E Caino parlò con suo fratello Abele; quando furono nei campi, Caino si levò contro suo fratello Abele e lo uccise. Allora l’Eterno disse a Caino: «Dov’è tuo fratello Abele?».
Genesi 4:8-9
Le pagine del Genesi, che aprono il testo biblico, sono fondamentali per una riflessione sulla fraternità. Dalle prime battute conosciamo la coppia umana (uomo e donna), creata da Dio: i due che diventano uno nel vincolo dell’amore. Nella coppia, composta da due che si amano, si ricerca l’unità radicale, in proiezione della quale l’uno e l’altro tendono costantemente alla trasformazione. Per i fratelli invece la storia è quasi il contrario. Sin dal principio con Caino e Abele e passando per Giacobbe ed Esaù è storia di un’unità perennemente divisa. I fratelli hanno origine dall’unione dello stesso padre e della stessa madre, ma provocano la crisi con la loro diversità. La fraternità, secondo il progetto di Dio, dev’essere unità di ciò che è diverso, mantenendo la diversità, e Dio è libero nei suoi doni: a uno dà di più, a un altro di meno. Questo però non dovrebbe rendere uno migliore o superiore dell’altro. Dei figli di Adamo ed Eva viene riferito l’agire: l’uno e l’altro offrono in sacrificio al Signore i frutti della propria attività, ma Dio gradisce l’offerta di Abele e non quella di Caino. Per noi è difficile capire perché il Signore agisca in questo modo e come questo gradimento sia colto dalle parti in causa.
Caino non è in grado di sopportare quella che percepisce come un’ingiustizia del Signore nei suoi confronti: il risentimento contro Dio si riversa contro il fratello “avversario”. Il rancore che genera è tale da condurre Caino a levare la sua mano e ad uccidere del fratello, nonostante le parole di Dio che lo avevano ammonito a rientrare in se stesso. All’origine della violenza omicida che porta Caino a uccidere Abele potremmo supporre una mancanza di dialogo, dietro al quale si trova il rifiuto dell’altro e del suo essere diverso, anche nel senso di favorito o migliore. Di certo è una forma di gelosia. Il dialogo però manca anche con Dio. Infatti, quando viene allertato del pericolo, Caino resta silente, anzi va a parlare con il fratello (v. 8). Non sappiamo cosa gli disse e con quale tono. Un tentativo di chiarimento è percepibile, ma non sarà sufficiente a placare la rabbia interiore, se non addirittura a scatenarla. Non sempre i dissidi possono risolversi nel breve tempo. A volte richiedono più tentativi, e soprattutto la disposizione a cedere qualcosa da parte dei soggetti coinvolti. Dopo quel dialogo, decide di passare all’azione e “quando furono nei campi, Caino si levò contro suo fratello Abele e lo uccise” (v. 8b).
Dopo il suo delitto, Caino si sente domandare da Dio: “Dov’è tuo fratello?” Queste parole sono dirette ad ognuno di noi, e il messaggio più profondo è che ogni atto di rifiuto, di ostilità verso il fratello, anche quando non sia stato sparso sangue, è in realtà un agire omicida. Dio è lì. Non interviene ma vede e domanda. La responsabilità dinanzi a Dio è essenzialmente quella nei confronti del fratello, il cui volto è appunto quello di Dio, come nella storia della riappacificazione tra Giacobbe ed Esaù (Genesi 33). La prima fraternità termina dunque con un fratricidio e quelle successive vi andranno vicino: Esaù minaccia di morte Giacobbe, i fratelli di Giuseppe ne fingono l’uccisione e lo vendono. Al di là dei legami di sangue, nella Bibbia essere fratelli significa avere lo stesso Dio, vivere le stesse attese, appartenere consapevolmente allo stesso popolo. Con l’avvento di Gesù e ascoltando le Sue parole, scopriamo che è possibile spingersi anche oltre. Essere fratelli è un cammino, fatto anche di incomprensione e di errori, ma dove occorre imparare ad accettarsi e accogliersi, apprezzando che le diversità di ciascuno sono ricchezza familiare. Nel gruppo dei discepoli le relazioni familiari vengono superate: “Poiché chiunque fa la volontà di Dio, questi è mio fratello, mia sorella e madre” (Marco 3:35). Nello stesso tempo queste parole sono sfida per una fraternità allargata, ad accogliere come fratelli tutti coloro che aderiscono al messaggio del Regno, indistintamente tutti i figli del Padre. Abbiamo da lavorare ancora molto su di noi per uscire dalle pagine di Genesi.
Elpidio Pezzella
elpidiopezzella.org/post/essere-fratelli
Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui