Che cosa è l’uomo, perché te ne ricordi, e il figlio dell’uomo, perché lo visiti?
Salmo 8:4
Il titolo e il soggetto di questo devotional trae spunto dal testo di una canzone di Eugenio Finardi, le cui parole sono espressione dei dubbi e delle emozioni di tanti in questo difficile periodo per l’umanità tutta. Smarriti e travolti dall’incertezza, molti non riescono più a guardare al Cielo, come luogo da cui può giungere aiuto. L’orizzonte dello sguardo è piuttosto lo specchio ove riversare lamentele e sproloqui: “E se Dio fosse uno di noi, Solo e perso come noi”. Non riuscendo ad elevare noi verso l’Alto, proviamo allora a trascinare il Creatore nella nostra pochezza. Eppure ad immaginarlo come noi non sarebbe granché, secondo i canoni della bellezza occidentale. Poco conta l’esteriore per uno considerato imperfetto e ingiusto. Meglio allora vestirlo a festa per il prossimo mese, perché fondamentalmente è come un genio che esaudisce i nostri desideri, più sfreghiamo la sua lampada e più otterremo le sue grazie, i suoi favori in cambio della nostra anima o dei nostri voti. Vorrei che però fossimo onesti nel dire quante volte abbiamo chiesto qualcosa a Dio con fede, quante volte abbiamo veramente pregato affinché intervenisse a nostro favore.
Se ti potessi trovare ora di fronte a Lui e avere la possibilità di porgli un quesito, cosa gli chiederesti? Tante sono le domande per chi è alla ricerca di risposte, e la scelta sarà difficile. E per te? Se Dio è una questione aperta, avere qualche minuto da passare con lui, sarebbe un’ottima occasione per conoscerlo e tentare di rispondere ai tanti interrogativi che ti affliggono. Invece temo che staremmo lì a recriminare per qualcosa, piuttosto che godere di quel momento per parlare con Lui. La canzone ammette che nessuno mai si preoccupa dello stato del Creatore, proferendo la più semplice delle domande: “Come stai?” Tendiamo a mettere Lui sempre nei nostri panni, ma come si fa a indossare i Suoi? Queste meditazioni devono accompagnarci nella Scrittura, e sulla bocca di Balaam leggiamo queste parole: “Dio non è un uomo, perché possa mentire, né un figlio d’uomo, perché possa pentirsi. Quando ha detto una cosa, non la farà? O quando ha dichiarato una cosa, non la compirà?” (Numeri 23:19). Desideriamo aiuto, vogliamo la Sua presenza protettiva, vogliamo la Sua benedizione che arricchisce, ma all’atto pratico ignoriamo come figli di relazionarci a Lui come a un genitore.
Se la persona che non ha ancora afferrato il Suo dono di grazia e misericordia, tende a porlo sul banco degli imputati, inquisendo il Suo agire e finanche condannando le Sue scelte, per me è diverso. La Scrittura resta la lampada sul cammino dell’esistenza. Se riprendo gli interrogativi iniziali, vado spedito al Salmo 8. È uno dei miei testi preferiti, perché capace di sollevare la mia anima e condurmi nella mia dimensione di opera delle mani del Creatore. “Quando considero i tuoi cieli, che sono opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte” (v. 3), percepisco la mia condizione insignificante di granello microscopico al Suo confronto. Ma nello stesso tempo mi accorgo di non essere di fronte a un tiranno, pronto a schiacciarmi. Egli è sì al di sopra di tutto, e ciononostante si piega verso di me elevandomi sull’opera delle Sue mani, e la mia vita diviene un ricamo delle dita di Dio, “coronato di gloria e di onore” (v. 5). Nessun uomo avrebbe fatto tanto e così. Sono felice che Dio non è come me.
Caro lettore, oggi voglio invitarti ad andare oltre le attuali circostanze, a fare un salto cosmico attraverso la lettura dell’intero Salmo. Devi sapere che quando nel 1969 gli astronauti americani toccarono le sabbie lunari depositarono una lamina su cui era impresso proprio questo Salmo. La lettura e la riflessione mettono un desiderio di lode, dinanzi alla contemplazione della creazione, che prorompe nel magnificare il nome di Dio su tutta la terra. Magnificare è esaltare con parole di lode, è lodare in modo entusiastico. Non so se oggi il tuo cuore è disposto a tanto, ed io ti esorto a farlo comunque. “Magnificate con me l’Eterno, ed esaltiamo tutti insieme il suo nome. Io ho cercato l’Eterno, ed egli mi ha risposto e mi ha liberato da tutti i miei spaventi” (Salmo 34:3-4).