza e, prima o poi, un forte desiderio lo si realizzerà nelle azioni. Inoltre, esattamente come per una persona eterosessuale, anche il solo desiderare qualcosa di illecito determina un giudizio di Dio: “Voi avete udito che fu detto: «Non commettere adulterio». Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Mt 5:27-28). Il peccato si annida anche nei pensieri e non soltanto negli atti espliciti.
E ancora: “La parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore” (Eb. 4:12).
Un cristiano non può prescindere da questi passi biblici.
Se un eterosessuale guarda una persona (che non sia il suo coniuge) con desiderio sessuale, commette peccato. Perché, allora, se una persona con orientamento omosessuale guarda un’altra persona dello stesso sesso con desiderio sessuale, non dovrebbe commettere ugualmente peccato?
Ci sono due pesi e due misure? Si vede molto chiaramente che, per un cristiano, il cuore del problema rimane la sua integrità davanti a Dio. Come credenti, infatti, abbiamo a che fare con un problema di rinnovamento interiore che deve riguardare ogni ambito della vita umana, per diventare quegli uomini e quelle donne che Dio desidera che noi siamo, senza lasciarci fuorviare da pretese ideologiche o filosofiche.
Dalla Bibbia
“Il grido che sale da Sodoma e Gomorra è grande e […] il loro peccato è molto grave. […] Gli uomini della città, i Sodomiti, circondarono la casa: giovani e vecchi, la popolazione intera venuta da ogni lato. Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono venuti da te questa notte? Falli uscire, perché vogliamo abusare di loro»” (Ge 18:20 e 19:4-5).
“Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole. […] Non vi contaminate con nessuna di queste cose; poiché con tutte queste cose si sono contaminate le nazioni che io sto per cacciare davanti a voi. Il paese ne è contaminato; per questo io punirò la sua iniquità” (Le 18:22,24-25).
“Se uno ha con un uomo relazioni sessuali come si hanno con una donna, tutti e due hanno commesso una cosa abominevole; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro” (Le 20:13).
“Il levita andò e si fermò sulla piazza della città [di Ghibea] […] Un vecchio […] lo condusse in casa sua e diede del foraggio agli asini; i viandanti si lavarono i piedi, mangiarono e bevvero. Mentre stavano rallegrandosi, ecco gli uomini della città, gente perversa, circondarono la casa, picchiarono alla porta e dissero al vecchio, al padrone di casa: «Fa’ uscire quell’uomo che è entrato in casa tua, perché vogliamo abusare di lui!»” (Gc 19:15,21-22).
“L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità […] Per questo Dio li ha abbandonati all’impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna […] Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami” (Ro 1:18,24-27).
“Non vi illudete; né fornicatori, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti […] erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi” (1Co 6:9-11): nella Nuova Diodati, al posto di effeminati troviamo il termine omosessuali.
Parole dure? Un credente non deve mai dimenticare che Dio non cambia (cfr. Mt 24:35 e Eb 13:8). Rispetto all’Antico Testamento, il Nuovo Testamento non cancella affatto la gravità del problema, ma porta la parola di speranza per una completa guarigione.
Tuttavia, se non si mette a fuoco che l’omosessualità è un disordine interiore che va sanato, non si potrà mai né parlare e né, tantomeno, sperimentare la potenza salvifica e trasformatrice di Cristo!
“Se si fa grazia all’empio, egli non impara la giustizia; agisce da perverso nel paese della rettitudine e non considera la maestà del Signore” (Is 26:10).
“Hai fatto queste cose, io ho taciuto, e tu hai pensato che io fossi come te; ma io ti riprenderò e ti metterò tutto davanti agli occhi. Capite questo, voi che dimenticate Dio, perché io non vi laceri […] Chi mi offre come sacrificio il ringraziamento, mi glorifica, e a chi regola bene il suo comportamento, io farò vedere la salvezza di Dio” (Sl 50:21-23).
L’aiuto non può venire dal tacere, ma dal parlare! L’aiuto non può venire dal coprire, ma dal rivelare! La vera solidarietà sta nell’avvertire, nel proporre la soluzione e nel camminare insieme a chi sta lottando, per confortarlo e per sostenerlo nella sua battaglia di fedeltà a Dio.
C’è da chiedersi quanti, tra coloro che si definiscono cristiani, hanno ancora in mente il concetto della sovranità di Dio o l’hanno, invece, sacrificato sull’altare della proprie ideologie umane, che proclamano la gloria dell’uomo e non quella di Dio.
La Bibbia dice: “Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria, per la tua bontà e la tua fedeltà!” (Sl 115:1). Le ideologie umane, al contrario, acclamano i desideri dell’uomo come sacrosanti, come dei diritti inalienabili, come la conquista di una legittimazione totale delle proprie istanze.
Quale soluzione? Il sotterfugio umano “Dio ha fatto l’uomo retto, ma gli uomini hanno cercato molti sotterfugi” (Ec 7:29).
Da sempre, l’uomo preferisce la politica dello struzzo, quando si tratta di rendere conto a Dio di qualcosa che non va nella sua vita. Per non affrontare il problema in modo biblico, infatti, egli ha relativizzato la Parola di Dio e ha introdotto la tolleranza, in nome di ciò che deve essere “politicamente corretto”.
Ma questo tipo di tolleranza è molto pericoloso e ambiguo. Vediamo perché:
• si tollera tutto, perciò anche il peccato, in nome dei diritti dell’individuo a vivere la sua vita senza alcuna limitazione;
• le limitazioni della Scrittura, tra le quali c’è la chiamata alla santificazione, vengono tacciate di oscurantismo e di falsa morale;
• in nome della tolleranza, però, non si tollerano coloro che la pensano diversamente, che vengono definiti retrogradi e fondamentalisti (in senso negativo);
• i paladini dell’anti-discriminazione, in realtà, discriminano chi non la pensa come loro.
La soluzione di Dio
Indicheremo per sommi capi soltanto alcuni punti fondamentali che ritengo biblicamente importanti:
• Il vero uomo e la vera donna.
L’uomo e la donna devono ristabilire in loro l’immagine di Dio nel giusto ordine creazionale. Il vero uomo e la vera donna sono coloro che rispecchiano nel loro essere e nella loro condotta le prerogative dell’immagine divina; queste si realizzano pienamente nella sola eterosessualità. Anche la natura stessa, per proteggere e assicurare la sua continuità, richiede che gli individui siano specificamente ed esclusivamente eterosessuali.
• La santità di Dio e l’adorazione.
Si deve recuperare il concetto della santità di Dio, ricordandosi che, alla presenza di Dio, l’essere umano si trova su un suolo sacro (cfr. Es 3:5 e Gs 5:15). Non si deve svendere la santità di Dio, perché lui è tre volte santo e come tale si presenta a noi. La santità di Dio prevede un’adorazione in spirito e verità, che rispetti tale santità. Ci si deve perciò presentare a Dio con il desiderio di essere integri, nel cuore e nella condotta. Si deve recuperare il senso della vera adorazione e della piena sottomissione al Dio che è un fuoco consumante e abita una luce inaccessibile. “Offriamo a Dio un culto gradito, con riverenza e timore! Perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante” (Eb 12:28-29). “Unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna. Amen” (1 Ti 6:15-16). Sono entrambi passi del Nuovo Testamento!
• La sovranità di Dio e la santificazione.
Poiché Dio è sovrano, egli ha tutto il diritto di richiedere la santificazione in coloro che gli si avvicinano: “Siate santi, perché io sono santo” (1P 1:16). La santificazione è un impegno che prevede l’astenersi dal peccato e da tutto ciò che può farci cadere. Dal punto di vista sessuale, significa bandire la fornicazione, i pensieri impuri, i desideri illeciti, l’adulterio, l’omosessualità, la perversione, ecc. “Non v’illudete; né fornicatori […], né adulteri, né effeminati, né sodomiti […] erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio […] Glorificate dunque Dio nel vostro corpo” (1Co 6:9-11,20). “Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia possedere il proprio corpo in santità e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate […] Chi dunque disprezza questi precetti […] disprezza quel Dio che vi fa anche dono del suo Santo Spirito” (1Te 4:4-5,8). Purtroppo, sembra che abbiamo perso il timore di Dio; abbiamo perso il senso di riverenza e di rispetto davanti al Creatore. Oggi, anche molti credenti si nutrono di stereotipi e di surrogati di Dio: un Dio buono, tollerante, accondiscendente, che sopporta tutto e tutti, che chiude un occhio sul peccato, che fa l’occhiolino a chi l’offende… Una specie di Babbo Natale che, alla fine, accontenterà tutti. Un Dio così non esiste! Abbiamo bisogno di ritrovare il timore per un Dio sovrano e onnipotente, che perdona il peccatore ravveduto, ma che non tollera il peccato!
• La potenza di Dio e la rigenerazione.
Le considerazioni dei tempi attuali sulla condizione omosessuale sembra che non contemplino affatto la potenza vivificatrice e rigeneratrice di Dio. Al contrario, questo è un aspetto irrinunciabile e insostituibile della fede cristiana. “Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo” (Tt 3:5). “Perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio” (1P 1:23). La Parola di Dio, infatti, ci guida e ci illumina nella vera introspezione e mette a fuoco i nostri veri problemi. “La parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4:12).
• La volontà di Dio e la trasformazione.
È necessario che tutti – eterosessuali e omosessuali – vengano trasformati dall’azione dello Spirito Santo. In particolare, chi ha tendenze omosessuali deve riordinare i suoi pensieri e ri-orientare la propria identità, mediante i princìpi della Scrittura e con la potenza dello Spirito.
Dio vuole che tutti i suoi figli siano trasformati dalla potenza della sua Parola, per reintegrare l’immagine che abbiamo perduto a causa del peccato. Dio vuole che le nuove creature possano sperimentare la vera libertà, che procede dalla verità, “Avete imparato, per quanto concerne la vostra condotta di prima, a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici; a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità” (Ef 4:22-24). “[Perciò] non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà” (Ro 12:2). “E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio” (1Co 6:11).
Ora vediamo per un credente cosa dovrebbe significare la parola accoglienza:
• Relativismo e tolleranza?
Come abbiamo visto, il relativismo e la tolleranza non affrontano il problema in modo biblico e non offrono alcuna soluzione. Si limitano a proporre un’interpretazione unilaterale (e molto riduttiva!) e una risposta ideologica e politica, senza considerare affatto la possibilità di cambiare. “Nessun fornicatore, o impuro […] ha eredità nel regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; infatti è per queste cose che l’ira di Dio viene sugli uomini ribelli. Non siate dunque loro compagni” (Ef 5:5-7).
• Chiusura e discriminazione?
Dalla parte opposta, nemmeno la discriminazione e la chiusura a ogni possibilità di accoglienza e di recupero sono espressioni fedeli allo spirito dell’Evangelo. “Accogliete colui che è debole nella fede, ma non per sentenziare sui suoi scrupoli […] Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri” (Ro 14:1,13).
• Accoglienza per la guarigione?
Le chiese cristiane, allora, devono accogliere l’omosessuale, ma per proclamare la Buona Novella, per istruirlo sulla volontà di Dio, per esortarlo a impegnarsi nell’ubbidienza dando a Dio l’onore che gli spetta, per illustrargli i princìpi della guarigione e della potenza di Gesù Cristo e per seguirlo con amore e con fermezza nel cammino di guarigione della sua identità ferita, “affinché presentiamo ogni uomo perfetto in Cristo Gesù. A questo fine mi affatico, combattendo con la sua forza, che agisce in me con potenza” (Cl 1:28-29). Questa è la vera accoglienza cristiana.
È sicuramente una delle più grandi sfide che la Chiesa del ventunesimo secolo si trova a dover affrontare. Chi vorrà operare in questa direzione, troverà nemici e oppositori sia all’esterno, ma – ahimé – anche all’interno di tante chiese. Che cosa faremo? La raccoglieremo, o ci conformeremo alle ideologie di questo mondo, seguendo la corrente per paura di essere considerati “fondamentalisti”?
L’apostolo Paolo non avrebbe dubbi: “Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo” (Ga 1:10).
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