Dopo Dorian, Faxai a Tokio

Mentre l’America fa ancora la conta dei danni per il passaggio dell’uragano Dorian (le prime stime parlano di almeno 25 miliardi di dollari che classifica Dorian come il disastro naturale più costoso dal 2017), pochi si sono accorti dell’altrettanto devastante tifone Faxai che ha colpito il Giappone la settimana scorsa, con venti a oltre 200 orari e mareggiate con onde alte sino a 11 metri.

Malgrado i media abbiano dato risalto all’evento delle Bahamas piuttosto che al tifone che si è abbattuto su Tokio, la cosa che accomuna i due fenomeni calamitosi è che gli stessi hanno colpito (casualità?) le due nazioni sedi delle Borse Valori più forti e potenti del Mondo: Wall Street (Borsa di New York), che è la prima al mondo, e il Nasdaq, l’altra Borsa americana quotata al secondo posto, eppoi Tokio, la Borsa del Giappone terza su scala mondiale. Seguono a ruota le Borse di Shanghai, Hong Kong, Londra, Toronto e altre.

Eppure, sia l’America che il Giappone stanno ancora sostenendo enormi spese finanziarie per i tornado, uragani e terremoti che hanno colpito sia l’una che l’altra nazione, e sebbene americani e nipponici detengano il record finanziario borsistico è bastato un solo evento climatico del genere per dare un durissimo scossone alle floride finanze di entrambi i paesi! Tuttavia, leggendo fra le righe di questi ultimi avvenimenti atmosferici mi sono ricordato della visione dell’apostolo Giovanni nell’isola di Patmos, laddove, parlando del benessere economico della Babilonia futura (Apocalisse 18:17), egli scrive che tutte queste “ricchezze” sono andate in fumo in un attimo: pensando agli Usa e al Giappone, non è forse vero che le risorse valutarie di ambedue gli Stati hanno ricevuto un “duro” colpo dopo il passaggio dell’uragano Dorian e del tifone Faxai? E se osserviamo quel che resta delle Bahamas e guardiamo la devastazione di vaste aree di Tokio, possiamo obiettare che non è accaduto davvero così? Il dio denaro è oramai la risorsa principale che governa e domina il mondo, ma quanto è successo in questi due grandi paesi rende profetico e realistico ciò che avverrà, in un futuro non molto lontano, all’opulenta Babilonia moderna che vedrà “svanire” in un sol colpo tutte le sue ricchezze materiali.

E allora si udrà quel “grande lamento” (versetti 18 e 19) che rimbomberà su tutta la faccia della terra per far capire, ai ricchi di oggi, quanto sia stato inutile investire sulle ricchezze terrene invece che su quelle celesti.

Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com

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