«Il caso olandese di apertura dell’eutanasia anche ai bambini che verranno giudicati in condizioni di salute gravi e “incurabili” è il tragico esempio di deriva della cultura della morte di Stato. L’Olanda fa il paio con il Belgio, dove l’eutanasia per i bambini è stata approvata nel 2014, dieci anni dopo l’approvazione dell’eutanasia per gli adulti. Questo significa che quando un Paese accetta di uccidere i propri anziani o malati ci metterà poco fino ad arrivare a “garantire” la morte per chiunque anche bambini, solo perché in condizioni di fragilità. Inoltre ci chiediamo, chi giudicherà, al posto dei bambini anche molto piccoli, che le sofferenze sono davvero insopportabili? E se i genitori non vorranno la morte dei loro figli? A quanti altre decine di casi di Charlie Gard o Alfie Evans dobbiamo ancora assistere? Siamo di fronte ad un progressivo declino di umanità, una nuova barbarie. C’è da pensare seriamente alla possibile comparsa di un darwinismo sociale, che intende facilitare l’eliminazione degli esseri umani gravati da sofferenza e da difetti per “anestetizzare” la società tutta. L’Italia, dove spesso progressisti e Radicali spingono per eutanasia o omicidio del consenziente, non è immune a questo pericolo». Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia.
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