Digital Service Act: L’Ue istituisce ufficialmente il Ministero della Verità. Preoccupante deriva totalitaria

Dobbiamo esserne consapevoli.
ProVita & Famiglia denuncia da tempo la dittatura “soft” dell’Unione Europea (e delle sedicenti democrazie occidentali)  che calpesta il principio di sussisiarietà, la libertà dei corpi intermedi e le libertà fondamentali dei cittadini.
Oggi la dittatura è un po’ meno soft: entra in vigore il Digital Service Act, con i voti di tutti i nostri eurodeputati eccetto quelli della Lega (onore al merito), un regolamento che limita fortemente la libertà di manifestazione del pensiero su internet.
Il riferimento a 1984 di Orwell, anche questa volta, ahimé, è dobbligo: è stato istituito il Ministero della Verità o Miniver, che in sede alla Commissione europea avrà il potere di cancellare ciò che viene pubblicato dai sudditi, col solito pretesto di combattere le fake news.
Chi controlla il controllore?
Chi ha il potere di decidere cosa è vero e cosa è falso?
L’unico modo per combattere le fake news è il libero confronto e lo spirito critico, perché la verità alla fine vince sempre da sé. 
Intanto, però, l’Europa ha fatto suo il modello cinese:  da un decennio almeno, in Cina a digitare nei motori di ricerca parole vietate come “democrazia” non solo si oscura lo schermo, ma si richia di vedersi arrivare la polizia a casa.
Ovviamente, i media mainstream presentano il Digital Service Act come un segno di civiltà, una forma di tutela dei cittadini ecc.
Noi ricordiamo con orrore  le parole di Melissa Fleming,  Sottosegretario dell’Onu per le comunicazioni globali, al Forum di Davos di qualche tempo fa: parlando di cambiamento climatico e transizione green disse che loro “possiedono la scienza”, che l’hanno influenzata in modo di censurare i dissidenti. Che si sono accordati con Google, con i social più frequentati dai giovani e con diversi “influencer”, affinché tutti d’accordo predichino i nuovi dogmi della religione ambientalista.
Già tutti sperimentiamo la censura di Facebook, di YouTube e di altri social se pubblichiamo qualcosa di politicamente scorretto.
Adesso, lo stesso “servizio”, più capillare, e con la forza della legge, ce lo farà la psicopolizia della signora Von Der Leyen, che così si prepara la campagna elettorale per le prossime elezioni europee del 2024 in modo conveniente, censurando le notizie che potrebbero far perdere voti ai suoi sodali.
Potremo ancora parlare di aborto e di gender? Di clima? 
Mala tempora currunt, dicevano gli antichi.
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