Francia. No all’obiezione di coscienza per i matrimoni gay

Francia.-No-obiezione-300x185Sindaci che non vorranno celebrare i matrimoni omosessuali rischiano ora cinque anni di carcere e 7.500 euro di multa.
Appena dieci giorni fa avevamo 
riportato la notizia che circa 20.000 firmatari, fra sindaci e vicesindaci, avevano presentato al Consiglio Costituzionale una petizione per ri-guadagnare il diritto all’obiezione di una legge in conflitto con la propria coscienza. Tanti, troppi. Che avrebbero rischiato di affossare la legge Taubira, che consente i matrimoni gay.Secondo un comunicato del Consiglio, invece, “le disposizioni contestate sono conformi alla Costituzione”. Niente da fare, quindi, se uno ha la sfortuna di essere contemporaneamente sindaco e cattolico (a dai numeri sembra che siano la maggioranza), deve scegliere. O vai contro la tua coscienza o vai in galera.
Eppure Hollande, in un primo tempo, aveva assicurato il diritto all’obiezione. Probabilmente ha fatto due conti, o glieli hanno fatti fare, e ha capito che la maggior parte dei francesi si sarebbe mossa contro.
Soluzione? Imporre e decretare come fuorilegge chi non è d’accordo. Anche se è la maggioranza. 

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18 ottobre 2013
Francia, sindaci obbligati a celebrare nozze gay: «No all’obiezione di coscienza». Cinque anni di carcere a chi si rifiuta
Per il Consiglio costituzionale negare ai sindaci francesi l’obiezione di coscienza non è incostituzionale. Ora rischiano pene che vanno dai cinque anni di carcere e 7.500 euro di multa alla revoca dell’incarico

I sindaci e gli aggiunti francesi non possono rifiutarsi di celebrare matrimoni gay. È quanto ha stabilito oggi il Consiglio costituzionale francese, che non ha accolto l’istanza presentata dal Collettivo dei sindaci per l’infanzia, legato alla Manif pour tous, che volevano vedersi riconosciuta la possibilità di fare obiezione di coscienza in nome delle libertà fondamentali riconosciute a tutti i cittadini nella Carta francese.

IL VERDETTO. «Il Consiglio ha giudicato che a proposito delle funzioni degli ufficiali dello Stato civile nella celebrazione del matrimonio, il legislatore non mina la libertà di coscienza. Le disposizioni contestate sono infatti conformi alla Costituzione», ha dichiarato il Consiglio in un comunicato.

CARCERE E SANZIONI. I sindaci saranno dunque obbligati ad attenersi alla circolare inviata dal ministro degli Interni Manuel Valls il 13 giugno 2013 dopo l’approvazione del matrimonio gay. «Se il rifiuto di celebrare un matrimonio gay è motivato dall’orientamento sessuale degli sposi – si legge nella circolare – l’ufficiale di Stato civile si espone a pene che vanno dai cinque anni di prigione e 7.500 euro di multa per reato di discriminazione» a una sanzione disciplinare che prevede la sospensione temporanea e la revoca dell’incarico.

SINDACI OBIETTORI. Negli ultimi mesi, il primo cittadino di Arcangues Jean-Michel Colo ha rischiato di essere sospeso, di vedersi revocata la carica di sindaco, di essere condannato a tre anni di prigione e a un’ammenda pari a 45 mila euro per aver fatto obiezione di coscienza. Stessa sorte hanno rischiato Jean-Yves Clouet, sindaco di Mésanger, Marie-Claude Bompart, sindaco di Bollène, e molti altri.

PROMESSA NON MANTENUTA. Nel novembre del 2012, Francois Hollande aveva assicurato che «la legge si applica per tutti ma nel rispetto dell’obiezione di coscienza». L’opposizione del Partito socialista e soprattutto del ministro Christiane Taubira avevano poi fatto fare marcia indietro al Presidente.

Leone Grotti

Fonte: Tempi

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