Roma – Ricorre quest’anno il 69° anniversario della strage delle Fosse Ardeatine (24 marzo 1944) e le istituzioni commemorano in forma solenne le 335 vittime. “Sarebbe molto bello, oggi, se i cristiani evangelici fossero presenti in massa all’evento per dare risalto alla nostra presenza in Italia, e sacrifico di molti evangelici. E’ per tutti noi una grande occasione di testimonianza alla città e alla nazione”.Tra le 335 vittime infatti figura un cristiano evangelico pentecostale, De Simoni convertitosi all’Evangelo nel 1935, proprio nell’anno in cui ebbero inizio le persecuzioni per il Movimento Pentecostale italiano.
De Simone era finito in carcere a Regina Coeli per aver dato ospitalità a due soldati inglesi. Il fatto che fosse pentecostale non fu direttamente la causa del suo arresto, se non per il fatto che essendo un cristiano militante agì per carità cristiana, soprattutto dietro alle pressioni della moglie e di una delle figlie, ma fu certamente un’aggravante viste le disposizioni persecutorie con cui il regime fasciata mise al bando il Culto Pentecostale, con una circolare del 9 aprile 1935, a firma del sottosegretario all’interno, Biffarini Guidi, controfirmata dal ministro Bocchini, del governo Mussolini, la circolare n. 600/158 (Archivio di Stato serie PS GI busta 26 fasc. 299 1-c-z), che ordinava la chiusura di tutte le chiese pentecostali, affermando che il culto pentecostale era un pericolo per “l’integrità della razza”.
Di De Simoni parla in un suo libro il pastore evangelico che allora guidava il gruppo di cristiani clandestini, Roberto Bracco, egli stesso arrestato ben 17 volte per il suo attivismo evangelico, che ci fa anche sapere che in quella stessa cava, dove i vennero trucidati 335, il De Simoni, era già stato con la sua congregazione, per celebrare clandestinamente il culto a Dio, visto che per quella famigerata circolare non potevano più apertamente professare la loro fede.
Sarebbe molto bello se i cristiani evangelici fosse presenti in massa all’evento per dare risalto alla nostra presenza in Italia, e sacrifico di molti evangelici, di cui Fidardo De Simoni è il simbolo, e che hanno dato la vita sin dai tempi del Risorgimento, per rendere il nostro paese più civile e più libero, non solo in nome delle libertà civili, di cui godiamo anche grazie al loro sacrificio, ma soprattutto in nome di una libertà ben più alta, la vera libertà in Cristo. Tra questi martiri evangelici vogliamo qui ricordare anche Antonio Brunetti, morto nel campo di sterminio di Mauthausen. E’ per tutti noi una grande occasione di testimonianza alla città e alla nazione.
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