Fecondazione artificiale. Spesa inutile a carico del SSN, nel 2021 fallimento per l’80% delle coppie

«L’ultima relazione ministeriale, lacunosa e incompleta come sempre, sulla legge 40 del 2004 che ha legalizzato e regolamentato la fecondazione artificiale,  mette ancora in luce l’inutile ecatombe di piccoli esseri umani, di bambini allo stato embrionale, che si è consumata anche nel 2021», così Francesca Romana Poleggi, membro del Direttivo di Pro Vita & Famiglia onlus.

«A spese dei contribuenti – prosegue Poleggi – e di un SSN sempre in profonda crisi di risorse, ma generando profitti milionari per le cliniche per la fertilità, con la fecondazione omologa sono stati assemblati 349.889 embrioni e sono  nati solo 18.053 bambini: il 5,2%. Il calcolo delle vittime della fecondazione eterologa è più difficile perché i dati sono incompleti. Sappiamo che sono nati 3.608 bambini ma non sappiamo quanti embrioni sono stati assemblati e quanti sono morti o sono stati scartati. Né si conosce il numero preciso dei piccoli che giacciono congelati nell’azoto liquido, sospesi tra la vita e la morte.

E non solo le vite di questi piccoli esseri umani sono considerate meno che spazzatura: il business della fecondazione artificiale illude e inganna le donne e le coppie infertili. Meno del 20% di esse, infatti, ha avuto un figlio in braccio e i dati mostrano che le donne sono sottoposte in modo sempre più invasivo e con alti rischi alla stimolazione ovarica».

«Chiediamo – conclude Poleggi – un severo riesame critico della legge 40 del 2004 che, con le successive sentenze della Corte Costituzionale che l’hanno quasi totalmente riscritta, da 20 anni produce per la società civile in massima parte dolore e morte».

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