Educazione sessuale: Regione Liguria approva consenso informato dei genitori

Uno dei cardini della libertà educativa dei genitori, seppur spesso non tutelato abbastanza, ogni tanto ha uno spiraglio di speranza e stiamo parlando del consenso informato, in particolare su temi delicati come quelli dell’educazione sessuale. La buona notizia arriva dalla Regione Liguria, che ha deciso di approvare un ordine del giorno di due consiglieri di maggioranza: Stefano Balleari (Fratelli d’Italia) e Angelo Vaccarezza (Lista Toti).

Il provvedimento viole introdurre l’obbligo di consenso informato da parte dei genitori di studenti minorenni e degli studenti maggiorenni alla partecipazione a lezioni e seminari «inerenti a temi sensibili e delicati come l’educazione affettiva e sessuale». Per gli alunni che non parteciperanno a tali attività si prevedono offerte formative alternative.

L’ordine del giorno è passato con i 15 voti favorevoli del centrodestra e i 10 contrari del centrosinistra. Il primo tentativo di porlo al vaglio del consiglio regionale si era invece concluso con un nulla di fatto. Lo scorso 21 settembre, infatti, la proposta di consenso informato era stata avanzata sotto forma di mozione ma era stata bocciata, complice l’assenza di un consigliere della Lista Toti. L’esito del voto si era risolto in perfetta parità: 12 a 12, impedendone così l’approvazione.

Il varo del consenso informato all’educazione sessuale in Liguria è sicuramente un’ottima notizia: l’amministrazione regionale si va così ad allineare alle norme nazionali. Risale infatti al novembre 2018 la circolare del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, firmata dall’allora Ministro Marco Bussetti, in base alla quale il Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) deve prendere «in considerazione le proposte e i pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni dei genitori e, per le scuole secondarie di secondo grado, degli studenti».

Una linea che trova perfetta continuità con alcune dichiarazioni dell’attuale sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso. Proprio verso la fine della scorsa settimana, infatti, Sasso aveva richiamato al rispetto delle regole vigenti, deplorando una serie di iniziative come l’attivazione delle carriere alias o l’apertura di un terzo bagno per studenti che non si percepiscono né maschi, né femmine.

«Non si possono affrontare con leggerezza temi così importanti – aveva scritto il sottosegretario Sasso sul suo profilo Facebook –. Né qualche preside può permettersi di violare il patto di corresponsabilità educativa con le famiglie, troppo spesso lasciate ai margini e inascoltate». Una presa di posizione motivata dalla consapevolezza del «rischio di confondere le idee agli studenti in una fase della loro vita già particolare, in cui le influenze esterne, lo spirito di emulazione, la ricerca di una propria identità e soprattutto la necessità di attirare l’attenzione sono spesso più forti di una effettiva consapevolezza e di una reale percezione di sé».

Tutte battaglie che Pro Vita & Famiglia ha sempre sostenuto, facendo da pungolo nei confronti delle istituzioni e ottenendo ascolto e riscontro.

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