Festa di Morte (…in Belgio si fa’ ed il diavolo ringrazia !!)

untitledEmiel Pauwels, a 95 anni, era il più vecchio atleta belga, ancora sulla breccia, fino allo scorso anno, nelle competizioni di atletica leggera che si disputano per la terza età. Quando però gli è stato diagnosticato un cancro allo stomaco, il coraggio di vivere e di lottare gli è mancato e ha chiesto e ottenuto l’eutanasia. Fin qui, purtroppo, non c’è nulla di sensazionale: il Belgio è tristemente noto ai nostri lettori per essere uno dei paesi più spregiudicati nell’eliminazione di malati più o meno gravi, vecchi e bambini, non sempre consenzienti. Quello che c’è da notare, sulla morte di Pauwels, è che è stata portata ad esempio come una morte felice, di un uomo soddisfatto, di successo, circondato dall’affetto di amici, parenti e conoscenti, che ha voluto salutare con una festa vera e propria: “Finire la vita con un bicchiere di champagne in mano” titola la testata on line DH.net (http://www.dhnet.be/actu/belgique/une-fin-de-vie-un-verre-de-champagne-a-la-main-52cc0a6535701baedab2d36d)

L’articolo prende la fine di Pauweis come esempio di una tendenza che si auspica diventi una moda, originale, curiosa, ma bellissima: “un nuovo modo di intendere cosa significhi morire”. DH.net ha intervistato Olivier Descamps, presidente del comitato etico dei centri ospedalieri di Jolimont, che auspica nel futuro la nascita di un vero e proprio business legato alla “festa di morte” per celebrare l’eutanasia. Una sorta di propaggine delle agenzie di pompe funebri: per l’occasione i becchini dismetteranno le facce pallide e compunte a cui siamo abituati e si trasformeranno in organizzatori di eventi: affitto sala, catering, complesso musicale e – ovviamente – champagne a fiumi: perché è bello morire! Quindi con l’eutanasia – attenzione, attenzione – l’economia gira! Non solo eliminiamo persone che costano e non producono (e magari danno anche da fare a parenti che davvero tempo da perdere appresso a malati non ne hanno), ma l’organizzazione dell’evento crea tutto un business indotto: pasticceri si specializzeranno in torte di morte, cartolerie in cartoncini di auguri di “buona morte”… chissà se si faranno regali di morte e che cosa si potrà regalare al “festeggiato”… Chissà: presto non avrà più senso fare “lutto”: anzi sarà vietato piangere la dipartita dei propri cari: se no – che maleducazione! – la festa si rovina…

di Francesca Romana Poleggi

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