Il Signore nostro Dio ci chiede di donargli il nostro “cuore”, Egli altro non vuole che il nostro cuore (Proverbi 23: 26 “Figlio mio, dammi il tuo cuore, e i tuoi occhi prendano piacere nelle mie vie”). Quando noi gli doniamo il nostro “cuore” succede che ci affidiamo completamente e totalmente a Lui e quindi non apparteniamo più a noi stessi ma apparteniamo al nostro Dio Onnipotente e di conseguenza desideriamo vivere la nostra vita per compiacerlo.
Perché Dio vuole proprio il nostro cuore?
E’ interessante notare che è nel “cuore” che Dio suscita la fede conservando l’uomo nell’ubbidienza (Romani 6:17 “Rendiamo grazie a Dio, perché voi eravate schiavi del peccato, ma avete obbedito di cuore a quell’insegnamento che vi è stato trasmesso”; Efesini 3:17 “Perché Cristo abiti nei vostri cuori per mezzo della fede”; 2Tessalonicesi 3: 5 E il Signore diriga i vostri cuori all’amor di Dio e alla paziente aspettazione di Cristo”).
Nella Bibbia il termine “cuore” ricorre 858 volte nell’Antico Testamento e 156 volte nel Nuovo Testamento. Le Scritture gli danno (al cuore) sia una dimensione fisica che fa riferimento alle lesioni che interessano il cuore (Salmi 37:15 “La loro spada penetrerà nel loro cuore e i loro archi saranno spezzati”), e sia una dimensione che fa riferimento alla sua funzione psichica.
Il ”cuore” è l’epicentro dei più diversi sentimenti: il dolore, la gioia, la paura, l’agitazione, la disperazione, il coraggio. In esso si racchiude tutta la nostra essenza (Matteo 12:34 “Poiché la bocca parla dall’abbondanza del cuore”).
L’aspetto psichico è legato a quello fisico, ma la funzione sentimentale è secondaria rispetto a quella intellettiva. Il “cuore”, infatti, è la sede della facoltà intellettiva, riflessiva e conoscitiva dell’uomo (cuore intelligente e cuore savio); a esso appartengono il discernimento e la sapienza e quindi la capacità di giudicare il bene dal male; e della funzione volitiva, infatti, i progetti e le decisioni hanno la loro sede nel cuore.
Il “cuore” è infine l’essere interiore e nascosto dell’uomo, dove si riassume la sua intimità, esso guida tutto il resto (Proverbi 4:23 “Custodisci il tuo cuore più di ogni altra cosa, poiché da esso procedono le sorgenti della vita”), siamo incentivati a custodire gelosamente il nostro “cuore” perché da esso proviene la nostra vita.
Si può definire che dal “cuore” parte l’essere umano cioè il principio della sua unità e l’essere nella sua interezza. A esso viene contrapposta l’esteriorità che si differenzia con l’apparenza (1Samuele 16:7 “Non badare al suo aspetto né alla sua statura, perché io l’ho scartato; infatti il Signore non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell’uomo: l’uomo guarda all’apparenza, ma il Signore guarda al cuore”), a volte le parole e i comportamenti nascondono i sentimenti del cuore anziché manifestarle e altre volte la bocca e le labbra professano parole che in realtà non sentono dentro il “cuore” (Isaia 29:13 “Il Signore ha detto: Poiché questo popolo si avvicina a me solo con la bocca e mi onora con le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me, e il loro timore di me è solo un comandamento insegnato da uomini”).
Dentro il “cuore” dell’uomo ci sono racchiusi tutti i suoi attributi fisici, psichici, intellettuali e volitivi, non è quindi una parte della persona umana ma il suo centro è per questo motivo che Dio reclama per sé il nostro “cuore” e ci invita a custodirlo più di ogni altra cosa (Proverbi 4:23 “Con ogni cura vigila sul cuore perché da esso sgorga la vita”).
In conclusione: Matteo 22:37 “Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua mente”.
Dobbiamo donare tutto il nostro “cuore” al nostro Dio, con sincerità e amarlo sopra ogni altra cosa e sopra ogni altra persona.
Luisa Lanzarotta – notiziecristiane.com
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