Se a qualcuno potrebbe apparire del tutto simbolica o empirica la descrizione di Gesù sul carattere della società civile degli ultimi tempi, laddove egli stesso ne sottolinea l’attaccamento morboso al cibo (Matteo 24:39), come si spiega che proprio adesso i programmi – in digitale o sul satellite – dedicati alla passione per la cucina sono in costante crescita, tanto da riscuotere grande audience? A vent’anni dal successo televisivo de “La prova del cuoco” (Rai1) condotto da Antonella Clerici, programma antesignano degli attuali show sull’arte culinaria, l’amore per i piaceri della gola ha superato ogni previsione, dato che si spazia dai ristoranti in aria di crisi tipo “Cucine da incubo” condotto dallo chef napoletano Cannavacciuolo (Restaurant Impossible è il titolo del coking show omonimo in America su Canale 33 Food Network), alle gare fra aspiranti cuochi come “Master Chef Italia” (SkyUno), seguitissimo game-show curato da quattro grandi dei fornelli e cioè Carlo Cracco, Bruno Barbieri, Joe Bastianich e lo stesso Cannavacciuolo.
Il celebre cuoco campano, peraltro, conduce un altro programma dal titolo “O mare mio” (su DTV9) dove di volta in volta lo chef incontra la categoria dei pescatori, al fine di scoprire i piatti tipici delle località marinare del nostro paese. Ma son più di una le trasmissioni dedicate alla passione per la cucina. Sul canale 412 di Sky va in onda “Gambero Rosso Channel” di Andrea Golino, programma rivolto al finger food (ricette e gourmet) dove si mangia rigorosamente con le mani, mentre su Real Time sono i giovanissimi a sfidarsi nelle prove ai fornelli (Master Chef Junior) per ottenere il premio, a conferma che le parole di Gesù in Matteo 24:38 avrebbero in futuro coinvolto l’intera società composta da adulti e da bambini. Su SkyUno si continua con “4 Ristoranti”, programma di cucina condotto dallo chef Alessandro Borghese e giunto alla terza edizione, su La7d troviamo “I menù di Benedetta” e “Cuochi e Fiamme”, mentre su TV8 “Cuochi d’Italia” marcia a passo spedito. Certamente è buona cosa avere una alimentazione equilibrata, ma ciò che più risalta dal business di simili programmi è che la cucina è diventata compagna di vita come il cellulare, ragion per cui mezz’Italia si immerge in questo alternarsi di menù, di ricette e di assaggi pur di soddisfare il ventre.
A scanso di equivoci, dico che anche a me piace mangiar sano, ma ciò non vuol dire che il cibo debba diventare qualcosa da amare o addirittura da idolatrare, ragion per cui il monito del Signore diretto ai credenti va inteso – oltre che in senso spirituale (l’uomo non vive di solo pane – cfr. Matteo 4:4) – anche e soprattutto nel suo senso letterale: se ai tempi di Noè “si mangiava e si beveva”, oggi non sta accadendo forse la stessa cosa? Pertanto, ho la netta sensazione che tutta questa grande passione per i piaceri della tavola non sia altro che la palese manifestazione dei sentimenti del cuore della società moderna, tutta protesa a ricercare le cose terrene anziché “quelle di lassù” (versetto 2). Invito il lettore ad una attenta riflessione.
Salvatore Di Fede | Notiziecrististiane.com
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