L’essere se stessi dal punto di vista cristiano è un po come una fusione d’amore, tra la nostra anima e lo Spirito di Dio… è un’elevarsi e un perdesi, per ritrovarsi uniti intimamente al Padre, nella famiglia di Dio.
Ma perché è cosi difficile essere uniti, cosi doloroso essere se stessi nella semplicità del cuore, perché in qualche modo siamo costretti a mentire e quando apriamo il nostro cuore nella sincerità, ci ritroviamo tristemente delusi ed ogni volta più stanchi… sfibrati?
Se per caso inavvertitamente per un’ attimo dimentichiamo di mettere la maschera della circostanza, mostrandoci per ciò che siamo, nella purezza del nostro cuore, manifestando i nostri sentimenti, le nostre emozioni con la semplicità di un bambino, ecco che veniamo brutalmente feriti nel profondo dell’animo, del cuore e nel tempo le ferite si infettano, non guariscono più, continuano a sanguinare.
A quel punto è inevitabile, per difesa, per mitigare il dolore e non essere ulteriormente feriti dobbiamo per forza indossare una maschera. Da sempre mi sono ritrovata a combattere con delle maschere, maschere che io stessa per adeguarmi e difendermi ho portato a mia volta, ma in questo modo io non conoscevo gli altri e gli altri non conoscevano me.
La maschera più usata più facile da portare, quella che io stessa ho portato per tutta la vita è la maschera dell’incomunicabilità, della chiusura, dell’isolamento, dietro questa maschera, mettevo tutte quelle cose che mi facevano sentire inadatta, inadeguata, diversa dagli altri.. le mie paure… le mie fragilità, le mie emozioni, i miei sentimenti, le mie insicurezze e le mie incapacità.
Questa maschera si… è la più facile da portare ma è anche la più insidiosa, la più pericolosa, perché il non riuscire a comunicare, il non poterci mostrare per ciò che siamo per mancanza di fiducia gli uni degli altri, ci porterà inevitabilmente ad una chiusura sempre maggiore, sino a diventare dei veri e propri illusionisti, sempre più abili nel cambiare velocemente le maschere, distaccandoci in questo modo dalla realtà di ciò che dovremmo essere come figli di Dio.
Facendoci assomigliare sempre di più a dei robot cristiani, perdendo il privilegio e la gioia di riscoprirci meravigliosamente vivi come creature di Dio, con cuore, sentimenti ed emozioni. Nel mondo si sa, le maschere sono all’ordine del giorno ce ne sono tante per ogni situazione ed è “normale” il mondo è governato da satana che è l’ideatore il costruttore delle maschere, dell’illusione, dell’ambiguità, ma quando questo tipo di “normalità” entra a far parte della nostra vita cristiana” qualcosa c’è che non va.
Tutti noi sappiamo che dietro a tutto questo, c’è una sottile, diabolica e perversa strategia di satana per disorientarci, confonderci e allontanarci sempre di più gli uni dagli altri, tutti noi siamo consapevoli che le maschere sono un’ idea di satana, ma caparbiamente e ostinatamente per comodità continuiamo a portarle.Siamo talmente abituati alle maschere che quando ci capita di incontrare una persona vera, la consideriamo strana, quasi ne abbiamo paura e in tutti i modi cerchiamo di allontanarla.
Certo togliere la maschera ha un costo, perché a quel punto i nostri castelli di sabbia crolleranno e gli altri inevitabilmente ci vedranno per ciò che siamo, con le nostre fragilità e la nostra vulnerabilità, ma è l’unico modo che abbiamo per essere sinceri davanti a Dio e tra di noi.
Se continuiamo a portare la maschera dell’allegria, mentre nel nostro cuore c’è tristezza e dolore, o la maschera impenetrabile della durezza, mentre al contrario siamo insicuri e fragili, come potremmo aiutarci, incoraggiarci, restando uniti in un’abbraccio in Cristo sostenendoci con la preghiera?
In (1 Corinzi 2:14 -15) è scritto: “ or l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio perche gli sono follia per lui e non le può conoscere perché si giudicano spiritualmente. Ma colui che è spirituale giudica ogni cosa, ed egli stesso non è giudicato da alcuno.”
Questo versetto ho sempre pensato che si riferisse ai non credenti, certo è così, ma non sempre, infatti non tutti i credenti sono spirituali, per questo a volte pur facendo ciò che è giusto davanti a Dio, veniamo criticati, considerati pazzi… strani… anche nell’ambito cristiano.
Essere noi stessi, significa fare ciò che è giusto davanti a Dio, avendo il coraggio di esporsi, anche se si è considerati… “pazzi” facendo prevalere in noi, la nostra nuova vita nascosta in Cristo, che a sua volta deve produrre i frutti dello Spirito e il primo di questi frutti è: L’AMORE di Dio, manifestato nella sincerità e nell’umiltà di un cuore puro e rinnovato.
L’essere sinceri, significa parlare ed operare non altrimenti da ciò che si sente, senza malizia, con la schiettezza e l’ ingenuità di un bambino, in poche parole significa essere autentici, veri in ogni aspetto della nostra vita, ma sincerità è anche sinonimo di verità e la verità sappiamo che per essere tale deve corrispondere alla realtà e alla fedeltà della parola di Dio.
Ai Giudei che avevano creduto in Lui, Gesù disse: “se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; e conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” essi gli risposero: “noi siamo progenie di Abramo e non siamo mai stai schiavi di nessuno: come puoi tu dire “diventerete liberi?” Gesù rispose loro: “in verità in verità vi dico; chi fa il peccato è schiavo del peccato. Or lo schiavo non rimane sempre nella casa; il figlio invece vi rimane per sempre. Se dunque il figlio vi farà liberi sarete veramente liberi.” (Giovanni 8: 31 a 36)
Come dicevo all’inizio, il modo giusto di essere noi stessi come credenti è annullarsi, per ritrovarsi in una fusione d’amore tra noi e il Padre, finalmente liberi di fare il bene, amando gli altri non per dovere, ma per amore senza maschere e ipocrisia nella piena libertà dello Spirito. Ma come ripeto, essere se stessi dal punto di vista cristiano ha sempre un costo: dobbiamo morire..morire alla nostra carne, al nostro vecchio uomo, alle nostre vecchie passioni abbandonando i frutti della carne per fare spazio ai frutti dello Spirito. (Galati 2: 20-5: 19 a 22)
Ma ne vale decisamente la pena… perché un giorno finalmente: “…vedremo tutto lo splendore della Sua gloria e l’impronta della Sua essenza, che sostiene tutte le cose, con la parola della Sua potenza..” (Ebrei 1:3)
Damaris Lerici | notiziecristiane.com
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