“Evita gli uomini settari”… quelli che, tenendo una Bibbia sotto il braccio, ignorano e disubbidiscono gli insegnamenti della Parola di Dio che c’invita – come servi di Cristo – ad essere miti e ad insegnare con pazienza il Vangelo, senza contendere, aspettando l’opera del Signore nel cuore degli oppositori. Purtroppo, costoro, sono uomini carnali, che cercano con la loro presunzione, sollecitudine e violenza verbale, di cambiare il modo di pensare altrui, senza attendere l‘opera di Dio. Costoro non danno prova di servire il Signore, ma loro stessi! Per loro, riuscire ad imporre i loro ragionamenti o argomentazioni agli altri è motivo di auto-gratificazione, lo stesso sentimento carnale che vivevano quei falsi fratelli ai giorni dell’apostolo Paolo, quando infiltratisi nelle chiese creavano discussioni sterili intorno alla legge, col solo fine di trascinare (sedurre) i discepoli a sé, per poi potersi vantare nella carne di ciò. Ogni anima strappata alla chiesa era per loro una medaglia da appendere al proprio petto. Espressioni del tipo: “Hai visto l’ho messo K.O, non ha saputo dire una parola!”, seguite da una sorta di auto-celebrazione, è spesso l’atteggiamento che tali pseudo-fratelli, o peggio, pseudo-servi di Gesù assumono oggi. Questo è l’uomo settario!
Crede di servire Gesù, nel suo immaginario crede di avere ricevuto una speciale investitura da Dio, come se fosse il “profeta” del momento che deve ora lottare a tutti i costi ed in qualunque occasione per la sua “verità”. I suoi atteggiamenti privi di misericordia, di amore, di pazienza, mostrano la sua natura carnale, e che in realtà sta servendo se stesso e la propria concupiscenza, la propria sete di vittoria. L’uomo settario non ha l’amore di Dio, ma per il proprio “io”, non si fa scrupoli, se può è disposto persino a distruggere Chiese separando i fratelli dalla comunione di spirito, allontanandoli dalla famiglia di Dio. L’uomo settario ama le divisioni, ne è l’artefice; usa argomentazioni anche spirituali, ma nel suo dibattersi è privo di autocontrollo, di mitezza, anzi, mostra una inaccettabile violenza verbale, punta il dito contro il suo interlocutore giudicandolo aspramente, minacciandolo che andrà all’inferno se non si “ravvede”.
Purtroppo, di questi uomini oggi ce ne sono tanti nella Chiesa. La miglior cosa che si possa fare è non lasciarsi ingannare né dai titoli religiosi né dalla conoscenza “profonda” che un individuo possa sfoggiare, né dalle parvenze di falsa umiltà che alcuni rivestono. Occorre sempre guardare al cuore della persona prima che a tutto il resto.
Vincenzo Candurra | Notiziecristiane.com