Dopo quasi una settimana di chiusura, riapre lentamente l’aeroporto internazionale di Bali a seguito dell’emergenza nell’isola indonesiana per l’inattesa eruzione del vulcano Agung, risvegliatosi a settembre scorso a distanza di ben 50 anni di inattività dalla terribile eruzione del 1963 che fece 1600 vittime.
Benchè i vulcanologi temano che l’attività eruttiva di gas e genere possa perdurare anche mesi, la fitta coltre di fumo che si è alzata nei cieli di Bali sino a 9 km di altezza ha costretto all’evacuazione 100mila abitanti, fra cui molti turisti. Sebbene il governo dichiari ancora che l’isola è in emergenza, parecchie famiglie non hanno voluto abbandonare le loro case perché, secondo la religione induista, il vulcano raffigura una specie di “divinità”. Agung ha bloccato centinaia di voli dall’aeroporto per l’enorme fungo di fumo e cenere fuoriuscito dal cratere centrale, nonostante le esplosioni comunque continuino, e molti sono i disagi per i turisti e per il trasporto aereo, visto che le piste dell’aeroporto son rimaste intransitabili per diversi giorni a causa della polvere e cenere accumulatesi sull’asfalto. Il monte Agung sorge a poco più di 3000 metri sul livello del mare e già ad agosto era entrato in attività costringendo all’evacuazione miglia di residenti, malgrado la fase iniziale di eruzione sembrava essersi placata facendo abbassare l’allarme; poi, all’improvviso, nuovi rombi ed eruzioni di enormi pennacchi di fumo, con l’improvvisa violenta espulsione di vapore acqueo a inizio settimana. Tuttavia, mentre il vulcano continua la sua attività piroclastica, la terra non smette di tremare perché in settimana il suolo ha sussultato sia in Papua Nuova Guinea (sud pacifico), con magnitudo 5.2, che nella provincia sudorientale iraniana di Kerman (intensità 6.0), a distanza di tre settimane dal terremoto violento di 7.2 che colpì lo stesso Iran sino al confine con l’Iraq e uccise più di 500 persone. Ma la terra ha sussultato con violenza anche in Ecuador (5.4 gradi di magnitudo), con epicentro Guayaquil e a 30 km di profondità, e due giorni fa in Corea del Nord, probabilmente per l’ennesimo esperimento nucleare di Kim Jong-un che ha generato un sisma di quasi tre gradi.
Nel frattempo, si ripete lo spettacolo della Luna piena più vicina alla terra (Perigeo), col suo disco luminoso grande di quasi il 13% in più, visto il transito dell’astro a 357mila km di distanza, col risultato che il mondo guarda all’evento spettacolare – peraltro l’unico visibile del 2017 – senza riflettere abbastanza su tutti i fenomeni e cataclismi che si vanno moltiplicando col passare dei giorni. Ma cosa dice Luca al capitolo 21, versetto 25? Che ci saranno segni nel sole e nella luna, come in effetti accade. E cosa dice Matteo nel capitolo 24 versetto 7? Che ci saranno terremoti in ogni luogo.
Pertanto, poiché i terremoti e le eruzioni si intensificheranno, non permettiamo che l’ansietà o la paura prendano il sopravvento nel nostro cuore perché chi persevererà sino alla fine riceverà la corona della vita.
Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com
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