“Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando” è una celebre citazione di Albert Einstein. Ma nella vita reale di ogni uomo esistono due concezioni della vita: quella reale e quella virtuale. La tecnologia e la scienza ha superato livelli a noi inimmaginabili e probabilmente solo una parte esigua conosce le innovative invenzioni e le potenzialità, benché ci fossero già nei primi del “900 preannunci del progresso tecnologico e scientifico. Quotidianamente veniamo bombardati da nuovi apparati e da nuove scoperte. Appare chiaro che il futuro debba essere proiettato verso una dimensione di futurismo virtuale, di consumismo e di abbattimento di principi, valori e sentimenti. Una corsa verso l’annientamento dell’essere primordiale, del riconoscimento umanitario dell’essere. Certamente nelle innovazioni vi sono positività oggettive, tuttavia abbiamo la necessità di delineare e riconoscere un atteggiamento più disciplinato tanto da permettere la difesa dell”essere umano. Oramai siamo giunti a un ritmo di evoluzione esponenziale in varie aree.
Le nuove scoperte avranno la possibilità di programmare il nuovo genoma umano impedendo l’invecchiamento e persino la morte? Vale a dire che il ricco potrà beneficiarne e il povero non potrà nemmeno permettersi le pillole per il mal di testa? Se da un lato le innovazioni tecnologiche potranno migliorare le nostre vite imprimendo un’accelerazione al futuro umano, dall’altro molti cambiamenti potranno rappresentare una minaccia al tessuto sociale e minare la nostra stessa umanità. Noi siamo responsabili di ciò che l’uomo progetta e costruisce, conseguenze in un futuro che appare senza speranza, senza possibilità di salvezza, una società tetra, disumanizzata, dequalificata. Una società che sublima il proprio ego a discapito dei propri simili, un insieme di negazione verso il Superiore, il rigetto dell’Essere Supremo, del Creatore.
Se osserviamo il nostro corpo e la natura, ci rendiamo conto di quanto sia perfetto e meraviglioso (prima dell’intervento umano) ciò che ci circonda. Come si può pensare che dietro la perfezione di un orologiaio della fisica non vi sia un Supremo Legislatore? Benché questi principi siano basati sull’accettazione della maggioranza mondiale, possiamo asserire che l’uomo vive al centro di un sistema in parti naturali, in parti creati dallo stesso. Un’ulteriore supremazia per mantenere il potere e il controllo dell’esistenza universale. Durante il corso della storiai re, i nobili, cercarono di presentarsi al popolo come divinità o discendenti corporali divini, affinché il popolo mantenesse rigorosamente l’atteggiamento di sottomissione e di timore verso coloro che detenevano il potere legislativo ed economico. La violenta malvagità umana ha insanguinato la terra attraverso i genocidi, usurpando e invadendo territori, appropriandosi delle ricchezze materiali e persino spirituali dei propri simili. Fino a quando Dio avrebbe permesso questo sistema?
In Giosuè, nel capitolo 6, possiamo leggere come le mura di Gerico crollarono. Gerico, il cui significato corrisponde a città della Luna, dedicata al dio della luna, ai tempi era un bunker posto sulla collina, una fortezza inespugnabile. Le sue mura caddero dopo che per sette giorni gli Israeliti girarono intorno. Una conquista straordinaria realizzata mediante la fede. Una situazione umanamente impensabile ed irrealizzabile. La nostra priorità nella nostra vita cristiana dovrebbe avere come punto cardinale la nostra fiducia in Dio e l’ubbidienza dettata dalla fede, la certezza di appartenere al Nostro Salvatore Gesù
L’unica via di Salvezza
Gesù duemila anni prima rese la Sua vita in contemporanea con lo squarcio del velo, vale a dire che la distanza fra Dio e l’uomo venne colmata con il Sacrificio di Cristo. Gesù quale Sommo Sacerdote di beni futuri scelse l’espiazione attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo, non appartenente a questa creazione e non con sangue di capri e di vitelli, ma con il Proprio Sangue entrando una volta per sempre nel Santuario, procurandoci così una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il Sangue di Cristo, che con uno Spirito Eterno offrì se stesso senza macchia a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio vivente. (Ebrei 9:11-14)
Abbandonarsi totalmente a Cristo dovrebbe essere la risposta di ogni credente al Calvario di Cristo.
L’amore immenso di Dio può soddisfarci solo se diamo tutti noi stessi deponendo la nostra vita. Non un tempo parziale ma la totalità delle primizie, la globalità della nostra esistenza. Gesù fu molto chiaro, sta scritto in Luca 14:26 “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo”. E ancora possiamo leggere in Matteo 16:24 Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso e prenda la sua croce e mi segua. Esploriamo la vita di Gesù …una vita vissuta nell’assoluta obbedienza al Padre, ripiena della potenza dello Spirito Santo. Quanti di noi avrebbero scelto di applicare nella mansuetudine vitale, pazienza, umiltà, dedizione, gentilezza, fedeltà, amore e sofferenza? Nessuno!
Se vogliamo essere discepoli di Cristo dobbiamo vivere ed esercitare come fece il Nostro Maestro. L’Amore di Gesù dimostrato sulla croce deve rafforzarci e stimolarci nel proseguire nonostante la brutalità dell’intolleranza aggressiva, le persecuzioni e la morte ma la promessa espressa nel Vangelo di Luca ci permetterà di non adeguarci alle abitudini del mondo evitando di assumere errati comportamenti.
“Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto” Luca 20:21.
Lella Francese
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