Le organizzazioni battiste presenti in Palestina e Israele continuano a sostenere le persone nella straziante realtà della guerra a Gaza
Continua l’impegno di alcune organizzazioni battiste in Palestina e Israele, ad ormai 5 mesi dall’inizio del conflitto.
Una di queste è Christian Mission to Gaza (https://www.cm2g.org), il cui fondatore e presidente è Hanna Massad, già pastore della Gaza Baptist Church. Nelle newsletter periodiche destinate ai sostenitori, Hanna spiega in dettaglio come CMG è attivamente coinvolta nella fornitura di aiuti essenziali alle persone colpite dal conflitto. Oltre a vestiti invernali, generi alimentari, pasti per le persone che si rifugiano nelle chiese e altrove (molti cristiani si stanno rifugiando nella chiesa greco-ortodossa di San Porfirio e nella chiesa cattolica romana della Sacra Famiglia), l’organizzazione fornisce anche sostegno finanziario alle famiglie bisognose.
Il 13 febbraio scorso Hanna Massad scriveva: «Riusciresti ad immaginarti senza elettricità, con acqua limitata, cibo limitato, medicine limitate, e a sentirti costantemente insicuro e incapace di provvedere o proteggere la tua famiglia? Questa è la triste realtà per molti a Gaza in questo momento. Le risorse sono scarse, i prezzi stanno lievitando e provvedere alle famiglie è diventata una sfida ardua. La situazione è disastrosa, alcuni ricorrono all’uso del foraggio animale per fare il pane, e in alcuni luoghi anche questo si sta esaurendo».
Mentre in una precedente newsletter del 16 gennaio intitolata “Diffondere speranza e amore in mezzo all’oscurità”, il pastore condivideva il resoconto di un leader della chiesa in prima linea nella crisi: «Per descrivere la situazione a Gaza, la parola catastrofe è insufficiente perché la vita qui ha quasi cessato di esistere. C’è una grave carenza di cibo, acqua ed elettricità. Paura, preoccupazione e ansia sono nell’aria. È quasi impossibile immaginare l’entità della distruzione: case, strade e persino resti umani e animali sepolti sotto le macerie. L’ambiente è tutt’altro che salubre e la gente è disperata, alla ricerca di qualcosa da mangiare, anche se scaduto. I prezzi sono saliti alle stelle, rendendo inaccessibili anche i beni di prima necessità. All’interno delle chiese la situazione è altrettanto difficile. La privacy è scarsa e la fornitura di cibo è limitata, spesso costituita da prodotti in scatola. Il freddo è penetrante e le malattie si diffondono rapidamente tra i bambini a causa delle dure condizioni. C’è una lotta costante per trovare calore e acqua calda per fare il bagno ai bambini. Le parole da sole non possono esprimere la gravità di questa situazione».
«Queste parole potenti – ha commentato il pastore Hanna Massad sottolineano l’urgente bisogno del nostro continuo sostegno e delle nostre preghiere mentre ci sforziamo di portare sollievo e speranza a coloro che sopportano queste difficoltà inimmaginabili. Insieme possiamo fare la differenza nella vita di coloro che soffrono».
La portata dei bombardamenti ha messo a dura prova gli edifici, inclusa la chiesa battista di Gaza, che secondo il pastore battista Massad ha subito “danni significativi”. «I soldati hanno utilizzato la chiesa, causando ingenti danni sia all’interno che all’esterno; un incendio appiccato all’interno della chiesa ha peggiorato il danno».
Contattato da Baptist Press, Massaf ha riferito che la sua organizzazione tenterà di riparare i danni alla chiesa dopo la guerra. Tuttavia, non c’è certezza su quanti membri della chiesa rimarranno a Gaza, dal momento che molti, avendo il visto, cercheranno di mettersi in viaggio.
Le terribili condizioni, determinate dal conflitto, sono state denunciate anche da una Ong cristiana che opera a Gaza, sostenuta dalla Federazione battista europea (Ebf). La Ong ha raccolto messaggi degli abitanti di Gaza, che descrivono una “guerra brutale”, in cui “tutto sta peggiorando”. «Abbiamo bisogno di cibo – si legge in un messaggio–. La fame ci taglia l’intestino. Vi inviamo un forte appello a soccorrerci».
Anche RCO Ministries (Ramla/Ramallah Christian Outreach), fornisce aggiornamenti regolari. Nella sua ultima newsletter si chiede di pregare sia per un cessate il fuoco completo sia per compiere tutti gli sforzi necessari per salvare vite umane: «preghiamo affinché la saggezza e la giustizia di Dio governino i cuori e le menti di tutti coloro che sono nella posizione di prendere decisioni che influiscono su migliaia di vite».
Nel messaggio si parla di «agenti di pace che sono sorti in mezzo all’oscurità di questa guerra, come stelle nei cieli più bui», e anche di alcuni resoconti di miracolosi interventi divini in mezzo alla miriade di cattive».
RCO gestisce la Casa della Nuova Vita, un ministero per i bambini vulnerabili della Cisgiordania e di Gaza, e sostiene la Chiesa battista locale di Ramallah in Cisgiordania, guidata da Munir Kakish, che è presidente del Consiglio delle Chiese evangeliche locali in Terra Santa (partner della Federazione battista europea), che rappresenta 13 chiese nei territori palestinesi, inclusa la Chiesa battista di Gaza.
Munir riferisce che RCO sta continuando a svolgere i suoi servizi in Cisgiordania, compreso ospitare i bambini presso la Casa di Nuova Vita per il loro programma di fornitura di un pasto e del doposcuola, oltre ad ospitare «ogni sorta di diversi programmi di studi biblici per bambini, giovani e adulti, che sono vitali mentre cerchiamo di avvicinarci al Signore ed elaborare tutto ciò che accade intorno a noi in questa Terra».
Bader Mansour, responsabile dello sviluppo dell’Associazione delle Chiese battiste in Israele (ABC), ha affermato che i cristiani “sono ancora più determinati nell’impegno a servire il Signore in questa terra. Abbiamo affrontato sfide considerevoli, devastazione e un travolgente senso di disperazione. Tuttavia, in mezzo a queste prove, traiamo forza dalla nostra fede nel nostro Signore che sostiene l’universo mediante la parola della sua potenza (Ebrei 1, 3), e attraverso l’incoraggiamento dei nostri fratelli e sorelle (Filemone 1, 7B). Il nostro obiettivo è essere sale e luce, offrendo speranza in mezzo all’oscurità».
Intanto, domenica 18 febbraio il dottor Munther Isaac, pastore della Christmas Evangelical Lutheran Church in Bethlehem, intervenendo presso la Chiesa battista di Bloomsbury Central ad una veglia per Gaza a cui hanno partecipato quasi 600 persone (altre 600 hanno assistito online), ha lanciato un duro appello alla Chiesa britannica, affermando che è chiamata a «essere Chiesa e ad agire in modo solidale affinché ci sia un cessate il fuoco immediato e globale. È un obbligo morale. Questo non è il momento della neutralità o della diplomazia morbida».
https://riforma.it/2024/03/13/diffondere-speranza-e-amore-nelloscurita/
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