Film: Miracolo a Le Havre

Un film impegnato non sempre deve rivelarsi triste oppure drammatico. In “Miracolo a Le Havre” (2011) di Aki Kaurismaki, lo spettatore è indotto a riflettere su problemi concreti quali la xenofobia, l’emarginazione sociale e la malattia, evitando la facile demagogia o i messaggi a effetto. Marcel Marx (André Wilms) si arrangia lucidando le scarpe ai passanti dopo una giovinezza bohémien trascorsa nel Quartiere Latino di Parigi, ben felice di intrattenere relazioni sincere e dirette. Arletty (Kati Outinen), moglie quasi anoressica di Marcel, dedita al suo uomo nella buona e nella cattiva sorte, riuscirà a superare i limiti imposti dalla malattia alla scienza medica (un miracolo?) pur di non lasciarlo solo. Blondin Miguel (Idrissa), sveglio ragazzino (dallo sguardo intenso ed espressivo) sfuggito alla cattura dei parenti, braccato dallo Stato francese, sarà protetto e aiutato da Marcel e dai piccoli negozianti del quartiere. I personaggi principali, tuttavia, sono altri: il dottor Becker (Pierre Etaix), detective sospettoso ma alla fine di buon cuore, e il denunciatore (Jean-Pierre Léaud), appostato dietro le tende di casa, sempre pronto a telefonare alle forze dell’ordine pur di sentirsi rassicurato.
L’abilità del regista risiede nel rendere credibile l’impasto di altruismo ed egoismo presenti in ogni comunità umana, persino in ciascuno di noi. In “Miracolo a Le Havre”, partecipiamo a un’avventura nel nostro mondo più intimo e personale, nella coesistenza di bene e male, di generosità ed egoismi.
Il regista non impone una conclusione al racconto: Idrissa riabbraccerà la mamma a Londra, ma il nonno sarà espulso dalla Francia, la rete sociale dei poveri manifesterà i propri vantaggi, ma il Potere non cambierà affatto e i delatori continueranno la loro opera infame. Un incompiutezza finale che tocca nel profondo e commuove (Riforma).
Miracolo a Le Havre
Finlandia, Francia, Germania 2011
Regia: Aki Kaurismaki
Interpreti: André Wilms, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Blondin Miguel, Elina Salo


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