Dopo gli omicidi in serie nel nord del Sinai, si riscontra in Egitto una «evoluzione della persecuzione. Ora i cristiani vengono uccisi in quanto cristiani».
Lo Stato islamico ha diffuso nella città egiziana di el-Arish, nel nord del Sinai, una lista con i nomi dei cristiani che devono andarsene se non vogliono essere uccisi uno a uno. Lo ha rivelato a Reuters Adel, che si è ritrovato al secondo posto in quella lista. Quando l’ha scoperto, Wael Youssef, primo tra i nomi, era già stato assassinato.
«COME TOPI NELLA TANA». Adel si è rifugiato in casa e la figlia, Munir Munir, racconta: «Ci siamo chiusi dentro, come topi nella loro tana». In meno di un mese altri quattro cristiani, tutti sulla lista, sono stati uccisi, decapitati o bruciati vivi. Al settimo, la famiglia di Adel è fuggita. Lui ha insistito però per non abbandonare la casa dove è nato.
Come già raccontato da tempi.it, circa 145 famiglie cristiane sono state costrette ad abbandonare la città di el-Arish e rifugiarsi ad Ismaliya, sulle rive del Canale di Suez, altre 30 sono al Cairo, altre ancora sparse in diverse province. Le istituzioni della chiesa evangelica e copta li hanno accolti, mentre lo Stato e l’esercito faticano a difenderli.
I VICINI MUSULMANI. Le minacce dello Stato islamico non sono però la cosa peggiore. Con l’avanzare dell’Isis, i vicini musulmani di Munir Munir si sono improvvisamente rivoltati contro i cristiani. «I nostri vicini di casa ci hanno attaccati per rubarci la terra», continua. «Hanno assalito me e mia sorella e quando mio padre è corso a difenderci gli hanno spruzzato in faccia dell’acido. La stessa è accaduta ad altre famiglie cristiane».
LA FUGA. Nell’ultima settimana oltre 1.000 cristiani (su 1.700 residenti nella zona) sono scappati da el-Arish, travolta negli ultimi giorni da un serie di omicidi senza precedenti nella quale sono morti sette cristiani. Nonostante non ci siano state rivendicazioni, tutti puntano il dito contro lo Stato islamico, che già nel 2014 ha dichiarato il governatorato del Sinai del Nord una sua provincia e settimana scorsa ha promesso in un video di aumentare gli attacchi contro «i cristiani infedeli».
«UCCISI SOLO PERCHÉ CRISTIANI». Secondo Ishak Ibrahim, ricercatore presso il gruppo Iniziativa egiziana per i diritti della persona, la violenza settaria è cambiata in Egitto. «Quello che stiamo vedendo ultimamente è completamente nuovo», spiega a Reuters. «I cristiani copti, che rappresentano circa il 10 per cento della popolazione egiziana, sono sempre stati vittime di violenze da parte dei musulmani. Ma di solito c’erano delle ragioni economiche o di vendette personali. Adesso invece vengono uccisi solo perché sono cristiani, in quanto cristiani».
Munir Munir e la sua famiglia non torneranno più nel Nord del Sinai: «Tornare per che cosa? Per farci ammazzare?».
Foto Ansa
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