Meditazione su Marco 16:15-16; “Andate per tutto il mondo e predicate l’Evangelo ad ogni creatura. Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato”.Gesù aveva già subìto il supplizio delle ingiurie, degli scherni, della incredulità nei suoi confronti, ma soprattutto aveva subìto le atrocità fisiche sulla croce sulla quale ha deposto la propria vita per addossarsi tutto il peccato del mondo; Egli che era perfetto nel Suo essere Santo, nel Suo modo di parlare, di farsi comprendere, di agire, di operare, di sanare gli infermi. La Sua breve vita terrena ha lasciato dei segni tangibili in coloro che avevano creduto in Lui; che con Lui avevano camminato dopo avere lasciato ogni cosa; che con Lui avevano gioito nel vedere storpi rimettersi in piedi e saltellare, ciechi vedere, sordi udire, lebbrosi guarire e peccatori ora ravveduti. Eppure questo Gesù da loro tanto amato, li ha dovuto riprendere spesse volte, per la loro fragilità, la loro impulsività, la loro disavvedutezza, per la loro mancanza di fede. Malgrado tutto li amava di un amore che pari con c’è; di un amore tanto delicato e gentile, tanto puro e caro, tanto profondo e sublime con il quale li ammaestrava e li esortava, li comprendeva e li rimproverava dolcemente, li curava e li incoraggiava.
Ora era il tempo che Gesù si doveva dipartire da loro; era apparso diverse volte dopo essere risuscitato ed i suoi discepoli erano rimasti increduli, ma Gesù che conosceva le loro abitudini volle congedarsi da loro mentre erano tutti riuniti. Infatti mentre erano a tavola Gesù apparve davanti a loro e per prima cosa li rimproverò per non avere creduto alla Sua resurrezione. Non c’è nulla da meravigliarsi se, malgrado Gesù aveva loro detto che il terzo giorno sarebbe resuscitato, essi non prestarono fede alle Sue parole. Ogni uomo avrebbe dubitato perchè l’animo umano è portato spesso a credere ciò che vede e un pò meno facilmente ciò che non vede.
Dopo averli rimproverati, credo con tanto amore, Gesù diede loro un incarico molto importante. Egli non ha guardato alla bassezza del loro peccato, alle loro mancanze, alle loro limitazioni umane, alle loro debolezze; se Gesù avesse riguardato a tutto ciò nessun uomo avrebbe potuto essere nella cerchia dei Suoi discepoli. Egli ha chiamato degli uomini come tanti, un po traballanti nella fede e un po ignoranti nella lettera; ma uomini di buona volontà che da lì a poco avrebbero sentito il loro Maestro rivolgersi loro dicendo: Andate per tutto il mondo e predicate l’Evangelo ad ogni creatura.
Il Vangelo che avevano sentito predicare direttamente da Gesù, l’amore spiritualmente pratico, o meglio che si riflette sulle azioni verso i bisognosi, amore di cui soltanto Lui ne è la sorgente, ora dovevano portarlo al mondo intero. Mentre per circa tre anni erano stati al fianco del loro Maestro, ora dovevano camminare materialmente da soli; vero è che fra un breve tempo avrebbero ricevuto dall’alto il potenziamento scaturito dal battesimo nello Spirito Santo, ma da ora in poi si dovevano rassegnare a non vedere tra loro quel Mestro buono, caritatevole, misericordioso, potente, fedele e leale verso il Padre Celeste, datore di pace vera, di gioia infinita e di innumerevoli benedizioni per andare come agnelli in mezzo ai lupi (Luca 10:3). Avrebbero incontrato tante difficoltà, ma lo Spirito Santo avrebbe dimorato con loro in qualunque occasione ed in qualunque luogo si trovassero. Ogni creatura doveva essere l’indirizzo della loro predicazione, nessuna esclusa; nessun riguardo
quindi ad anziani rispetto ai giovani, ai ricchi rispetto ai poveri, a persone rispettabili rispetto alla gente comune ecc.ecc. tutti dovevano ascoltare il messaggio della Parola di Dio.
Dalla accettazione o meno della loro predicazione, sarebbe poi dipesa la salvezza delle anime, infatti Gesù disse loro ancora: Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato, ma chi non avrà creduto sarà condannato. Dopo la prima predicazione di Pietro, già rivestito dalla potenza dello Spirito Santo, circa 3000 anime accettarono nel proprio cuore la predicazione della Parola di Dio e furono battezzate (Atti 2:41), e via via che i discepoli di Gesù Cristo andavano avanti nel loro compito, tante altre anime venivano alla conoscenza della Parola di Dio, al ravvedimento ed alla salvezza. Non voglio nemmeno per un attimo pensare a quello che sarebbe successo a quegli uomini sprovveduti che non sapevano nemmeno quale fosse la loro destra e quale la loro sinistra, se i discepoli di Gesù avessero preso l’impegno di predicare la Parola di Dio e non lo avessero poi assolto con quella scrupolosità che li ha contraddistinti o se addirittura non lo avessero assolto
completamente.
Se oggi, caro fratello, cara sorella che leggi queste poche righe, tu ringrazi Dio di essere un Suo figliolo, una Sua figliola è anche grazie all’impegno con il quale i discepoli di Gesù hanno risposto alla Sua chiamata.
Se oggi apparteniamo alla famiglia di Gesù, leggiamo la Parola di Dio meditandola ogni giorno e se abbiamo l’opportunità di andare ai piedi della croce per parlare con il Nostro Signore, è anche grazie alla prontezza d’animo che ebbero i discepoli di Gesù. Ringraziamo quindi il Signore che nella Sua lungimiranza ha costituito come suoi discepoli, dei personaggi che pur avendo mille difetti non si tirarono indietro dal predicare la Parola di Dio neanche davanti alla conseguenza terribile di dare la propria vita (Atti 6:59,60).
L’opera di Dio, come non si è fermata ai tempi degli Atti, così non si è mai fermata e andrà sempre avanti; non è importante nè sapere chi siano coloro per cui andrà avanti, nè sono importanti coloro stessi per cui andrà avanti, perchè Dio la porterà comunque avanti; ma è pur vero che ogni Cristiano deve sentire il dovere morale di partecipare a questo grande impegno che Gesù ha voluto dare ai Suoi.
Sicuramente non tutti coloro che hanno creduto in Gesù sono evangelisti (Efesini 4:11), però se riteniamo che Dio ci ha dato dei talenti nel nome di Gesù, possiamo benissimo comprendere che ognuno di noi può essere utile (ma non indispensabile) nel campo del Signore (1° Corinzi 3:6). Perciò lasciandoci guidare dal Signore nella preghiera e nella meditazione della Sua Parola, chiediamo al Signore cosa dobbiamo fare; qual è il nostro compito. Per certo, ognuno, nell’ambito della propria famiglia, della propria parentela, del proprio vicinato, del proprio posto di lavoro, a prescindere dall’avere ricevuto o meno dei doni o dei ministeri, se radicato nel Signore e fermo nella sana dottrina, può essere un punto di riferimento per quanti non conoscono il Signore. Sia dunque il nostro comportamento sobrio, sano, irreprensibile, e se per guadagnare un’anima a Cristo dobbiamo rinunciare a qualcosa di nostro, che ben venga la nostra perdita (Giovanni 12:25).
PALAZZOLO Aurelio – notiziecristiane.com
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