Conobbi il fratello Nico presso la comunità di Lodi, in occasione del suo inedito “Cielo dentro me“. Accompagnato dalla sola chitarra Nico pizzicava il suo strumento mentre intonava inni di lode e adorazione. mentre ascoltavo con attenzione, un pensiero mi percorse la mente “Le parole di un poeta con la sensibilità umana e la saggezza divina”.
Certamente, quella non fu la prima volta che ascoltavo un musicista dal vivo, negli anni precedenti viaggiai per il mondo per raggiungere gli artisti allora definiti “GRANDI“ .
Nico tramite le sue esecuzioni in semplicità ma con fervore ed amore arriva al cuore di chi lo ascolta senza alcuna caciara ma con modestia. I suoi pezzi cantano la stretta relazione con il Padre dal quale ha ricevuto talenti che secondo le proprie capacità Nico ha decuplicato per il beneficio del prossimo. QUESTA E’ L’ESSENZA DELL’AMORE CRISTIANO.
Noi abbiamo conosciuto l’amore che Dio ha per noi, e vi abbiamo creduto. Dio è amore; e chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui. 1Giovanni 4,16
Prina di immergerci nel vivo dell’intervista, rendici partecipi della tua conversione
Il mio percorso di fede inizia nella mia adolescenza, esattamente all’età di dodici anni. Mia madre mi portava con sé in chiesa sin da quando ero un bambino, ma all’età di dodici anni ho scelto con consapevolezza di intraprendere un percorso di fede sincero e profondo. Ho rivolto a Dio una semplice preghiera: “Signore, perdonami per ogni errore commesso; desidero che Tu diventa il mio Signore. Il mio cuore appartiene a Te”. Da quel momento in poi ho iniziato a frequentare la mia chiesa spinto dal desiderio di conoscere di più Dio e la Bibbia. All’età di quindici anni, nel 1995 ho iniziato a suonare in chiesa e da quel momento è iniziato il mio percorso musicale che ha sempre camminato insieme alla fede.
Quando la notizia della tua malattia si diffuse, si innalzarono molte preghiere a Dio per la tua guarigione. Ti sfiorò il pensiero di essere giunto al termine del tuo percorso musicale quale strumento nelle mani di Dio?
È difficile descrivere ciò che si prova quando ti ritrovi davanti ad un medico che ti diagnostica un carcinoma ad uno stadio avanzato alla tua lingua. Ricordo con chiarezza la sensazione del tempo che sembrava essersi fermato, come se lancette dell’orologio improvvisamente avessero cessato di muoversi. Sentivo freddo, come se tutto si stesse congelando, fermando. Confrontarsi con la parola “tumore” è davvero complicato, ma sapere che questo male aveva colpito una delle parti del mio corpo a me più utili per cantare mi è sembrato assurdo, paradossale e per certi versi anche ingiusto. Era il 4 Maggio del 2018, quando questo bravo medico mi ha presentato con chiarezza il mio caso clinico e mi ha descritto il tipo di percorso che avrei dovuto affrontare, che prevedeva un intervento chirurgico importante per asportare il tumore, e successivamente un percorso di radioterapia e chemioterapia. Fermandomi ad osservare solo l’evidenza dei fatti, ho certamente temuto di non poter cantare più e di dover mettere un punto al mio percorso artistico, ma come uomo di fede, che ha visto Dio all’opera in tante situazioni, non ho dubitato che il mio Signore non mi avrebbe mai abbandonato, che avrebbe operato in modo soprannaturale e che mi avrebbe donato la forza necessaria per affrontare questa terribile tempesta. Inizialmente la mia domanda al Signore era: “Perché? Per quale motivo devo vivere tutto questo? Ho sempre cantato per Te; perché?”. La risposta non è arrivata. Dopo qualche giorno ho compreso che quel silenzio del Padre era un silenzio di amore e non di indifferenza. Il Signore voleva insegnarmi qualcosa di importante; così ho modificato la mia domanda: “Cosa vuoi che io faccia in questa situazione?”; “Fidati di Me”, mi ha risposto il Signore, e io ho deciso di fidarmi di Dio. Da quel momento una grande pace ha preso spazio nel cuore mio e di mia moglie e abbiamo affrontato questo lungo e difficile viaggio con fede e con la certezza che nostro Padre aveva tutto sotto controllo. Abbiamo imparato a “dormire” accanto a Gesù nella barca durante questa terribile tempesta.
Nelle tue precedenti dichiarazioni hai affermato che nonostante la tua sofferenza fosse stata difficile da sopportare, la tua fedeltà ti ha portato ad aggrappati maggiormente a Gesù, esattamente come il biblico Giobbe. Ci racconti un particolare momento di quel gravoso periodo?
Uno dei momenti cruciali del mio percorso è stato al termine delle terapie. Era Settembre del 2018 e avevo da poco finito un lungo ciclo di radioterapia e chemioterapia, il mio corpo era molto debole, e la mia capacità di parlare non era incoraggiante. Mi sentivo molto provato e umanamente parlando facevo fatica a vedere il mio futuro con chiarezza. Ho avuto come l’impressione di trovarmi improvvisamente davanti ad un grande bivio: da un lato la tentazione di abbandonarmi al dolore e rinunciare alla possibilità di poter sperare di riprendere con il canto, dall’altro lato il desiderio di non arrendermi e continuare a fidarmi del Signore. Ho scelto la seconda strada. Non è stata una scelta semplice ma è stata quella vincente. Davanti a questo bivio ho compreso con più chiarezza un concetto importante: a Dio spetta l’impossibile, a noi il possibile. Per me realizzare il possibile significava praticamente mettermi a lavorare sul mio recupero, rialzarmi, aggrapparmi con tutte le forze al Signore e alle Sue promesse, impegnarmi tenendo i miei occhi rivolti verso l’alto. Ho iniziato così un lungo percorso di riabilitazione ed in particolare di logopedia, insieme anche a delle lezioni di canto che una cara amica mi ha offerto di darmi. Dopo un anno dal mio intervento, per la prima volta, ho cantato di nuovo. È stato molto intenso dovermi abituare ad una nuova identità vocale e adattarmi ad un “nuovo” corpo, ma quel suono imperfetto suonava come una conquista straordinaria che mi parlava ancora una volta della perfezione dell’opera di Dio. Dopo esattamente due anni dall’intervento chirurgico, il 22 Maggio 2020 è uscito il mio nuovo album dal titolo “IO CANTO ANCORA”, un disco registrato dal vivo che vuole essere non solo una raccolta di canzoni scritte in un tempo di grande sofferenza, ma soprattutto la testimonianza dell’opera che Dio ha compito nella mia vita e che può compiere in tutti coloro che si affidano a Lui.
Negli ultimi vent’anni della tua vita hai viaggiato molto in Italia e all’estero; ci racconti un episodio che hai vissuto in una terra “difficile”?
Ho avuto il grande privilegio di viaggiare molto, di aver visto tanti “mondi” diversi e di aver conosciuto tante persone meravigliose che hanno arricchito la mia vita. Pensando ad un luogo dove sono stato dove è particolarmente complesso vivere, mi viene in mente una località in Sud Africa dove un giorno ho guidato un piccolo momento di lode e adorazione. Era un piccola chiesa in un quartiere molto disagiato (questi quartieri sono chiamati township). Nonostante il degrado evidente di quella zona, ho respirato un’aria di festa e armonia, i fratelli e le sorelle sembravano attendere con gioia il momento di iniziare ad adorare insieme il Signore cantando tutti insieme. Ho imbracciato la mia chitarra e ho intonato dei brani in inglese. è stato un momento molto prezioso; La ricchezza che questi uomini e donne mostravano di avere nei loro volti metteva in ombra la povertà evidente di ciò che ci stava intorno. La luce nei loro occhi faceva apparire quel luogo umile e spoglio come una delle chiese più belle che io abbia mai visitato. Questo è stato uno dei miei viaggi in terre difficili e ogni volta che penso ad un viaggio missionario la cosa che più ricordo è quanto questi luoghi e gli uomini e le donne che vivono lì mi abbiano arricchito con il loro esempio. Spesso si parte con l’idea e il desiderio di andare per lasciare qualcosa di nostro, per offrire un aiuto, un supporto, ma accade sempre che alla fine dando quel poco che possiamo donare riceviamo molto di più in termini di insegnamento e esempio di vita vissuta nella sofferenza.
Quand’anche caminassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male,perchè tu sei con me; il tuo bastone e la verga mi danno sicurezza. Salmo 23:4
Dall’inizio del tuo esordio sino ad oggi, nei tuoi brani si denota uno sviluppo crescente spirituale e musicale, tant’è vero che ogni tua canzone è una preghiera di ringraziamento, di lode, di adorazione. Quali sono le tue influenze vecchie e nuove che ti permettono di elaborare le melodie?
Sin dalla mia adolescenza sono sempre stato molto affascinato dalla musica folk, ed in particolare quella espressa dalla musica di ispirazione cristiana negli USA. Questo è uno dei motivi per cui mi sono innamorato della chitarra acustica. Sono però cresciuto in una bellissima città della Puglia e non è mai mancato il confronto con la tradizione musicale locale e con la grande storia della musica leggera italiana. Credo che nel tempo, in modo forse involontario, ho cercato di percorrere una strada che mi permettesse di mescolare tutte queste influenze musicali per potermi esprimere come meglio ho potuto e voluto. Per ciò che riguarda invece i testi e quindi i contenuti, la fonte di ispirazione per eccellenza è sempre stata la Parola di Dio. Le tante storie riportante nella Bibbia, gli insegnamenti di Gesù, l’opera degli apostoli, i Salmi, insieme alla vita vissuta e al mio rapporto personale con Dio sono alla base della mia scrittura.
Una domanda all’artista Nico Battaglia, vi è un musicista con cui vorresti comporre o intonare un canto a Dio?
Come ho accennato nella risposta alla domanda precedente, dagli anni novanta ascolto molta musica folk, country pop, in particolare di autori cristiani statunitensi. Steven Curtis Chapman è stato uno di quegli artisti, insieme a tanti altri, che è stato per me di ispirazione, e certamente mi piacerebbe cantare o scrivere insieme a lui se si affacciasse l’occasione.
Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» . Giovanni 13:35
Lella Francese
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