Dopo la grande afa che attanaglia il paese da giorni, da nord a sud, con temperature comprese fra 30 e 40 gradi, e mentre la siccità nelle province di Parma e Piacenza e in Sardegna aggrava la situazione, il nord-Italia è stato colpito da intensi temporali, venti fortissimi e grandine con chicchi grossi quanto una palla da tennis.
Il repentino crollo della temperatura si è verificato nel Veneto, da Treviso a Gorizia, causando violenti nubifragi che hanno provocato danni ingenti e frane dappertutto; le province di Belluno, Treviso e Vicenza lamentano danni all’agricoltura e alle strutture alberghiere, con vere e proprie devastazioni delle colture messe in ginocchio da Valdobbiadene a Conegliano. Serre di ortaggi e di fiori divelte, campi di mais distrutti, vigneti rovinati, frane, smottamenti e alberi caduti sulla rete viaria interna hanno reso i campi simili a un campo di battaglia, anche per i numerosi allagamenti della rete viaria. Un pullman è rimasto bloccato in un sottopasso invaso dalla pioggia torrenziale, mentre ad Enego, in provincia di Vicenza, un fiume di fango ha bloccato la strada. A Ponte nelle Alpi, invece, un fulmine ha danneggiato il tetto di un’abitazione. Lo scenario più insolito si è registrato a Vittorio Veneto, per una improvvisa bufera di grandine (chicchi sino a 10 cm di diametro!) che ha bloccato l’intero comune; ingenti i danni alle auto, con cristalli rotti e carrozzerie bucherellate per la violenza della grandinata (Esodo 9:25) che ha oscurato il cielo in pochi minuti, con lampioni accesi alle ore 8,30 come se fosse notte. Secondo la Coldiretti, i danni all’agricoltura e alle infrastrutture nel corso dell’ultimo decennio vengono stimati intorno ai 14 miliardi, ragion per cui le perdite della produzione agricola a livello nazionale aggraverà ancor di più la nostra economia già provata dalla siccità di questi mesi.
Al sud, al contrario, i titolari dei villaggi turistici e degli stabilimenti balneari “gongolano” perché si prevede un stagione balneare intensa per il grande afflusso di villeggianti che, peraltro, già invadono le spiagge italiane. Un paese decisamente spaccato in due, meteorologicamente parlando, ma per nulla preoccupato se alla siccità si alterna l’alluvione, se il caldo torrido è arrivato all’improvviso …e se oltre cinquemila rifugiati provenienti dalla Libia son stati salvati in un solo giorno dalla marina italiana! Di conseguenza, se la Chiesa professante rimane anch’essa indifferente davanti ad eventi singolari come questi, temo che si corra il rischio di adeguarsi all’andazzo di una società che, priva di discernimento spirituale, non si interroga dopo tali fenomeni probabilmente perché entrata nell’ottica generale che “il clima sta cambiando” e, dunque, che “dobbiamo abituarci ai fenomeni estremi” come li chiamano gli esperti. Al contrario, io direi che dovremmo stare tutti all’erta, pur senza ansietà, davanti a cose del genere, malgrado la nostra nazione sia provata da diverse disgrazie (sisma centro-Italia, valanga hotel Rigopiano) che non danno tregua.
Pertanto, poiché i Segni dei Tempi di cui parla il Signore fungono da bussola per ogni credente, quando Dio chiuderà l’Era della Grazia e le catastrofi si intensificheranno, avremo ancora il tempo di andare ad allertare il mondo?
Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com
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