Marawi city – “Non ci sono negoziati. L’esercito è impegnato nei combattimenti porta a porta per riprendere la città di Marawi. E i leader militari dicono che non intendono negoziare con i terroristi. Siamo seriamente preoccupati per p. Chito, ovvero p. Teresito Suganob, e per gli altri 15 ostaggi cristiani presi dai terroristi. Non sappiamo dove siano. Non credo i rapitori vogliano denaro, ma intendono usarli per salvarsi la vita. Temo li useranno come scudi umani”: è quanto dichiara all’Agenzia Fides il religiosiEdwin de la Pena, che guida la Prelatura territoriale di Marawi city, la città sull’isola di Mindanao (Filippine del Sud) attaccata e presa tre giorni fa dai terroristi del gruppo islamista “Maute”. I militanti hanno fatto irruzione nella cattedrale e rapito il vicario del religioso e i fedeli riuniti in preghiera, poi hanno dato alle fiamme l’edificio.
Il religioso conferma a Fides anche l’uccisione, avvenuta nella fase iniziale dell’attacco terroristico, di nove fedeli cristiani, fermati, legati e poi uccisi alle porte della città. “Sono estremisti violenti, non sappiamo cosa hanno in mente. Siamo nelle mani di Dio”, afferma.
Gli oltre 500 terroristi penetrati in città hanno issato le bandiere nere dello Stato Islamico, hanno bruciato due scuole e liberato i detenuti dal carcere locale. Poi si sono annidati nelle case, mentre l’esercito filippino, giunto in forze, ha iniziato l’assedio per liberare la città. La maggior parte della popolazione è stata evacuata ma alcune famiglie sono rimaste intrappolate nel fuoco incrociato e sono chiuse nelle loro case.
Intanto tutta la comunità cristiana filippina ha lanciato un campagna di preghiera per la liberazione degli ostaggi. Il religioso Orlando Quevedo, ha dichiarato: “Preghiamo per la salvezza degli gli ostaggi. Facciamo appello alla coscienza dei rapitori perchè non uccidano innocenti”, ha detto sulle onde di Radio Veritas, chiedendo anche l’aiuto ai leader musulmani di Mindanao per cercare di risolvere pacificamente la crisi degli ostaggi.
Anche il Cardinale di Manila, Luis Antonio Tagle, ha espresso solidarietà con la gente di Marawi: “Non ci sono parole per esprimere il dolore e l’amarezza che proviamo. Perché fare del male a degli innocenti? Siamo molto preoccupati”. Tutta la Chiesa filippina è con il fiato sospeso e ha lanciato l’appello “PrayforMarawi” diffuso anche sui sociale media.
Sull’isola di Mindanao, intanto, resta in vigore la legge marziale proclamata dal presidente filippino Rodrigo Duterte, che dà speciali poteri alle forze armate per mantenere l’ordine politico e sociale. (PA) (Agenzia Fides 26/5/2017)
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