È stata fotografata la morte, ma noi abbiamo la luce della vita!

onda azzurra della morteQualche tempo fa’ sul Foglio Quotidiano è apparsa questa notizia:«È stata fotografata la morte. Non dunque un cadavere ma la morte in sé.
È quello che resta di noi ed è quella luminescenza che, nei secoli, l’umanità ha attribuito ai fantasmi. È un’onda di luce fluorescente azzurra che si sprigiona dalle cellule per poi catturare l’intero organismo.

Caenorhabditis-elegansLo racconta, con tanto di foto, la rivista PLOS Biology della University College of London ed è, a vederla, l’onda, come un minuscolo verme. Ha un nome: Caenorhabditis elegans. La morte appare come una virgola fluorescente azzurra che si diffonde in tutte le cellule. Un effetto, questo, procurato dall’acido antranilico e la sua diffusione avviene tramite il calcio, che agisce come un messaggero che di cellula in cellula spegne, una volta per sempre, le luci. Le cellule muoiono e s’innesca una reazione a catena che porta alla rottura dei componenti cellulari e a un accumulo di detriti molecolari».

Un team internazionale di scienziati, quindi, è riuscito a fotografare “l’onda della morte”, il momento in cui una luce fluorescente azzurra si trasmette dalla cellula morente alle altre, propagandosi proprio come un’onda per l’interto organismo. I ricercatori hanno potuto fotografare l’onda di un verme Caenorhabditis elegans in fin di vita. Al sopraggiungere della morte hanno notato che da una cellula si è propagata un flusso di luce azzurra, che ha spento la vita passando di cellula in cellula.

onda azzurra della morte (2)

Quando le singole cellule muoiono, infatti, si innesca una reazione chimica a catena che porta alla rottura dei componenti cellulari e a un accumulo di detriti molecolari. La fluorescenza è causata da un percorso di morte cellulare chiamato necrosi e la sua diffusione in tutto l’organismo dipende dalla presenza del calcio. I ricercatori hanno anche provato ad interrompere la reazione, bloccandone il percorso chimico, ma sono riusciti soltanto a ritardare la morte. Secondo gli scienziati, il fenomeno può aiutare a comprendere come la morte cellulare si diffonde in tutto il corpo, anche quello dell’uomo: i meccanismi cellulari nei mammiferi, infatti, sono molto simili a quelli dei vermi.

Sicuramente quello che più interessa a noi è la luce della vita a quella della morte.  Ed è nella contemplazione della morte di Gesù che la fede si rafforza e riceve una luce sfolgorante, quando essa si rivela come fede nel suo amore incollabile per noi, che è capace di entrare nella morte per salvarci».

«D’altra parte, la luce della fede, in quanto unita alla verità dell’amore, non è aliena al mondo materiale, perché l’amore si vive sempre in corpo e anima; la luce della fede è luce incarnata, che procede dalla vita luminosa di Gesù. Essa illumina anche la materia, confida nel suo ordine, conosce che in essa si apre un cammino di armonia e di comprensione sempre più ampio. Lo sguardo della scienza riceve così un beneficio dalla fede: questa invita lo scienziato a rimanere aperto sulla realtà, in tutta la sua ricchezza inesauribile. La fede risveglia il senso critico, in quanto impedisce alla ricerca di essere soddisfatta nelle sue formule e la aiuta a capire che la natura è sempre più grande».

Le tenebre vorrebbero spegnere la luce che Dio ha messo in noi, il lucignolo della nostra fede forse sta fumando e sembra quasi che ormai siamo destinati a soccombere, ma non è così.

Seppure le tenebre cerchino di sopraffare la luce, perfino la più piccola scintilla e la più flebile luce continuerà a risplendere, anzi, per quanto buio ci possa essere un piccolo fiammifero acceso saprà illuminare le tenebre più fitte.

Prima di tutto perchè la luce non siamo noi ad originarla, noi la riflettiamo; non siamo noi ad alimentarla, è lo Spirito Santo ad essere il nostro “combustibile”, quello che dobbiamo fare noi è mantenere pulito lo “stoppino” del nostro cuore, la nostra mente sgombriamo di ogni cosa che potrebbe impedire all’olio dello Spirito Santo di fluire liberamente in noi: puliamo la nostra mente e il nostro cuore da ogni tracce di tenebre.

Giovanni 1
In lei era la vita; e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta

Fonte

 

 

 

 


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