Fede vera

vera-fededi George Muller – “La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono; Per fede intendiamo che l’universo è stato formato per mezzo della parola di Dio, sì che le cose che si vedono non vennero all’esistenza da cose apparenti.” ( Ebrei 11:1;3).

PRIMO: CHE COS’È LA FEDE? Nel modo più semplice in cui sono capace di esprimermi, io rispondo: La fede è la garanzia che ciò che Dio ha detto nella Sua Parola è vero, e che Dio agirà in base a ciò che ha detto nella Sua Parola. Questa certezza, questa dipendenza dalla Parola di Dio, questa fiducia è la FEDE.

LE IMPRESSIONI NON SONO DA PRENDERE IN RELAZIONE CON LA FEDE. Le impressioni non hanno assolutamente niente a che fare con la fede. La fede ha a che fare con la Parola di Dio. Non sono le impressioni, forti o deboli che siano, che faranno la differenza. Abbiamo a che fare con la Parola scritta e non con noi stessi e le nostre impressioni.

LE PROBABILITA NON SONO DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE.
Molte persone sono disposte a credere a quelle cose che a loro appaiono come probabili. La fede non ha nulla a che fare con la probabilità. Il territorio della fede inizia dove le probabilità cessano e la vista e i sensi cadono. Un gran numero di figli di Dio sono abbattuti e lamentano la loro mancanza di fede. Mi scrivono dicendo di non avere impressioni, non sentire nulla, e di non vedere probabilità che la cosa che desiderano possa accadere.

LE APPARENZE NON SONO DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE. La questione è – se Dio ha parlato nella Sua Parola.

Ed ora, cari amici cristiani, avete il grande bisogno di chiedervi se siete abituati a confidare così, nell’intimo della vostra anima, in ciò che Dio ha detto, e se seriamente cercate di scoprire se la cosa che volete è in conformità con ciò che Egli ha detto nella Sua Parola.

SECONDO: come la fede può crescere. Dio si compiace di far crescere la fede dei suoi figli. La nostra fede che inizialmente è debole, si sviluppa e si rafforza sempre di più in noi. Dovremmo, invece di rifiutare la prova prima della vittoria, o l’esercizio della pazienza, essere disposti a prendere queste cose come un mezzo dalla mano di Dio. Io dico – e lo dico deliberatamente – che le prove, gli ostacoli, le difficoltà, e a volte le sconfitte, sono il cibo della fede. Ricevo lettere da tanti cari figli di Dio che dicono: “Caro fratello Muller, ti scrivo queste cose perché sono così debole nella fede”.  Come con certezza chiediamo che la nostra fede sia rinforzata, dobbiamo avere la disposizione a prendere dalla mano di Dio i mezzi per rafforzarla. Dobbiamo permettere a Lui di educarci attraverso le prove, le perdite e le difficoltà. E’ attraverso le prove che la fede si esercita e si sviluppa sempre di più. Dio affettuosamente permette le difficoltà, affinché Egli possa continuamente sviluppare ciò che Egli vuole fare per noi, e a tal fine, non dobbiamo tirarci indietro, ma se Egli permette la sofferenza e gli ostacoli, le perdite e le afflizioni, dobbiamo prenderli dalle sue mani come dimostrazione del suo amore e della sua cura per noi, per sviluppare sempre di più quella fede che Egli sta cercando di rafforzare in noi.

Quando ho cominciato a lasciare che Dio operasse in me, affidandomi a Lui, prendendolo in parola, e da cinquanta anni a questa parte semplicemente affidandomi a Lui per me stesso, per la mia famiglia, per le tasse, le spese di viaggio, e di ogni altra esigenza, appoggiandomi sulle semplici promesse che trovo nel capitolo sei di Matteo. Leggete attentamente Matteo 6:25-34. Ho creduto alla Sua Parola, ho riposato su di essa e l’ho messa in pratica. Ho preso Dio in parola. Uno sconosciuto, uno straniero in Inghilterra, conoscevo sette lingue e forse avrei potuto utilizzarle  come un remunerativo mezzo di lavoro ma mi sono consacrato al lavoro per il Signore, ho messo tutta la mia fiducia nel Dio che ha fatto le promesse, ed Egli ha agito secondo la Sua Parola. Non mi è mai mancato nulla – nulla. Ho avuto le mie prove, le mie difficoltà, e il portafogli vuoto, ma i miei introiti ammontavano a migliaia di dollari, mentre il lavoro veniva svolto in questi 51 anni. Poi, per quanto riguarda il mio lavoro pastorale, negli ultimi 51 anni ho avuto grandi difficoltà, grandi prove e perplessità. Ci saranno sempre difficoltà, sempre prove. Ma Dio mi ha sostenuto, e mi ha fatto superare tutte queste prove, e l’opera è andata avanti. Ora, questo non è perché, come alcuni hanno detto, io sono un uomo di grande forza mentale, o dotato di grande energia e di perseveranza – non sono questi i motivi. E’ perché ho confidato in Dio, perché ho cercato Dio, ed Egli ha portato avanti quest’opera, che, sotto la Sua direzione, dispone ora di 100 scuole, con maestri e maestre e altri servizi di cui vi ho detto precedentemente.

Io non ho portato il peso. E ora nel mio 67° anno, ho la forza fisica e il vigore mentale nell’opera quanto quando ero un giovane universitario, studiando e preparando discorsi in latino. Sono altrettanto vigoroso come in quel tempo. Come mai questo? Perché in mezzo secolo di lavoro, sono stato in grado, con la semplicità di un bambino, a fare affidamento su Dio. Ho avuto le mie prove, ma mi sono appoggiato su Dio, ed Egli mi ha sostenuto. Non solo Egli ci da il permesso, ma ci comanda di gettare ogni peso su di Lui. Oh, facciamolo! Miei cari fratelli e sorelle in Cristo, “Getta il tuo peso sul Signore ed egli ti sosterrà”  Giorno dopo  giorno Egli lo farà. Questa mattina 60 questioni riguardo alla chiesa di cui sono pastore ho portato davanti al Signore, e così è da sempre, giorno dopo giorno, anno dopo anno, per dieci anni, trent’anni, quarant’anni.

Inizialmente ho avuto fede per confidare nel Signore per dieci dollari, poi per un centinaio di dollari, poi per un migliaio di dollari, e ora, con grande facilità, potrei confidare in Lui per un milione di dollari, se fosse necessario. Ma prima, vorrei in silenzio, con molta cura, deliberatamente esaminare e vedere se quello che mi aspetto, sia qualcosa in conformità con le Sue promesse nella Sua Parola scritta.

“Ora, essendo suoi collaboratori, vi esortiamo a non ricevere invano la grazia di Dio.” (2 Corinzi 6:1).

da: Chiesadiroma.it/

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