Nonostante i petroldollari, nonostante il narcotraffico, l’Isis è sempre a caccia di nuovi fondi, con cui finanziare la jihad, che economicamente si presenta alquanto impegnativa: così, orrore per orrore, ha pensato bene di far mercato anche sui cadaveri.
Secondo tre diverse fonti, l’organizzazione islamica avrebbe messo – per così dire – all’asta il corpo senza vita di James Foley, il giornalista americano ucciso ad agosto, prima vittima delle decapitazioni seriali, poi tragicamente succedutesi: il prezzo è stato fissato in un milione di euro, prendere o lasciare. Garantendo in cambio “massima garanzia ed affidabilità”: ad esempio, rendendosi disponibile a fornire un campione del Dna dei resti, per provare esser proprio i suoi. Ed individuando sul confine della Turchia il luogo ideale per l’eventuale consegna. Tra i possibili acquirenti, avrebbe anche individuato o la famiglia del poveretto o il governo americano.
Realmente la crudeltà di questo gruppo non conosce limiti, configurandosi come autentica indecenza disumana. Non a caso sugli ostaggi, prima e dopo l’esecuzione, si è subito creato un indegno traffico illegale, disposto a tutto, pur di strappare una commissione. La bestiale offerta è stata definita dal Dipartimento di Stato Usa «un atto disgustoso».
Fonte: http://www.nocristianofobia.org/
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