In due anni lo Stato islamico ha perso 11 mila chilometri quadrati di territorio, ma la sua area di influenza in aree desertiche resta importante.
Due anni fa, il 29 giugno 2014, un trionfante Abu Bakr al-Baghdadi annunciava da Mosul la nascita del Califfato. Il leader dell’Isis aveva tutti i motivi per esultare: in un paio d’anni aveva conquistato un territorio enorme, a cavallo tra Siria e Iraq, da Raqqa a Mosul, e sembrava in grado di espandersi ancora. Infatti un anno dopo, nel giugno 2015, l’area di influenza del suo regno è raddoppiata. Poi però è cominciato il declino. Mostriamo di seguito tre mappe realizzate da Le Monde per capire l’espansione dell’Isis.
GIUGNO 2014. Dopo la conquista improvvisa di Mosul, in Iraq, nasce il Califfato che controlla un territorio pari a 45.659 chilometri quadrati. In Iraq, come si vede dalla mappa, ha il controllo delle importanti città di Falluja, Tikrit, Mosul, Sinjar. In Siria controlla Raqqa, la capitale del Califfato, alcune arterie principali del paese ed estende la sua influenza in ampie zone desertiche.
GIUGNO 2015. L’operazione di conquista procede a gonfie vele, nonostante l’intervento della coalizione anti-Isis a guida americana. Anche se il territorio sotto il suo diretto controllo è leggermente diminuito in termini assoluti, 43.795 chilometri quadrati, la sua area di influenza (in grigio chiaro nella mappa) è più che raddoppiata. L’Isis riesce ad espandersi a nord di Aleppo in Siria, conquistando ampie aree controllate dai curdi, nel centro e a ovest fino ad avvicinarsi a Damasco. Anche Palmira cade nelle mani del Califfato e il confine tra Iraq e Siria svanisce definitivamente.
GIUGNO 2016. L’intervento di Russia, Iran e Hezbollah in aiuto del governo di Bashar al-Assad cambia le sorti del conflitto. Il regime in un anno espande di 12 mila chilometri quadrati il territorio sotto il suo controllo (da 25 mila a oltre 36 mila chilometri quadrati) e riprende la città simbolo di Palmira. Lo Stato islamico perde ancora terreno (35.788 km quadrati), anche se la sua area di influenza soprattutto in aree desertiche resta importante. A ovest lascia campo ad Assad, a nord arretra a vantaggio dei curdi, che si avvicinano alla capitale Raqqa, mentre ribelli e altri gruppi jihadisti strappano territori a sud. In Iraq cade Falluja, in attesa che cominci la battaglia campale di Mosul. Il Califfato è in difficoltà ma non è ancora sconfitto.
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