Purtroppo, moltissimi italiani cattolici (romani) non solo non sanno quasi più spiegare cosa sia il purgatorio ma, addirittura, hanno scarsissima fede nella vita futura, post-mortem, della quale dicono, nulla si sa… Purtroppo, quantunque apparentemente si oda un risveglio di fede nei giovani, oggi più che mai moltissimi italiani sono atei, fedeli solo per tradizione o compiacenza famigliare e nazionale alla religione cattolica. Purtroppo, anche quando attori come Roberto Benigni si cimentano a parlare in televisione di Purgatorio in versi, non sanno il male che si fanno!
È chiaro che nella massa della gente non vi è fede in Dio (quella vera, basata sulla Parola di Dio) e che la situazione odierna al riguardo si rivela drammatica perché comunemente ci si affida a tradizioni umane. Il vero Cristianesimo e non quello alla chetichella, ma rifugge da ogni tipo di tradizione umana, atea o cattolica o protestante che sia, perché non vi è vero Cristianesimo senza pratica e perseveranza dei comandamenti di Gesù, e senza fede e speranza nella vita eterna.
Ci sono, molti furbacchioni che credono di avere in tasca la green card della salvezza che gli permetterà di farsela franca… questa scorciatoia per molti che dicono di conoscere il Signore si chiama “Purgatorio”, è in questo senso la sua dottrina ha avuto il suo peso. L’immaginazione potente ha goduto e ha un pubblicitario di eccezione, Dante Alighieri; e la chiesa cattolica attraverso la Divina Commedia ” ha preso possesso” dell’Aldilà e, attraverso di esso, anche dell’Aldiquà. Con esso, la morte finisce per essere il momento cruciale in cui tutto è giocato, momento di frontiera tra vita ed eternità, insomma, una vera e propria dilatazione delle occasioni di salvezza. Ma il Nuovo Testamento insegna che, mediante Gesù Cristo, l’uomo può ricevere la salvezza ma, attenzione, solo durante la sua esistenza terrena. Dopo la morte, l’anima non può più operare ai fini della propria salvezza, né i viventi nulla possono per essa.
La dottrina del purgatorio non esisterebbe se non esistesse a esso allegato il concetto cattolico di peccato veniale e mortale (di cui la Bibbia non ne parla per niente, poiché il peccato è uno soltanto: è “la violazione della Legge di Dio”, come insegna la prima Lettera di Giovanni 3,4). Come per altre formulazioni, anche nel caso del purgatorio i teologi fanno ricorso alla Sacra Scrittura, alla Tradizione e al Magistero della chiesa cattolica romana per spiegarne l’esistenza….
Ma la verità è un’altra, la Bibbia non dice nulla riguardo al purgatorio, che, in effetti, è una dottrina falsa che fu inventata per primo dal filosofo Platone, 400 anni prima di Cristo, la cui esistenza fu messa in dubbio da molti. Il purgatorio, al pari di altre dottrine cattoliche, nasce soltanto tra il 1100 e il 1250 d.C., vale a dire in quel sec. XII in cui il cattolicesimo latino esplode (rinnovamento monastico, la scolastica) insieme con il sistema feudale; e la concezione cattolica dell’Aldilà si realizza a pieno con Dante Alighieri il quale, nella sua celebre opera letteraria “La Divina Commedia”, descrive la triplice ripartizione Inferno, Purgatorio (luogo di pena) e Paradiso (luogo di premio). In tale opera, redatta poco più di 100 anni dalla nascita del purgatorio (ossia tra il 1302 e il 1321 d.C.), l’immaginazione dantesca contribuisce a diffondere l’idea del tutto infondata della triplice divisione. Dante, ancora oggi confonde la mente di quanti sperano una scorciatoia a una vita vissuta in un mondo che giace nel maligno e nella sua immaginazione parla del “secondo regno, dove l’umano spirito si purga e di salir al cielo diventa degno”. Credere, in questo modo, al purgatorio quale luogo necessario all’ascesa celeste secondo i versi di Dante appena citati, equivale a credere alla parola umana invece che alla Parola di Dio!
Purtroppo, oltre al Purgatorio della Divina Commedia ad assecondare la mente di chi crede che esista un luogo di sosta, ci si mette oltremodo la chiesa cattolica che insegna che, dopo la morte, alcune persone vanno in un luogo di sosta chiamato purgatorio, affinché siano ulteriormente “purificate” prima di andare in cielo.
Questa dottrina fondamentale non viene da Dio, è un’altra tradizione inventata dagli uomini e la risposta la troviamo proprio in un verso del catechismo cattolico: “La Chiesa Cattolica ha formulato la propria dottrina di fede sul Purgatorio in modo particolare ai Concili di Firenze e di Trento” (catechismo cattolico, pagg. 268-269, #1031). Allora, non è irragionevole chiedersi da dove un gruppo di uomini abbia preso simili informazioni sulla vita dopo la morte per formulare una tale dottrina.
Se voi o i Cattolici Romani, pregano per i vostri amati defunti, credendo che essi siano in purgatorio, sappiate che non è stato Dio a dire che essi sono in purgatorio, ma un gruppo di leader religiosi: “Ma al momento presente alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini in terra. Altri sono morti e si stanno purificando, mentre altri ancora sono in gloria…” (catechismo cattolico, pag. 249, #954).
Ciò che turba maggiormente in questa dottrina, è che la Bibbia non ha mai parlato dell’esistenza di un luogo simile. E la Bibbia non insegna neppure che dopo la morte è necessaria una nuova purificazione per guadagnare l’ingresso nei cieli. Al contrario, la Parola di Dio dichiara che la salvezza è un dono gratuito per chiunque la accetta.
Parlando della condizione delle anime dopo la morte, la Bibbia non fa mai alcun accenno a un “luogo” intermedio chiamato Purgatorio. Sono indicate solo due possibilità: vita eterna o pene eterne. L’aggettivo eterno non lascia adito a dubbi di sorta: si tratta di una condizione definitiva e non transitoria.
Esistono nella Bibbia varie espressioni equivalenti per indicare la vita eterna (Paradiso, Cielo, Gloria eterna, Nuova Gerusalemme, ecc.) e le pene eterne (Stagno di fuoco, Geenna, Tenebre, ecc.), ma nelle Sacre Scritture non c’è alcun riferimento a un’eventuale “terza via”. I brani in cui più specificamente si parla del giudizio finale e del destino eterno delle anime sono:
Matteo 25:31-46 “Tutte le genti saranno riunite davanti a Lui ed Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra…Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna”.
Apocalisse 20:11-15 “Poi vidi un grande trono bianco e Colui che vi sedeva sopra… E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita… E se qualcuno non fu trovato scritto nel libro della vita, fu gettato nello stagno di fuoco”.
Il Nuovo Testamento conosce solo due classi di persone: i salvati e i non salvati. In entrambi questi passi si parla solo dell’alternativa tra la gloria eterna e la perdizione eterna e così in ogni altro brano che tratta questo soggetto. La parola di Dio parla dell’immediata felicità dei morti in Cristo (Luca 16:22; Luca 23:43; 2 Corinzi 5:6,8), e inoltre, riconosce un’efficacia senza limiti al sangue di Cristo, che ci purifica “da ogni peccato”.Il destino di ognuno viene determinato in questa vita, che è il solo periodo di opportunità menzionata. La morte chiude il periodo delle opportunità, poi segue il giudizio secondo le opere fatte nel corpo (Ebrei 9:27; 2 Corinzi 5:10).
Nella Parola di Dio non si parla quindi di Purgatorio e ciò che non è attestato dalla Bibbia è privo di fondamento. La dottrina del Purgatorio, oltre che biblicamente priva di fondamento, è fuorviante e dannosa per la fede dei credenti per almeno due ragioni: La prima, implicitamente incoraggia un certo lassismo morale, con la convinzione che ci sarà poi la possibilità di purificarsi e scontare le proprie colpe. La seconda, alimenta un deprecabile “mercato” di messe in suffragio delle anime. Non dimentichiamo che proprio la vendita delle indulgenze fu la causa scatenante della Riforma Protestante del XVI secolo. Se le anime potessero trare beneficio da preghiere e atti di culto, questo significherebbe che i ricchi avrebbero anche nell’al di là delle possibilità in più e delle “corsie preferenziali” per giungere alla meta della vita eterna. Ma tutto ciò è assolutamente estraneo al pensiero di Dio rivelato nelle Sacre Scritture. Il sacrificio di Cristo è assolutamente sufficiente per la salvezza delle anime e nient’altro può o deve essere aggiunto a quel che Lui ha compiuto.
In conclusione, ripetiamo con fermezza che il purgatorio non esiste! Esiste, invece, l’Aldilà (come chiaramente insegna il Vangelo di Luca 16:19-31), dove tutti dovremo comparire davanti al tribunale di Dio per rendere conto di come abbiamo operato nella nostra vita terrena: taluni andranno a vita eterna, ma “…a coloro invece che contendono e non ubbidiscono alla verità, ma ubbidiscono all’ingiustizia, spetta indignazione ed ira” (Lettera ai Romani 2:7-8). Nell’Aldilà, dunque, non ci saranno vie di mezzo: o paradiso o inferno. E il purgatorio è una via di mezzo.
Pietro Proietto
notiziecristiane.com
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