L’uomo non è in fin di vita e non dipende dalle macchine, i genitori vogliono prendersene cura e diversi ospedali sono pronti ad accoglierlo. «Cosa lo impedisce?».
Domani un’équipe medica dell’ospedale universitario di Reims deciderà se Vincent Lambert deve morire di fame e di sete o può continuare a vivere. Dopo che una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo ha autorizzato i medici a interrompere l’alimentazione e l’idratazione dell’uomo francese di 38 anni, il 15 luglio è cominciata una nuova «procedura collegiale» che terminerà domani.
VINCENT LAMBERT. Il caso di Vincent Lambert ha fatto il giro del mondo. L’uomo è entrato e uscito dal coma nel 2008, a 32 anni, in seguito a un incidente d’auto. Attualmente è in stato di coscienza minima e secondo numerose perizie può migliorare la sua condizione medica. Nonostante abbia subìto danni al cervello irreversibili, Vincent respira in modo autonomo, non è attaccato a nessuna macchina e risponde agli stimoli. L’uomo infatti non è in fin di vita, è semplicemente handicappato. Nel 2013, però, la moglie Rachel, che da anni non vive più in Francia accanto a Vincent, ha fatto interrompere l’alimentazione al marito senza informare nessuno. Quando i genitori l’hanno scoperto per caso, hanno ordinato ai medici di ricominciare a nutrirlo. Ne è nata una battaglia legale che potrebbe concludersi domani.
CONFLITTO DI INTERESSI. In questi giorni, la parte della famiglia di Vincent che vuole mantenerlo in vita (i genitori più alcuni suoi fratelli, mentre altri sono d’accordo con la moglie) ha denunciato un conflitto di interessi: i medici che devono condurre la “procedura collegiale”, e quindi decidere della sorte di Vincent, sono Daniela Simon e Ana Oportus. Entrambi sono stati definiti dalla Corte europea dei diritti dell’uomo i «medici consiglieri» della moglie Rachel, che vuole far morire il marito.
IL NODO DELL’OSPEDALE. Anche per questo i genitori avevano chiesto all’ospedale universitario di Reims di permettere il trasferimento del figlio. Viviane e Pierre hanno sempre accusato l’ospedale di non curare più il figlio, non facendogli fare le necessarie sedute di fisioterapia e non fornendogli neanche una sedia a rotelle, mentre ci sono molte cliniche che si sono dette disponibili a prendersi cura dell’uomo a Gard, Morbihan e Parigi.
«VOGLIAMO PRENDERCI CURA DI LUI». Persino un ospedale polacco, il Hospicjum Dom Opatrznosci Bozej della città di Bialystok, ha cercato di ottenere il trasferimento di Vincent. Il medico Tadeusz Borowski-Beszta ha scritto in una lettera ai colleghi di Reims: «Il consiglio di amministrazione della Società degli amici dei malati di “Hospicjum” ha adottato una risoluzione che autorizza il capo della clinica ad accogliere il signor Vincent Lambert come paziente, se il suo entourage è d’accordo. Noi vogliamo prenderci cura di lui e proteggerlo dall’esecuzione della sentenza della Corte di Strasburgo».
«TENTATIVO DI ASSASSINIO». Nonostante le richieste dei genitori, senza addurre motivazioni, l’ospedale di Reims si è rifiutato di lasciar partire Vincent. Per questo, il 17 luglio, la madre Viviane ha fatto causa all’ospedale per «privazioni, cattive cure, sequestro, detenzione carceraria, arbitraria e illegale», nonché «tentativo di assassinio di persona vulnerabile». Il procuratore della Repubblica di Reims, Fabrice Belargent sta esaminando il caso e deciderà nei prossimi giorni se condurre indagini aggiuntive o lasciar cadere il caso.
VINCENT MIGLIORA. I genitori di Vincent hanno nell’ultimo mese diffuso un video in Francia dove si vede che il figlio non è affatto in fin di vita, o attaccato a diversi macchinari per poter vivere, ma è in buona salute, per quanto handicappato. Inoltre, dispongono di perizie mediche che affermano che Vincent ha ricominciato a deglutire da solo e che quindi può migliorare. Nonostante questo, la Corte europea dei diritti dell’uomo si è rifiutata di discutere di nuovo il suo caso, dopo la sentenza di morte emessa il 5 giugno, perché non ci sarebbero «novità sostanziali».
«NON È IN FIN DI VITA». Causare «in modo deliberato la morte di Vincent Lambert» avrà ripercussioni gravi sulla società francese: «Princìpi come “Non uccidere” (…) sono stati considerati valori fondamentali fino ad ora. Se vi rinunceremo, non si capisce come i medici potranno continuare a pronunciare il giuramento di Ippocrate». Oggi, concludono i vescovi, «il nostro fratello Vincent non è in fin di vita e molti ospedali specializzati si sono dichiarati pronti ad accoglierlo. Che cosa lo impedisce?». Perché si vuole a tutti i costi far morire Vincent, se lui non ha neanche mai espresso questo desiderio? È la domanda che si fanno anche i genitori: «Che l’ospedale di Reims non voglia più occuparsi di Vincent, noi possiamo capirlo. Ma ciò che è davvero incomprensibile e scandaloso è che si rifiutano di renderci nostro figlio perché noi stessi con aiuti esterni possiamo prenderci cura di lui».
da: Tempi.it
Foto Vincent e Viviane: Ansa
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