Etiopia: imam rischia la vita per seguire Gesù

ImageHandlerTofik, una guida islamica etiope si è convertita al cristianesimo ed ora rischia la vita per seguire Cristo. Inoltre, confrontato con la persecuzione, si rende conto che Dio utilizza ogni situazione per il bene della Chiesa.

Tofik ha speso 24 anni della sua vita studiando per diventare imam. “A scuola studiavamo solo questioni  attinenti la fede islamica. Parte dell’insegnamento verteva sulla distruzione del cristianesimo.  Avremmo messo in atto gli insegnamenti ricevuti una volta finito il corso di studi. Avremmo attaccato i cristiani“.

A Tofik era stato insegnato che i cristiani sono persone cattive, pertanto si sentiva incoraggiato a picchiarli, ad attacare le loro chiese e bruciare le Bibbie. “Ogni volta che veniva costruita una nuova chiesa i nostri insegnanti ci dicevano di andarla a distruggere, e questo era quello che facevamo“.

Dopo i primi anni di studio nel suo paese, Tofik venne selezionato insieme ad altri 14 studenti per andare ad approfondire la conoscenza della religione islamica direttamente in Arabia Saudita. Alla fine di questo corso di perfezionamento venne nomitato imam.  Fondò ben sedici moschee e fece in modo che nel suo villaggio nessuno potesse predicare Cristo.

Col tempo però, lavorando a stretto contatto con alcuni cristiani, iniziò a capire meglio la loro fede. Durante una notte ebbe due sogni, nel quale Cristo si presentò  a lui e gli disse di seguirlo. “Condivisi questi sogni con mia moglie, ma lei cercò di dissuadermi dall’idea di seguire Cristo. Tutta la mia famiglia rifiutò l’idea di seguire Cristo“.

Tofik decise di frequentare un culto cristiano, parlò con i responsabili della comunità e pregò con loro per diventare cristiano. “La notizia della mia conversione e dell’essere andato in chiesa si sparse subito nel mio villaggio. Molte persone che mi vedevano piangevano considerandomi un uomo morto; questo è ciò che si pensa delle persone che abbandonano l’islam per un’altra religione“.

La reazione dei musulmani non si fece attendere. Nella nostra cultura, quando qualcuno muore, le sue proprietà vengono spartite. Distrussero la mia casa dandole fuoco, presero il mio bestiame e quello che rimaneva dei miei possedimenti“.

Tofik però non si è lasciato scoraggiare: “La Bibbia è diventata la mia arma. Ho viaggiato molto per predicare e insegnare i principi della fede cristiana. Ho aperto una comunità nel cortile di casa mia e molte persone hanno deciso di seguire Cristo. Questo però ha irritato molti abitanti del villaggio“.

Le violenze fisiche e psicologiche sono continuate, “ma preferii  rimettere tutto nelle mani di Dio e di perdonare i miei assalitori“.

Dobbiamo iniziare con l’amare le persone. Abbiamo bisogno di amare i nostri oppositori e di mostrare loro questo amore. Dobbiamo essere pazienti e lentamente loro verrano alla fede in Gesù. Voglio che le persone sappiano che la persecuzione non ha solo aspetti negativi, in essa infatti vi è qualcosa di buono. Nel profeta Isaia è scritto che Dio avrebbe fatto qualcosa di nuovo, e che il Suo popolo avrebbe riconosciuto questa opera nuova e che sarebbe stato risollevato perché aveva confidato in Lui. Così, quando mi trovo ad affrontare la persecuzione, io so che Dio sta creando cose nuove, e che questa non è la fine. La mia stessa vita non finirà qui sulla terra“.

Porte Aperte Italia

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