di ROBERTO BRACCO – Chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. Matteo 24: 13 – Nell’Apocalisse si può leggere: “Sii fedele fino alla morte ed lo ti darò la corona della vita” (Apoc. 2 :10). Fino alla fine, fino alla morte; in realtà le due frasi esprimono due concetti simili, ma non uguali: la prima si riferisce alla lunghezza e la seconda alla durezza dell’impegno cristiano.
Non soltanto dobbiamo rimanere fedeli fino all’ultimo alito della nostra vita quaggiù, ma dobbiamo rimanere fedeli anche a prezzo di privazioni, sofferenze, morte. La nostra perseveranza deve sfidare il tempo e deve sfidare tutte le eventualità che impegnano la fede, non esclusa la morte sul campo dei martirio.
Noi “ non compriamo “ la salvezza perché la partecipiamo come dono di Dio, però “ conserviamo “la salvezza come custodi di un bene che ci è stato dato da Dio : questa è la perseveranza cristiana. Perseveranza nel confessare Cristo, perseveranza nei seguire Cristo, perseveranza nell’ubbidire a Cristo, perseveranza nel servizio di Cristo.
Il cristianesimo deve avere un fondamento stabile nell’esperienza del credente; non si deve appoggiare sopra un entusiasmo passeggero, sopra un’emozione momentanea perché da questi fenomeni psicologici possono scaturire promesse, impegni, dichiarazioni di fede, ma soltanto come effetti corrispondenti alla causa cioè come manifestazioni superficiali e transitorie. Il fondamento del nostro cristianesimo deve essere una scelta consapevole e responsabile ed un impegno sincero ed onesto; dobbiamo saper suggellare un patto di fedeltà, di discepolato che ci renda fedeli fino alla fine.
Naturalmente dobbiamo guardarci dai commettere l’errore dell’apostolo Pietro, che anche nella sua sincerità ed onestà, non aveva saputo comprendere che la perseveranza, specialmente nel cimento, prevede la nostra disposizione, ma ha bisogno dell’assistenza divina. “ lo darò la mia vita per te “, “Anche se tutti ti abbandonassero io non ti abbandonerò “ ; possiamo ammettere che l’apostolo credeva veramente di poter fare quanto promesso e voleva sinceramente essere fedele al proprio Maestro, ma purtroppo non conosceva la propria fragilità.
Noi invece dobbiamo conoscerla e dobbiamo saperla mettere nelle mani di Colui che vuole darci tutta la forza della Sua grazia per darci vittoria in ogni battaglia fino ai giorno della vittoria finale e della gloria.
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