Dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza e fare “mea culpa” tutti quelli (chierici e alti prelati compresi) che parlano di tolleranza dei diversi, di ponti, di “vivere e lasciar vivere” in nome della pace sociale. Dovrebbero chiedere scusa quanti, attraverso ragionamenti arzigogolati, parlano di inutilità dei valori, di desiderio confuso da reindirizzare, tacciando di rigidità bigotta tutti coloro che denunciano una delle più grandi e violente ideologie del nostro secolo. L’ideologia Lgbt. Perché in chi conduce la battaglia arcobaleno non c’è confusione alcuna. I confusi, se mai, siamo noi. Loro, invece, sanno bene di chi sono e dove vogliono arrivare: al male perverso che colpisce gli innocenti. I nostri bambini.
UN LINGUAGGIO SUBDOLO – Guardando al sito “Uscire dal guscio”, festival di letteratura per l’infanzia, di cui sono partner fra gli altri l’associazione “Famiglie Arcobaleno” e “Genitori Rilassati”, si capisce bene cosa si nasconde dietro a quelle terminologie con cui vengono presentati i numerosi progetti, corsi, spettacoli educativi e scolastici e che, piano piano, attraverso un certo linguaggio, spingono ad accettare aberrazioni che si possono, senza essere tacciati di esagerazioni, definire diaboliche. Aprendo il sito, appunto, si apprende innanzitutto della promozione del festival della lettura per bambini 2017, finanziato dal Comune di Castel Maggiore, di Pieve di Cento, di San Pietro in Casale, che ha come partner istituzionali “Città metropolitana di Bologna” e “Unione Reno Galliera” che comprende otto Comuni della provincia bolognese. Lo scopo del festival, si legge, è quello di “andare fuori da sé” per “immaginare nuovi eroi ed eroine”. Ma in che senso nuovi? Lasciamo momentaneamente aperta la domanda. E, intanto, vediamo che giovedì 4 maggio alle 21 a Castel Maggiore, si parlerà di “Maschilità, omofobia e violenze”, mentre il giorno successivo a San Pietro in Casale di “Educare al genere: identità, sessualità, valore della diversità”. Infine, sabato 6 maggio, a Pieve di Cento si terranno tutto il giorno laboratori di lettura per bambini.
OLTRE LA “BELLA” MASCHERA – Proseguiamo leggendo che il progetto serve a “scoprire sentieri fantastici che conducono le bambine e i bambini verso mondi nuovi, luoghi distanti e vicini inosservati o inesplorati, regioni del sé ancora inespresse o censurate dalla uni-direzionalità di certe immagini e di certi schemi narrativi consolidati”. Che c’è di male, si potrebbe pensare, ripetendo a chi denuncia i corsi per “l’inclusione” e “antibullismo” che non si può cercare il marcio dove non c’è? Che non si può mica vivere con l’ossessione del gender. Eppure cliccando su “partenr” e poi su “Progetto Alice” si scoprono legami a dir poco osceni. Infatti, fra i vari link c’è anche quello alla sezione “Sexy shock”, un vero e proprio portale di immagini di cartoni pornografiche. Volti di eroine femminili in atteggiamenti sadomaso che solo a doverne scrivere vengono i conati. Non solo, qui si trovano anche link a siti di lesbo-pornografia, dove ci sono ragazzine orgogliose della loro ribellione autoerotica. E il tutto viene spiegato così: “Pensiamo che le donne debbano riappropriarsi della rappresentazione della sessualità, della pornografia. Perché gli oggetti “del piacere” possano essere finalmente agiti anche dalle donne e da tutti quelli che decidono di arricchire il loro immaginario. Una sessualità più libera non potrà esistere se non nella misura in cui degli uomini e delle donne si vedranno garantito il loro diritto di costruire e ricostruire la loro sessualità”.
DA PROVARE VERGOGNA. In sintesi, eravamo partiti dal leggere di un festival di lettura per l’infanzia che spinge a “mondi nuovi e inesplorati” per poi scoprire che il sito ha collegamenti con il mondo della pornografia. Forse a questo mira l’abolizione degli stereotipi? Alla sessualizzazione dei bambini che piace tanto alla pedofilia? Altro che lotta al bullismo (che per altro la pornografia non fa che incrementare). Domandiamo quindi: sono queste le stesse eroine da proporre ai bambini?; è questo il mondo adulto che organizza festival e corsi per i piccoli? Lasciamo a voi la risposta. Un tempo di fronte a oscenità del genere si sarebbe chiesto quantomeno l’avvio di un’indagine, oggi se va bene si fa si silenzio, se va male si parla di creare ponti. Il tutto mentre ai nostri bambini viene rubata subdolamente, con l’aiuto della nostra inerzia, l’innocenza. Non ci sono commenti da fare, solo una parola: vergogna. Perché di fronte all’accettazione omissiva della violenza sui piccoli, il sentimentalismo tollerante che ci fa sentire buoni e il buonismo stesso sono peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio.
di Benedetta Frigerio | Lanuovabq.it
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