Mi chiamo Marco e sono nato in una famiglia di credenti cristiani evangelici pentecostali. Fin dall’età della fanciullezza ho ricevuto i sani insegnamenti della parola di Dio, mi venivano raccontate da nonna paterna e genitori tante storie di uomini di Dio tratte dalla Bibbia e ne rimanevo affascinato, tanto che nacque in me il desiderio di leggere questo libro che così tanto attirava la mia attenzione e dal quale rimanevo affascinato. Ammiravo tanto Salomone per la sua saggezza (I Re cap. 3). Nella Bibbia si parlava di Gesù e del sacrificio che fece sulla croce per la redenzione di ognuno di noi, purificandoci dai nostri peccati. Ero un bambino e capivo solo in parte il significato di quel messaggio. Crescendo, diventando un adolescente, cominciai a fare le prime esperienze dirette col Signore e iniziavo a capire il significato di quel messaggio. Dio parlava al mio cuore, ricordo la prima volta che sentii la presenza del Signore in modo tangibile nella mia vita. Ero a un campo estivo tra credenti e ragazzi della mia stessa età, avevo quattordici anni, e al termine di un culto serale nel quale il tema principale era il perdono dei peccati per la salvezza dell’anima accettando Gesù nella propria vita, ci fu un appello per quanti volessero ricevere quel dono; assieme a tanti altri ragazzi, andai avanti e risposi a quell’appello, lo feci con sincerità e non sapendo cosa aspettarmi di preciso, ma iniziai a pregare con spontaneità e sentii una pace profonda avvolgermi, era dolce, iniziai a piangere a dirotto, ma di gioia: era la presenza del Signore, mi stava chiamando. Fu la prima volta, scoprii che Dio non era solo quello a cui rivolgere le preghiere in attesa di essere esaudite a distanza ma era ed è un Dio che vuole stabilire un rapporto unico e personale con ognuno di noi. Fui toccato dalla Sua presenza, tuttavia non Lo accettai nella mia vita perché c’erano delle resistenze nel mio cuore, facevo troppi ragionamenti su cosa sarebbe cambiato nella mia vita e su come sarebbe stata dopo, avevo un po’ di paura, ingiustificata, e, inoltre, non avendo compiuto grandi peccati nella mia vita, ero solo un ragazzo, non mi sentivo poi un così grande caso bisognoso. Volevo che Gesù diventasse il mio dio, però non ero ancora pronto a farlo diventare mio padre, ero ancora una creatura ma non un figlio di Dio. Tuttavia continuai a frequentare le riunioni in chiesa e a leggere la Bibbia, ero anche abbastanza inoltrato nelle attività della comunità, e la chiamata di Dio diventava sempre più evidente. Passarono anni in questo stato di cose e dopo sei anni, nel 2010, all’età di venti anni, decisi che era giunto il momento di vincere ogni resistenza, una mattina mentre ero solo in casa, mi inginocchiai sul letto e cominciai a pregare chiedendo con decisione a Dio di perdonare i miei peccati ed entrare nella mia vita per farmi un suo figliuolo. Sentii di nuovo quella pace e quell’amore che solo Dio possono dare, avevo un senso di leggerezza come se Dio avesse strappato ogni cosa che non andava in me, fu difficile vincere me stesso e accettare che ero un peccatore perché non mi comportavo male e non creavo problemi a nessuno, però lo ero lo stesso, fin quando Gesù non venne a purificare il mio cuore. Finalmente ero diventato un suo figlio e mi accorgevo di come fosse stato semplice, in realtà, il passaggio da creatura di Dio a figlio di Dio, era solo un muro che mi ero creato da me a impedirmi di fare questa meravigliosa esperienza. Basta avere fede e pregare con sincerità chiedendo come se già l’avessimo ricevuto e il Signore non mancherà a rispondere. Dio non stravolge il nostro carattere ma lo modella ogni giorno costantemente per migliorarci, se glieLo lasciamo fare. Dopo poco tempo feci patto col Signore scendendo nelle acque battesimali. Un anno dopo la mia esperienza di salvezza fui vittima di un grave incidente stradale, persi il controllo della mia moto e finii rovinosamente sull’asfalto privo di conoscenza e con la clavicola spezzata, ma il Signore non mi abbandonò, fui soccorso e dopo circa otto ore mi svegliai su una barella in ospedale, ero confuso e non ricordavo molto, non riuscivo a muovermi e a sentire il mio corpo. C’era la probabilità di dover subire un intervento per sistemare l’osso fratturato ma il Signore stese la Sua mano potente e non ce ne fu bisogno, la chiesa pregò, dopo una settimana mi alzai in piedi da solo e dopo un mese e mezzo circa cominciai a ristabilirmi, adesso sono completamente guarito e ringrazierò il Signore per questo tutti i giorni della mia vita. Diversi giovani in quel periodo persero la vita in incidenti simili al mio in quel tratto di strada. Ciò mi servì anche a comprendere che i problemi non sarebbero mancati, ma con la mia vita nelle mani di Gesù non avrei dovuto temere niente, poiché niente è impossibile a Lui. Ad oggi servo il Signore nella comunità di Agrigento. L’invito che sento di fare a chi legge o ascolta queste parole è quello di iniziare a leggere la Bibbia con costanza cercando con sincerità e umiltà il volto di Dio e di confessare i propri peccati a Lui in preghiera. Il Signore non tarderà a rispondere a un animo contrito e assetato di giustizia e darà una svolta radicale all’esistenza di quanti lo faranno entrare nel loro cuore.
“«Poi venite, e discutiamo», dice il Signore: «Anche se i vostri peccati fossero come lo scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana»”. (Isaia 1:18)
Dio vi benedica!
da: Adiagrigento.it/
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