Fuocoammare «approda» negli Usa

fuocoammare_fotoPiobbichi: «Ora che nuovi riflettori si riaccendono su Lampedusa, per merito di questo film, si apra una riflessione seria sul tema dell’accoglienza».

«La fiction “Lampedusa” da poco trasmessa dalla Rai, e la programmazione nella prima serata del 3 ottobre del film “Fuocoammare” di Gianfranco Rosi hanno costituito gli effetti più evidenti e popolari dell’istituzione della “Giornata nazionale delle vittime dell’immigrazione”», ha scritto in un recente editoriale pubblicato sul sito di Mediterranean Hope (progetto della Federazione delle chiese evangeliche in italia – Fcei) il professor Paolo Naso.

Effetti popolari giunti anche oltreoceano grazie a Fuocoammare – il film di Gianfranco Rosi – per la sua candidatura all’Oscar nella sezione film stranieri; una corsa alla statuetta che sta scatenando negli Usa delle presidenziali, un acceso dibattito di pubblico e di critica anche sul tema delle migrazioni.

Il progetto Mediterranean Hope è nato a Lampedusa con un Osservatorio sulle migrazioni animato da due operatori della Fcei: Marta Bernardini e Francesco Piobbichi, dando vita al progetto e collaborazioni con associazioni, enti, la parrocchia e la popolazione isolana. Francesco Piobbichi era presente anche in occasione della visita del regista italiano, nato ad Asmara in Eritrea.

«Non sono un critico d’arte cinematografica e sono uno di quelli che pensa che un film resti sempre tale, anche se ha il grande merito di aprire una discussione politica di prima grandezza. Detto questo – ha ricordato nel suo blog su il Fatto Quotidiano Francesco Piobbichi, avendo seguito alcune fasi della lavorazione del film –, dico che per me il film di Rosi è bellissimo. I due binari del “docufilm”, che parte da Lampedusa e arriva fino al centro del Mediterraneo, hanno la capacità di trasportarti dentro la grande tragedia delle migrazioni, passo dopo passo. Un film senza sovrastrutture ideologiche. Su un punto però vorrei essere chiaro – prosegue Piobbichi –: ora che nuovi riflettori si riaccendono su Lampedusa per merito di questo film, si apra una riflessione seria sul tema dell’accoglienza. Lampedusa ha dato tanto; l’Isola è diventata prima militare, poi confine e palcoscenico e ha dovuto affrontare quello che altri Paesi e continenti non hanno voluto affrontare».

Nel 2015, infatti, secondo le stime dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati, 65,3 milioni di persone sono fuggite dai loro paesi a causa di conflitti e persecuzioni: una persona su 113 nel mondo, ventiquattro ogni minuto. Il film racconta le storie e le emozioni dei lampedusani e attraverso i loro occhi anche il dramma di chi deve lasciare la propria terra spinto da guerre, povertà e persecuzioni.

Sono 85 i film stranieri in corsa per l’Oscar per altrettanti Paesi. Fuocoammare ha già vinto l’Orso d’Oro al Festival di Berlino 2016.

di Gian Mario Gillio | Riforma.it


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