Fede cristiana scelta vegetariana

Sempre più persone riducono il consumo di carne o rinunciano del tutto alla carne

(ve/idea) Un numero crescente di persone si chiede, di fronte ai dibattiti ecologici e medici, ma anche filosofici e di fede, sulle scelte alimentari, se sia o meno il caso di rinunciare al consumo della carne. Due opinioni a confronto. Consumo eccessivo
“Chi riflette sull’alimentazione dell’umanità giunge alla conclusione che è meglio rinunciare alla carne”, afferma Lothar Erbenich, medico, avventista, di Berlino. “Il nostro consumo di carne è esagerato, sia da un punto di vista ecologico, sia da quello economico. Per produrre un chilogrammo di carne si utilizzano sette chili di cereali. Dal punto di vista delle superfici necessarie per la produzione di carne, il nostro pianeta sta raggiungendo il punto del collasso. I cristiani devono adottare uno stile di consumo responsabile. E dunque devono cambiare il proprio stile alimentare”.
Gli da in parte ragione Clemens Discherl, esperto della Chiesa evangelica in Germania per le questioni agrarie e sociali: “Così come non si deve esagerare con il consumo di alcol, anche nei confronti della carne bisogna procedere con ragionevolezza. Chi beve troppo alcol diventa un ubriacone – e la Bibbia mette in guardia nei confronti di questo vizio – e chi mangia troppa carne fa del male al proprio corpo e, in definitiva, al creato. Il consumo sfrenato di carne che caratterizza la nostra “società civilizzata” – basata su un tipo di agricoltura industriale, che disprezza la dignità degli animali e che si regge sulla mentalità del “tutto-a-buon-mercato” – porta alla distruzione di aree fertili, alla scomparsa di specie animali, alla riduzione della disponibilità alimentare per molte popolazioni”.

Rinuncia alla carne
A questo punto, però, le strade dei due esperti si dividono. Per il dottor Erbenich, le conclusioni sono evidenti: “I vegetariani hanno delle prospettive di vita migliori. Chi mangia vegetariano vive più a lungo ed è meno esposto a malattie del sistema cardiovascolare e a molti altri disturbi. Tutto ciò comporta un notevole risparmio sui costi della salute”. E aggiunge: “Ricordiamoci che cosa scrive l’apostolo Paolo: “Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito santo?” (1 Corinzi 6,19). Senza dubbio noi abbiamo una certa responsabilità nei confronti del nostro corpo. E questo significa evitare ciò che ci danneggia e godere, con moderazione, di tutto ciò che ci giova. Ci sono cose migliori della carne e delle salsicce: il cibo vegetariano del giardino dell’Eden – secondo Genesi 1,29 si trattava di vegetali e frutta – costituiva un menù paradisiaco!”.
L’esperto di questioni agrarie della EKD, Clemens Discherl, ribatte a partire dall’immagine del Paradiso. “Noi viviamo in un mondo imperfetto, non siamo più nel Paradiso. E quando Dio scaccia la prima coppia umana dal giardino, non li lascia andare via nudi, bensì li copre con delle pelli di animali (Genesi 3,21). Per procurarsi delle pelli, Dio deve avere ucciso degli animali – per rendere un servizio all’uomo”.

Rispetto della dignità
Discherl è convinto che l’essere umano abbia il permesso di uccidere e mangiare degli animali. “Pensiamo ad esempio alla parabola del padre misericordioso”, prosegue, “nella quale il padre dice, al ritorno del figlio: “Prendete il vitello, quello che abbiamo ingrassato, e ammazzatelo. Dobbiamo festeggiare con un banchetto il suo ritorno” (Luca 15,23). Gesù stesso parla di un banchetto durante il quale si mangia della carne. Perciò sono sicuro che non si tratti di rinunciare completamente alla carne, bensì di ridurne il consumo a un livello ragionevole, all’insegna del “di meno è meglio”! Gli animali, nostri compagni nel creato, devono essere rispettati – e tuttavia possiamo mangiarli, badando magari che provengano da allevamenti locali.


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