Avevo tre anni quando persi mio padre, e sette anni quando mia madre lo segui. Mi ritrovai orfana e senza affetto, in quei posti bui di Napoli, dove non si vede il sole, anche quando il sole c’è. A undici anni già fumavo e a quindici già ero madre di una bambina. A sedici anni mi sposai con il padre di mia figlia, ma il matrimonio fu un inferno. Litigavamo sempre ogni santo giorno e, nonostante tutto ciò, ebbi altre due figlie. Dal vizio delle sigarette passammo al vizio della cocaina e ogni giorno ne volevamo sempre di più.
Volevamo più droga, si, perché solo in quei momenti riuscivamo a non pensare alla nostra lurida vita che facevamo. Vivevo una vita molto triste e molto arrabbiata, e questo mi spinse a commettere ogni sorta di peccato. Guardavo le mie figlie ma non le desideravo, erano un peso per me. Anzi, me ne pentivo di averla fatte: “Perché sono venute al mondo?” Mi domandavo! Io non mi curavo di loro, non mi curavo se dentro casa c’era del cibo o meno, se a scuola portavano i quaderni oppure no. Io mi preoccupavo se mio marito la sera mi portava la droga o meno, altrimenti sarei stata capace di commettere qualsiasi azione pur di averla. Una volta mio marito dovette andare a lavorare in un’altra città e stette via per settimane fuori da casa: in quel periodo conobbi un uomo, aveva molti anni più di me. La sera lasciavo le mie figlie da qualche parte e uscivo con lui. Mi faceva dei bei regali, oltre alla droga che mi regalava. Mi immischiai con lui nelle sette sataniche. Con il tempo mi dedicai all’astrologia, le carte e così incominciai a fare anche un po’ di soldi.
Ma la droga, la cocaina, non bastava mai, così pure i soldi. Nonostante il tradimento che feci a mio marito, lui mi perdonò, anzi a dire il vero non penso che se ne sia importato poi tanto in quel momento. La vita che vivevamo noi era una vita di grossissima immoralità, droghe, imbrogli, furti, assegni a vuoto e altro. Non vedevamo la vita oltre queste cose, perfino i figli ci sembravano un intoppo. Poi una volta cambiammo città, e andammo a vivere lontano da Napoli, andammo al nord. Qui conoscemmo alcuni napoletani molto disponibili e cordiali. Una sera mentre si parlava del più e del meno, uno di questi ci raccontò la sua storia, una storia fatta di droghe e di delinquenza, ma che un giorno aveva creduto in Gesù, e che Gesù lo liberò da tutto. Così ci invitò ad andare nella chiesa che lui frequentava, era una Chiesa Evangelica Pentecostale. Io proprio perché si comportò gentilmente con noi accettammo l’invito, ma io avrei preferito starmene a casa.
Andammo, e quel giorno c’erano anche dei battesimi, vedevamo tutte le persone felici, affabili, educati, disponibili, mentre noi avevamo delle facce malinconiche. Io non ricordo più l’ultima volta che mi misi a ridere, e nemmeno ricordavo più il volto sorridente di mio marito. La nostra battaglia era concentrata su tutto quello che era immorale. Passò del tempo e venne a casa mio marito, che mi disse che la persona che ci aveva invitato ai battesimi ci invitava ad andare ad un ritiro spirituale, ma stavolta per due giorni, sopra ad una montagna. Mi feci convincere e andammo e soggiornammo in una casa con loro. In quei due o tre giorni conoscemmo quasi tutte le persone di quella comunità, e noi incominciò a nascere un po’ d’invidia. Pensavo: “Perché le persone devono avere tutto dalla vita? Ho perso mia madre e mio padre quando ero una bambina, se Gesù esisteva perché non li ha salvati? Perché me li ha portati via?” La mia mente incomincia ad interrogarsi, e pensavo che forse eravamo destinati a vivere e morire così, drogati, immorali e senza Dio, se Dio esisteva. Ma col passar del tempo, ascoltando anche i sermoni del pastore, sia io che mio marito la sera ci facevamo mille domande, e la realtà di Gesù si faceva sempre più vivente, anzi, sentivamo che anche noi adesso volevamo quello che avevano loro. Ci avevano convinti che Gesù ci poteva salvare, che Egli venne apposta per noi, per darci una nuova vita. Non importava il nostro passato e il nostro presente, chi fossimo e cosa avessimo fatto, anche se avessimo commesso i peccati più neri, Gesù li avrebbe lavati con il Suo sangue prezioso. Egli era venuto per darci un avvenire migliore. La salvezza e la vita eterna.
Dopo questa breve esperienza in questo ritiro spirituale, tornammo alle nostre case, ma molti fratelli avevano intuito che eravamo con un piede dentro e un altro fuori, quindi tutte le sere organizzavano riunioni di preghiera. Noi partecipavamo con gioia, ma il Signore non ci benediceva, eppure mettevamo il cuore nelle preghiere che facevamo. Fino a quando qualcuno profetizzò che il Signore voleva che ci liberavamo di tutto ciò che avevamo in casa, perfino dell’auto, che fu comprata con soldi sporchi. Ritornammo a casa e mettemmo dentro a dei sacchi della spazzatura tutto ciò che il Signore ci aveva ordinato. Sacchetti di cocaina, piantine di marijuana, tutta l’attrezzatura per fare DVD e CD falsi, una pistola e andammo a buttare tutto nel contenitore della spazzatura. Rimanemmo a piedi, senza macchina e ci autodenunciammo ai carabinieri, che in principio ci presero per matti; poi ci dissero che non c’erano prove e denunce contro di noi. Dopo queste cose andammo in chiesa e come entrammo il Signore ci battezzò con lo Suo Spirito Santo. Il Signore battezzò prima a mio marito, io dovevo essere liberata dai demoni che avevo in me, a causa del mio passato. Tutti incominciavano a pregare per me, io incominci a gridare e schiumare dalla bocca, mi torcevo e mi rotolavo al suolo, fin quando anche l’ultimo demonio lasciò il mio corpo.
Subito, appena fui liberata, immediatamente il Signore mi battezzò con il fuoco, con il Suo Santo Spirito, mi riempi tutta. Che gioia nel mio cuore, mi sentivo leggera, perdonata e amata in una maniera pulita, genuina. Volli subito vicino a me i miei figli, quei figli che avevo disprezzato, adesso li amavo così tanto. Lacrime di gioia e di ringraziamento uscivano dalla mia bocca, per la vita eterna che il Signore mi aveva dato e come Egli stesso si prese cura dei miei figli, nonostante i miei disprezzi. Mio marito, mi perdonò di cuore questa volta, capii che vivevamo delle vite senza Dio e senza il Suo benedetto amore.
Adesso siamo dei figlioli di Dio e come dice Paolo in Romani 5:20: “…ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata”.
Sorella Maria
Ferrentino Francesco La Manna | Notiziecristiane.com
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