La distinzione tra credente e non credente è netta!

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diustinzionepoLa distinzione tra credente e non credente è netta, la differenza inequivocabile, allo stesso modo di come è impossibile unire olio ed acqua. Perché Dio vieta i matrimoni tra credenti e non credenti? Nella Bibbia troviamo spesso questo comando perentorio rivolto dal Signore al Suo popolo.

Il riferimento primario, in proposito, ci riporta alla genesi dell’uomo ed alla sua caduta, quando Dio disse al serpente: “E io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno” (Gen. 3:15), significando così, sin dai primordi, la differenza sostanziale tra la “discendenza del serpente” e quella di Cristo; la mancanza di armonia e di comunione tra le due differenti “progenie”.
Questo concetto viene ripreso dall’Apostolo Paolo nelle sue epistole: “Non vi mettete con gl’infedeli sotto un giogo che non è per voi; perché qual comunanza v’è egli fra la giustizia e l’iniquità? O qual comunione fra la luce e le tenebre? E quale armonia fra Cristo e Beliar? O che v’è di comune tra il fedele e l’infedele?…” (2 Cor. 6:14, 15). La distinzione è netta, la differenza inequivocabile; allo stesso modo di come è impossibile unire olio ed acqua, così non ci può essere mai vera unione tra il “seme della donna” e quello dell’avversario. La separazione diventa ancor più marcata quando Gesù, parlando ai religiosi del Suo tempo, allude a coloro che non erano Suoi discepoli di essere: “progenie del diavolo, ch’è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin dal principio e non si è attenuto alla verità, perché non c’è verità in lui. Quando parla il falso, parla del suo, perché è bugiardo e padre della menzogna” (Giovanni 8:44); oppure, riferendosi ai Suoi ed al Padre: “…il mondo vi odia… – Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo” (Giovanni 15:18, 19; 17:16).
Anche se possono sembrare dure, come d’altronde gli venne rinfacciato a Gesù, le Sue parole devono essere prese in massima considerazione e ponderate con estrema serietà. Egli non si riferiva soltanto a quei Farisei ipocriti che cercavano di ucciderLo, ma la “progenie del diavolo” è tutta quella schiera di persone che non sono“progenie di Cristo”, “figliuoli di Dio”; e tra costoro rientrano tutte quelle persone molto gentili, rispettabili, di sana moralità e, magari, frequentatori di qualche chiesa.
Al di là di questa necessaria ed importantissima premessa, che sta a sottolineare la differenza sostanziale tra le “due progenie”, ci sono, inoltre, alcune implicazioni che il lettore deve ben ponderare:

1. Sposare un non credente significa disubbidire palesemente alla Parola di Dio.
L’intero capitolo 10 del Libro di Esdra è dedicato alla confessione, al pentimento del popolo d’Israele e all’allontanamento delle mogli straniere: “Or mentre Esdra pregava e faceva questa confessione piangendo e prostrato davanti alla casa di Dio, si raunò intorno a lui una grandissima moltitudine di gente d’Israele, uomini, donne e fanciulli; e il popolo piangeva dirottamente. Allora Scecania, figliuolo di Jehiel, uno de’ figliuoli di Elam, prese a dire a Esdra: ‘Noi siamo stati infedeli al nostro Dio, sposando donne straniere prese dai popoli di questo paese; nondimeno, rimane ancora, a questo riguardo, una speranza a Israele…”.

E il sacerdote Esdra si levò e disse loro: ‘Voi avete commesso una infedeltà, sposando donne straniere, e avete accresciuta la colpa d’Israele…’. Tutti questi avean preso delle mogli straniere; e ve n’erano di quelli che da queste mogli avevano avuto de’ figliuoli” Esd. 10:1, 2, 10, 44). Esdra sapeva bene cosa comportasse questa unione, le ripercussioni per il popolo di Dio, le conseguenze nefaste descritte altrove nella Scrittura per bocca di Mosè:“Non t’imparenterai con loro, non darai le tue figliuole ai loro figliuoli e non prenderai le loro figliuole per i tuoi figliuoli, perché stornerebbero i tuoi figliuoli dal seguir me per farli servire a dèi stranieri, e l’ira dell’Eterno s’accenderebbe contro a voi, ed egli ben presto vi distruggerebbe” (Deut. 7:2,3).
In Genesi 34:12, Dio metteva in guardia il Suo popolo dal “fare lega” con i popoli stranieri perché “essi diventeranno per te un laccio”. La reazione di Nehemia ai Giudei disubbidienti a questo comando divino fu addirittura violenta: “In que’ giorni vidi pure dei Giudei che s’erano ammogliati con donne di Ashdod, di Ammon e di Moab; e la metà dei loro figliuoli

parlava l’asdodeo, ma non sapeva parlare la lingua dei Giudei; conosceva soltanto la lingua di questo o quest’altro popolo. E io li censurai, li maledissi, ne picchiai alcuni, strappai loro i capelli, e li feci giurare nel nome di Dio che non darebbero le loro figliuole ai figliuoli di costoro, e non prenderebbero le figliuole di coloro per i loro figliuoli né per loro stessi. E dissi: ‘Salomone, re d’Israele, non peccò egli forse appunto in questo? E, certo, fra le molte nazioni, non ci fu re simile a lui; era amato dal suo Dio, e Dio l’avea fatto re di tutto Israele; nondimeno, le donne straniere fecero peccare anche lui. E s’avrà egli a dir di voi che commettete questo gran male, che siete infedeli al nostro Dio, prendendo mogli straniere?'” (Esd. 13:23-27).
Questo elemento di grave disubbidienza a Dio contribuì notevolmente allo sviamento e al decadimento spirituale di un intero popolo. Una lettura attenta dei suddetti brani biblici, fa capire quanto sottile e, allo stesso tempo, deleterio sia questo atto di disubbidienza da parte di un credente.

2. Sposare un non credente significa accettare un potenziale conflitto per tutta la vita.
Nessuno di noi dubita minimamente che per la Sua misericordia Dio tocchi il cuore di un marito od una moglie non credente e la porti a salvezza. Non dobbiamo disconoscere, però, il fatto che nella maggior parte dei casi costoro rimangono inconvertiti; anzi, quante testimonianze abbiamo ascoltato di credenti (generalmente delle sorelle) che, una volta sposate con false promesse del genere: “verrò in chiesa con te”, oppure: “potrai continuare a fare come vuoi…”, si sono poi scoperte ingannate tragicamente! Molte unioni matrimoniali tra credenti e non credenti sono naufragate in interminabili tensioni, frustrazioni e diverbi che hanno lacerato l’amore che doveva invece mantenerle unite. Il principio guida formulato dall’apostolo Paolo nell’importantecapitolo 7 della prima epistola ai Corinzi è il seguente: “Dio ci ha chiamati a vivere in pace” (1 Cor. 7:15).
La riprensione accorata di Nehemia ad Israele verteva anche su questo argomento, ritenuto fatto di grave infedeltà nei confronti di Dio, per questo riprendiamo il versetto già citato: “…Salomone, re d’Israele, non peccò egli forse appunto in questo? E, certo, fra le molte nazioni, non ci fu re simile a lui; era amato dal suo Dio, e Dio l’avea fatto re di tutto Israele; nondimeno, le donne straniere fecero peccare anche lui. E s’avrà egli a dir di voi che commettete questo gran male, che siete infedeli al nostro Dio, prendendo mogli straniere?” (Neemia 13:26,27). Perfino il saggio Salomone fu sconfitto e portato a peccare dalle mogli straniere con le quali si era unito!

3. Sposare un non credente significa limitare la propria consacrazione a Dio.

Quando Dio vide che Adamo aveva bisogno di qualcuno al suo fianco per tutta la vita, la scelta del Signore riguardo a colei che gli avrebbe posto accanto, venne riassunta dalle parole: “un aiuto convenevole” (Gen. 2:20). Questa espressione contiene il vicendevole ruolo dei coniugi cristiani: una donazione reciproca, un aiuto reciproco, rispetto ad un fine comune nella vita, quello di piacere a Dio, di consacrarsi a Lui e di servirLo, insieme, tutti i giorni della vita.
Tutto questo presuppone unità di intenti, pari consentimento, armonia d’interessi, per dirla con il profeta Amos: “Due uomini camminano eglino assieme, se prima non si sono concertati?” (Amos 3:3). Com’è possibile tutto questo se gli interessi dei coniugi sono contrapposti: uno vorrebbe andare al culto, l’altro al cinema; uno vorrebbe fare delle visite ai credenti malati, l’altro frequentare amicizie mondane… Ogni credente con un minimo di spiritualità sarebbe sensibile a queste e ad altre limitazioni di carattere spirituale anche se 
dovremmo precisare, ogni credente con un minimo di spiritualità non si unirebbe ad un non credente!

Ogni servitore di Dio, appieno consacrato a Lui, è stato tale perché al suo fianco ha avuto “l’aiuto convenevole”provveduto dal Signore per lui. Grandi predicatori come Charles H. Spurgeon hanno avuto il sostegno insostituibile di donne come Susannah che ha saputo affiancare il proprio marito nel ministerio, ha saputo essere una madre esemplare di dodici figli, ha saputo assistere suo marito nella malattia… Uomini come William Booth, fondatore dell’Esercito della Salvezza, ha potuto beneficiare del grande aiuto della sua gracilissima moglie Catherine, donna molto malata ma un gigante di fede e di preghiera. Per non parlare di tanti altri servitori del Signore, missionari o semplici pastori, meno conosciuti ma, ugualmente, persone che hanno potuto assolvere alla chiamata ricevuta da Dio perché al loro fianco avevano l’opportuno “aiuto convenevole”.
E in questo contesto che trova la sua applicazione il brano biblico: “Due valgon meglio d’un solo, perché sono ben ricompensati della loro fatica. Poiché, se l’uno cade, l’altro rialza il suo compagno; ma guai a colui ch’è solo, e cade senz’avere un altro che lo rialzi! Così pure, se due dormono assieme, si riscaldano; ma chi è solo, come farà a riscaldarsi? E se uno tenta di sopraffare colui ch’è solo, due gli terranno testa; una corda a tre capi non si rompe così presto” (Eccl. 4:9- 12).
“L’Elemento” d’unione è il Signore: nella vita matrimoniale, nell’educazione dei propri figli, negli scopi della vita.
Diamo ascolto all’intramontabile Parola di Dio, permettiamo che sia il Signore a scegliere il compagno o la compagna della nostra vita, che sia secondo la Sua volontà ed i Suoi “gusti”.
Nel mondo oggi si fanno e si disfano matrimoni senza dare troppo peso alle terribili conseguenze, soprattutto per tanti bambini che non sanno più quale sia il loro vero genitore, non cediamo alle nefaste tendenze della nostra società, anzi, rafforziamola grazie a matrimoni solidi, a grandi deliberazioni di cuore fatte nella guida dello Spirito Santo e in ubbidienza alla Parola del Signore.
G. B.

da: “Cristiani Oggi 12/96”

Tratto da: http://www.tuttolevangelo.com/

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