É l’imbroglio astuto del nemico, quello di farci credere che la santità abbia una immagine precisa, ben definita, preconcetta e che esista un modo per conseguirla, così, come un diploma o un onorificenza, come uno traguardo che ci avvicina a Dio.
Il male tenta di farci credere che dobbiamo “assomigliare” ad un modello fatto di: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza…
Galati 5:22 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo;
E In effetti è un modello perfetto! Ed è tanto perfetto, quando più traspare dalla nostra esistenza, trascendendo la nostra stessa volontà, manifestandosi come un frutto nella stagione corretta.
l’impegno costante a “voler” essere ad immagine di Cristo con il comportamento, ovvero, imitando in modo esemplare la ” persona” di Gesù, in ogni azione, in ogni gesto, in ogni parola. Trattenendo emozioni, desideri e spontaneità, sarà certamente indice di buona condotta, ma Cristo non fluisce da noi spiritualmente verso il mondo, attraverso una costrizione, tramite un “nostro” modo missionario, viceversa, siamo noi ad andare verso il mondo con le nostre forze.
Non c’è potenza in questo gesto, un ravvedimento è avvenuto nella mia vita ma non sono ancora morto alla vecchia natura.
Uno sforzo mentale e talvolta anche fisico ci guidano, ed è proprio lì che il male si serve di persone di buona volontà per compiere la sua opera.
Distogliere uno spirito sensibile dedicato dalla vera ricerca di Dio, da un cammino interiore alla scoperta del proprio tempio.
Scoprire la Magnificenza di Dio in noi, quale altro scopo dovrebbe avere la vita di un uomo?
Ogni dono si manifesta in entrambe le realtà, quella naturale e quella spirituale. Avviene però che le cose prodotte nella sfera materiale non sono incisive nello spirito, semmai per l’anima, mortificandola o facendola gioire.
Le cose naturali non possono alterare lo spirito, poiché esso proviene da Dio ed è stabile nel suo essere.
Al contrario, se lasciamo che le cose dello spirito prendano il “dominio” nella nostra vita, potremo “godere” di una vista a trecentosessanta gradi, perché esso ( data la sua natura e provenendo da Dio ) coinvolge ogni parte del nostro essere, influenzando lo stato dell’Anima e la nostra vita materiale, spargendo benessere fin oltre i confini del nostro corpo.
I doni dello spirito, manifesti nello spirito, arrivano con efficacia alle altre persone, toccando, il loro fisico, in una guarigione per esempio, la loro Anima trasmettendo una sensazione di pace, fino ad indurre un risveglio spirituale che potrà dare inizio ad un ravvedimento che porta alla conversione.
PER NOI STESSI.
Tutto ciò che diventa conforme nella fede prende il nome di religione.
Azioni conformi, preghiere conformi, chiese conformi, persone conformi, modelli conformi. Questo metodo disegna un credente a cui assomigliare, e determina una caduta di personalità, non utile al Signore ed inevitabilmente, rapporta e mette a giudizio.
Qualcuno avrà fatto meglio di un altro? sarà più vicino all’altare? Ciò esclude la cosa più importante nella fede, ovvero: scoprire Cristo in se stessi, come il Signore si manifesta a noi e da noi.
Ciò che ” dobbiamo fare, con obbligo assoluto, con fatica, impegno, con convinzione e lottando contro la nostra volontà e quello di cambiare noi stessi, per noi stessi, non di lasciarci cambiare da un modello.
Questo per abilitare una ” modalità ” poi utile agli altri, cambiare seguendo le indicazioni dello Spirito Santo, lì si! dobbiamo metterci tutta la nostra forza.
Dobbiamo imporre la nostra volontà che discerne il bene, quella che proviene da Dio, a noi stessi. Combattendo quelle attitudini che come un morbo abbiamo contratto dal mondo, così, semplicemente vivendo nel mondo del ” tutto è normale” del ” tutto è lecito”.
Verso noi stessi si! Dobbiamo ragionare con forza, da noi stessi dobbiamo esigere per essere e non per apparire, perché ciò che togliamo di ingombrante possa essere riempito dallo Spirito Santo con i suoi doni per noi.
Questo diventa visibile, ma sopratutto percepibile a tutti.
Si può notare che stiamo percorrendo un cammino verso il cambiamento, verso (forse) la santificazione.
La differenza sta nel come queste qualità fuoriescono da noi.
Potremmo sforzarci mille anni a compiere buone azioni, senza mai compiere un passo verso la salvezza, per noi è per gli altri.
PER GLI ALTRI…
Differente è il rapporto verso gli altri, ogni credente è una testimonianza e niente parla meglio del suo essere.
Come in un attimo privo di autocontrollo appare la nostra realtà interiore, una cattiva parola, un gesto sconsiderato, nello stesso attimo “istintivamente” si diffonde da noi amore, conforto, sostegno.
Non sarà una forzatura a cambiare la condizione altrui e nemmeno la nostra, lo Spirito di Dio ha “bisogno” di appoggiarsi su di una verità per divenire operante, e non di una verità buona o bella, ma di una verità in quanto tale.
Ecco dunque che il conformismo religioso non è altro che parvenza di una modalità umana, l’avvicinarsi ad un modello, ad un gruppo, che ci conforta, che ci accoglie ma che di per s’è è Spiritualmente inattivo.
Una medicina che non funziona, una lampada spenta, una cura di bellezza esteriore.
Chi cerca dottrina ci resterà appiccicato come su di una carta moschicida, chi cerca profondità ne verrà attratto per l’opera stessa del proprio spirito.
La ” Parola” non fa nessuna menzione di uomini buoni che abbiano conosciuto Dio attraverso la loro opera, ma racconta di uomini veri, consapevoli della loro condizione umana, fallaci, eppure con un profondo desiderio di accostarsi al Signore e di servirlo.
Siano essi Re, Profeti, Discepoli, semplici pescatori, Per Dio non c’è differenza, non c’è favoritismo.
PER LA CHIESA
Abbiamo mille compiti da svolgere per essere ” perfetti ” agli occhi del Signore.
Il Principe del mondo cerca di convincerci che esista un modello di comportamento al quale conformarsi, il Re dei Re ci esorta invece, a lasciare fluire la personalità poliedrica dello Spirito Santo. Il primo per essere idonei alla Chiesa e il secondo per essere conformi al Corpo di Cristo.
Certamente il miglior ” servizio” che possiamo rendere al Signore, è quello di rivelarci esattamente per come siamo, ammettendo che ci ha creati perfettamente (Quando Egli ci creò disse ” MOLTO BUONO) ” senza porre impedimenti, lasciando scorrere in noi e da noi lo Spirito Santo.
Lasciando trasparire che Cristo vive in noi e sopratutto non impedendogli di compiere la sua opera di ” ricongiungimento al Padre ” che continua ancora oggi.
Quando Dio ci ha creati nel seno materno aveva un’idea ben precisa di noi, ed è solo se siamo conformi ad essa che avremo una collocazione precisa in seno al corpo di Cristo.
Non una protesi, un arto finto, ma un perfetto strumento per la Sua gloria.
Quando il “corpo” in ogni sua componente assumerà una connotazione vera, potrà muoversi liberamente, con abilità, spontaneamente.
Esistono alcune persone, che devono adattare, i propri arti ad usi insoliti…chi dipinge con i piedi, chi cammina sulle ginocchia o chi mangia con i gomiti ( questa è solo una metafora ) immaginiamo con quale sforzo queste persone compiono un gesto naturale come camminare o come portare un cucchiaio alla bocca. Certo a Dio tutto è possibile, ma il corpo di Cristo è perfetto ed ogni sua funzionalità eccellente.
Egli creando una chiesa, una comunità, collocherà di sicuro ogni membro al posto giusto, Dio non commette errori, semmai compie cose che non comprendiamo, alle quali a volte ci ribelliamo, ( ma questa è un’altra storia ).
La differenza è che per vincere occorre un puledro purosangue, che abbia carattere, temperamento. Che non abbia timore degli ostacoli, che in vista del traguardo possa ancora forzare l’andatura. Un puledro che desideri vincere la gara è che non cederà mai il passo all’avversario, costi quello che costi! In Cristo non è sufficiente partecipare, poiché ogni uno è in gara con se stesso per se stesso. Un purosangue non corre per farsi vedere o per partecipare comunque alla gara, ma perché quella è la sua natura e correndo esprime tutto il suo essere.
Così è l’immagine del cristiano, del vero figlio di Dio, esso non può che manifestare la sua natura.
Quando incontra lo Spirito di Dio ritorna ( abbandonando i paramenti da gara ) ad essere libero di correre su praterie e monti interpretando perfettamente ciò che Dio a fatto in lui, poiché egli stesso è parte di quel Dio che l’ha creato.
Essendo così una testimonianza della Gloria di Dio.
Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com
copyright©francescoblaganò 11/2016
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