00La bella storia, nonostante un preambolo drammatico e vergognoso, arriva dal Missour, negli Stati Uniti, dove Katie White, 24 anni, ha portato avanti una gravidanza che si è rivelata difficile quando i medici – alla 20esima settimana – le hanno comunicato che sua figlia era affetta da idrocefalia, una condizione in cui vi è un accumulo di liquido nel cervello.
In un’intervista con l’Irish Sun, Katie ha dichiarato: «Ero sconvolta, ma quel che è peggio è che i medici hanno subito cercato di mettermi in contatto con un altro medico, un abortista, per interrompere la gravidanza. Mia figlia non sarebbe qui oggi se avessi seguito quel consiglio».
La donna, infatti, ha avuto la lungimiranza e l’umanità di non ascoltare i consigli dei medici e soprattutto di fermarsi un attimo a pensare, a riflettere, a valutare attentamente. Una possibilità che, purtroppo, viene negata a moltissime donne, costrette e indotte ad abortire quasi immediatamente.
Katie è riuscita a trovare un altro medico che aveva un figlio disabile e che «sapeva non poteva semplicemente rinunciare a sua figlia come se niente fosse». Da quel momento in poi, ha spiegato la donna «sono andata in ospedale ogni due settimane per assicurarmi che io e la bambina stessimo bene».
Nonostante queste i “consigli” di abortire le sono arrivati anche oltre la 30esima settimana di gravidanza, ma lei non si è fatta convincere. Dopo aver partorito con un cesareo di emergenza, sua figlia – Kensley – pesava soltanto 6 libbre e 7 once ed è stata portato d’urgenza all’ospedale pediatrico. I medici hanno dovuto drenare del fluido dal suo cranio per alleviare la pressione sul cervello. Nonostante questo la piccola ha superato tutte le aspettative: «non ha mai avuto crisi epilettiche, mangia per bocca e ci vede”, ha detto la mamma. A 18 mesi ora, ha appena festeggiato il suo secondo Natale e tutti i segni indicano che Kensley è una bambina sana e felice.
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