Secondo l’Unicef sarebbero circa 1400 i bambini morti e oltre 2000 le scuole distrutte.
Nel corso di una conferenza che si è tenuta l’11 gennaio scorso a Sana’a, capitale dello Yemen, Meritxell Relano, rappresentante Unicef nel Paese arabo, ha riferito che si contano circa 1400 bambini morti e 2140 feriti fra i più piccoli.
«Almeno 2000 scuole – ha aggiunto l’esperta del fondo Onu per l’infanzia – non possono essere utilizzate perché sono state distrutte, danneggiate, usate per accogliere le famiglie degli sfollati o sfruttate con finalità militari».
La portavoce delle Nazioni Unite ha confermato che nei giorni scorsi, un bambino è stato ucciso e altri quattro sono stati feriti in due attacchi compiuti dalla coalizione araba a guida saudita, che hanno colpito un mercato vicino alla scuola al-Falah, nel distretto di Nihm, a nord della capitale.
«Le scuole devono essere zone di pace, dei santuari in cui i bambini possono imparare, crescere, giocare e sentirsi sicuri», ha aggiunto la Relano che ha rilanciato l’appello affinché tutte le parti coinvolte nel conflitto «proteggano i bambini e mettano fine agli attacchi contro infrastrutture civili».
Dal gennaio 2015 la nazione del Golfo è teatro di un sanguinoso conflitto che vede opposte la leadership sunnita dell’ex presidente Hadi, sostenuta da Riyadh, e i ribelli sciiti Houthi, vicini all’Iran. Nel Paese sono inoltre attivi gruppi estremisti legati ad al Qaeda e milizie jihadiste legate allo Stato islamico, che hanno contribuito ad aumentare la spirale di violenza e terrore.
Nel marzo 2015 una coalizione araba a guida saudita ha promosso raid contro i ribelli, che hanno fatto migliaia di vittime tra cui anche molti bambini. Ad oggi sono morte circa 7.350 persone, più di 39mila i feriti e tre milioni gli sfollati.
Immagine: By Ferdinand Reus from Arnhem, Holland – yemen, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=6121167
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