Gli Usa ritirano il proprio ambasciatore dal Vaticano, ufficialmente per motivi di sicurezza. I più giurano però che si tratti di un metodo per sfuggire all’influenza della Chiesa su temi che riguardano i diritti dei gay. La motivazione ufficiale è quella della sicurezza, ma ben pochi ci credono.
La decisione del Dipartimento di Stato USA, infatti, si configura più come una vera e propria fuga dall’influenza del Vaticano, dopo che negli Stati governati da Obama si sta, sempre di più, dando spazio al dibattito suidiritti civili degli omosessuali, tema che sta tanto a cuor anche alla Santa Sede. E che vorrebbe intervenire al riguardo, per impedire alcune rivoluzioni come i matrimoni tra persone dello stesso sesso e l’adozione di figli.
E così, gli Usa hanno deciso di procedere con la strada più semplice: ritirare il proprio ambasciatore dal il Vaticano, laddove, fin dal 1984, grazie ad un accordo tra Giovanni Paolo II e Reagan, si trovava sita la sede diplomatica. La stessa che, dal 2015, verrà trasferita e accorpata con quella italiana.
Se dunque, da una parte, la notizia non ha fatto piacere all’ambasciatore Usa, che si ritroverà relegato in una sede altrui con poteri notevolmenteridimensionati, ancor meno ne ha fatto a San Pietro, che avrebbe preferito avere ancora un rapporto diretto con le autorità statunitensi. Tanto più che il vaticanista John Allen, nel dare la notizia sul National Catholic Reporter ha criticato senza mezze misure la scelta del Dipartimento Usa. “La Santa Sede”, ha scritto infatti, “è un punto cardine per gli affari internazionali.” Pertanto, “relegare l’ambasciata in una dependance all’interno di un altro ufficio è un insulto ai cattolici americani e al Vaticano”.
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook