Il Corano è un complesso di racconti su personaggi biblici e non, compresa una raccolta di insegnamenti morali, legislative e dogmatici insieme. Secondo la tradizione islamica per realizzare quest’opera, ci si doveva affidare alla memoria dei compagni di Maometto.
Maometto nacque verso l’anno 580 nella penisola arabica in una regione nota come Hijaz, tra una popolazione che aveva perso l’idea dell’Unico Dio ed era dedita al politeismo e all’idolatria; figlio di una famiglia appartenente alla tribù dei Qurays – praticamente i signori della Mecca e i custodi della Kaaba – edificio che contiene la Pietra nera. Dopo il suo matrimonio, nel quale pare abbia trovato tranquillità economica, ci fu una svolta nella sua vita, da quel momento disgustato dalla idolatria dei suoi concittadini si rifugiò nella caverna di Hira, nel silenzio e in solitudine, per trovare un qualcosa che appagasse il suo bisogno spirituale.
Nel 619 la religione islamica dice che proprio in quella caverna, il Dio che lui cercava, gli si manifestò per mezzo dell’Arcangelo Gabriele, apparsogli in tutta la sua gloria. Per tre anni ricevette rivelazioni e fu Dio stesso a ordinargli di dare inizio alla missione con un gruppo di discepoli noti come i Compagni del Profeta. A questi uomini egli recitò le sue sure, (capitoli del Corano) ed essi le fissarono nella loro memoria.
Alla morte di Maometto, non esisteva nessuna edizione del Corano e questa situazione rimase così per parecchi anni mentre i Compagni del Profeta si riducevano di numero, sia per morte naturale che nelle battaglie prima che potessero riferirle. Quindi secondo la tradizione islamica è storicamente provato che Maometto non fece mai redigere la prima versione del Corano perché morì prima.
Furono due califfi, suoi successori, che diedero vita a questa iniziativa dopo la sua morte. Questi, per compilare il Corano si avvalsero dei racconti di molti altri seguaci che avevano memorizzato le citazioni del profeta; in poche parole apprendiamo che in quel tempo c’erano diverse edizioni del Corano perché i compagni di Maometto, dopo la morte del profeta, redassero la propria copia nel modo in cui lo ricordavano. Circa 18 anni dopo la sua morte verso il 650 d.C. ne fu redatto uno da Abu Bakr che esisteva insieme ad altre versioni, certamente ognuna considerata copia ufficiale, ma che differivano tra loro. Che fare allora? Il califfo Uthman alcuni anni dopo fece redigere una sua versione utilizzando una copia in possesso della moglie di Maometto, confiscò e ordinò di bruciare tutte le altre copie diverse in circolazione.
Oggi non esiste più neanche questa copia del Corano, infatti dicono gli studiosi, che essi sono stati riscritti circa 160-180 anni dopo la morte di Maometto e 130 anni dopo la versione di Uthman ed affermano che è stato rimpiazzato da un’altra versione redatta in Iraq verso la fine dell’ottavo secolo. Oggi rimane un Corano come vedremo frammentato e oscuro.
I musulmani accusano i cristiani di aver contraffatto la Bibbia, ma la Bibbia è stata scritta e conosciuta diversi secoli prima del Corano e quindi al tempo di Maometto c’era una certa frammentaria conoscenza delle storie della Bibbia, farcite di tradizioni orali, storie fantasiose ed eresie, in un contesto di analfabetismo e di ignoranza. Maometto le aveva ascoltate dai suoi contemporanei giudei e cristiani che incontrava in Arabia. Infatti certi concetti e pratiche religiose, che sono comandati dal Corano, esistevano già in Arabia al tempo di Maometto, molti erano verbalmente noti a tutti e provenivano alcuni dal Talmud (raccolta di tradizioni ebraiche) ed altri dal Nuovo Testamento, dai vari Vangeli Apocrifi, e dalle leggende orientali.
La maggior parte dei musulmani non sono a conoscenza dello sviluppo storico del loro testo sacro.
Il concetto che i musulmani hanno della Bibbia è che gli ebrei e i cristiani hanno falsificato le Sacre scritture cioè la Torà i Salmi e il Vangelo.
La differenza è fondamentale:
Il Corano, come il libro di Mormon, come altre “rivelazioni” presunte non sono affidabili, soprattutto non sono ISPIRATI DA DIO, proprio perché scritti dall’uomo per fondare altre religioni. La Bibbia è divinamente ispirata da Dio e per noi è la Sua Divina Parola.
La PAOLA DI DIO. “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.” (Matteo 24:35).
La Bibbia è divinamente ispirata e degna di fiducia.
Introduzione. Quale migliore fondamento possiamo avere per ciò che crediamo, se non la Bibbia? Proprio come è necessario avere una unità di misura per il tempo, per i pesi o le distanze, così abbiamo assolutamente bisogno di una precisa unità di misura per la nostra fede. Perciò abbiamo la Bibbia, la Parola di Dio.
Perché la rivelazione divina doveva essere scritta?
La trasmissione verbale della verità non sarebbe stata attendibile. La memoria è raramente precisa ed accurata. La verità, fondata sulla tradizione, non sarebbe stata degna di fede. I libri sono il miglior metodo per preservare e trasmettere la verità. Perciò è logico credere che Dio ha ispirato degli uomini a trascrivere le verità divine, che avevano ricevuto per rivelazione divina e non per ragione umana. È anche logico che Dio avrebbe preservato questi documenti divinamente ispirati e li avrebbe messi a disposizione dell’umanità.
L’ISPIRAZIONE DELLE SCRITTURE – 2 Timoteo 3:16,17
Il famoso dizionario Webster definisce l’ispirazione come “un atto di alitare in qualcuno”. Questa definizione coincide con la definizione biblica del termine “ispirata da Dio” o “alitata da Dio”. La definizione teologica del termine, secondo sempre il dizionario Webster, è: “l’influenza soprannaturale dello Spirito di Dio sulla mente umana, per cui i profeti, gli apostoli e gli altri scrittori delle Sacre Scritture furono qualificati di pronunciare verità divine senza mescolanza di errore”.
L’ispirazione, quindi, è l’alitare di Dio cosciente e potente negli uomini, che li abilita ad annunciare la verità. È Dio che parla per mezzo degli uomini, ed è come se Dio avesse pronunciato ogni parola con le Sue proprie labbra.
William Evans ha affermato: “Le Scritture sono il risultato di questo divino alitare, proprio come il linguaggio umano è pronunciato dall’alitare mediante la bocca dell’uomo.”
CORANO O BIBBIA
Corano = Allah! Non c’è altro Dio oltre Lui. Maometto è il suo messaggero.
Bibbia = “Or questa è la vita eterna, che conoscano te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo che tu hai mandato” (Giovanni 17:3).
Corano = “Se tu Maometto, avrai dei dubbi sulle rivelazioni che ti abbiamo fatto, chiedi a quanti, prima di te (cristiani ed ebrei) ebbero da noi il Libro (Bibbia) (Sura 10:94)
Bibbia = “Ma anche se noi, o un angelo dal cielo vi predicasse un evangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto.” (Galati 1:8).
C’è una grande differenza tra la Bibbia ed il Corano. Le storie del Corano sono contro le storie della Bibbia. È molto importante sapere che secondo l’Islam Dio avrebbe mandato Gesù per distruggere il Giudaismo e avviare una nuova religione chiamata Cristianesimo, e poi manda dopo 600 anni un altro profeta per distruggere il Cristianesimo e diffondere un nuovo libro chiamato Corano.
Gesù venne ad adempiere le profezie del Vecchio Testamento. Ecco perché i veri figli di Abramo si rallegrarono con Abramo ed il resto dei profeti del Vecchio Testamento quando videro le loro preghiere e le loro profezie adempiute in Gesù il Cristo.
Gesù completò il lavoro della salvezza. Lui gridò alla croce, “TUTTO È COMPIUTO.” Ora gli uomini possono essere salvati, la via a Dio ora è aperta, e tutti possono avere pace con Dio e possono ricevere il perdono per i loro peccati. Non c’è bisogno di un altro libro o nuova rivelazione, né di un nuovo profeta.
Chiaramente la Bibbia dice, “Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia maledetto” (Galati 1:8).
GESÙ, IL Figlio di Dio – Maometto distrusse la vera figura di Cristo quando disse, “Parlano da miscredenti quando affermano “di certo Gesù, Figlio di Maria, è egli stesso Dio!” mentre il Cristo sempre disse: “Figli d’Israele, adorate Dio, il quale è mio e vostro Dio” (Sura 5:72).
Nella Bibbia vediamo invece che “E Simon Pietro, rispondendo, disse: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. E Gesù, rispondendo, gli disse: “Tu sei beato, o Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli.” (Matteo 16:16).
I musulmani fraintendono totalmente il titolo regale ed il significato di “Figlio di Dio”. Pensano, infatti, che noi crediamo che Gesù sia il frutto dell’unione sessuale fra Dio e Maria (!) e ne concludono che noi crediamo che la trinità consista in Dio, Maria e Gesù.
Una tale bestemmia è per noi impensabile e mostruosa. Come vedrete qui di seguito i musulmani sono dottrinalmente arretrati di quattordici secoli, sono fermi al tempo dell’instaurazione dell’Islam.
Quando un musulmano ci chiede: “Tu credi che Gesù è il Figlio di Dio?” se rispondiamo subito sì, noi gli confermiamo questa bugia del Corano. È quindi meglio che rispondiamo con la domanda: “Cosa pensi che io creda?” Egli ci dirà che noi crediamo che Gesù è il “figlio carnale” di Dio. A questo punto, cioè solo dopo la sua risposta, diremo che non crediamo questo, ma a ciò che è scritto nella Bibbia, ribadendo che Gesù non è nato da una relazione sessuale come pensano loro.
Il motivo di questa loro opinione ha radici storiche. In breve: al tempo di Maometto (ca. 600 d.C.) non esisteva il Nuovo Testamento in lingua araba e, di conseguenza, tra gli arabi mancava la buona dottrina cristiana. Certi cristiani arabi, non conoscendo la Bibbia, si misero ad insegnare che Gesù era il figlio “fisico” di Dio e questa non era che una delle tante dottrine fondamentali che fraintesero.
Al di fuori dell’Arabia intanto, a tutto questo si aggiungeva la triste contesa fra i padri del Cattolicesimo, Cirillo e Nestorio, intorno a Maria. Alla fine, il primo riuscì a far prevalere la dottrina e il titolo di “madre di Dio” per Maria. Maometto considerò tutte queste eresie e le divisioni nella chiesa come il “vero Cristianesimo” e lanciò la sua alternativa: l’Islam.
Questi fatti ci mostrano come alla nascita dell’Islam, la presenza cristiana fosse incapace di testimoniare della Verità, che era riduttiva, debole e confusa.
La morte di Gesù – Il Corano rifiuta di accettare la morte di Gesù Cristo sulla croce e riporta: “Loro (i giudei) non l’hanno frustato; non l’hanno crocifisso… è sembrato a loro così; ma Dio lo ha chiamato in cielo prima della crocifissione e qualcun altro, Giuda, è morto al posto suo.” (Sura 4:157-158)
Chiediamo loro: perché Giuda il traditore, appeso in croce, avrebbe detto: “Padre perdona loro perché non sanno quel che fanno”?
Ma la Bibbia afferma: “…Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, che fu sepolto e risuscitò a il terzo giorno secondo le Scritture. Ma se Cristo non è risuscitato, è dunque vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede. Inoltre noi ci troveremo ad essere falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio, che egli ha risuscitato Cristo, mentre non l’avrebbe risuscitato, se veramente i morti non risuscitano. (1° Corinzi 15:3,14-15).
“Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non solo violava il sabato, ma addirittura chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.” (Giov. 5:18)
I musulmani credono che Gesù ritornerà, si sposerà e avrà dei figli, morirà, sarà seppellito a la Mecca accanto a Maometto e un giorno resusciterà. Tutto questo, però, non è ciò che è scritto nella Bibbia. Essi credono che Gesù distruggerà i non musulmani e Maometto trionferà.
Paolo scrive: “Se Cristo non è risuscitato, voi siete ancora nei vostri peccati” (1 Cor. 15:17). Un’altra occasione per aiutarli ad accettare la Salvezza!
Lo Spirito Santo – I musulmani credono che lo Spirito Santo sia l’angelo Gabriele. Per aiutarli un cristiano può leggere con loro il brano in Luca 1:35 in cui l’angelo fa una precisa distinzione fra se stesso e lo Spirito Santo. Dice infatti: “Lo Spirito Santo verrà su di te…” e non “Io, Gabriele… su di te”. Gli amici musulmani rifletteranno, perché questa distinzione esiste anche nel Corano nel dialogo fra Gabriele e Maria, anche se nel versetto non è specificato Spirito Santo ma “uno spirito da Dio” che entra nel grembo di Maria.
Parakletos o periklytos?
Esistono, all’infuori del Corano, delle profezie su Maometto? Esiste qualche Scrittura, prima del Corano, che parli della sua venuta? Alcuni musulmani credono che nell’Ingil (Vangelo) in Giovanni 16:7, ci sia il riferimento alla profezia menzionata nella Sura 7:157 e nella Sura 61:6.
I musulmani, consci del fatto che il testo originale del Nuovo Testamento fu scritto in greco, scelgono il secondo modo di leggere, periklytos, che tradotto significa “glorioso”, invece di Parakletos, che significa “Consolatore” o “Avvocato, Difensore”. I musulmani, basandosi sul Corano (Sura 61:6), rivendicano Giovanni 14:16 e 16:7 come profezie della venuta di Maometto e che la parola periklytos (glorioso) si riferisca al nome arabo Ahmad, pseudonimo di Maometto nel Corano, ambedue aventi come significato “il glorificato”, “il glorioso”.
La lingua greca conferma Parakletos.
Ciò che hanno tentato di fare i musulmani con questa parola è di sostituire le vocali (sostituendo a-a-e-o di Parakletos con e-i-y-o di periklytos). Nella lingua ebraica e nell’arabo, dove le vocali non sono incluse nelle parole, c’è spazio per discutere su quali vocali l’autore volesse intendere. Comunque non è così in greco, perché tutte le vocali vengono chiaramente scritte in tutti i testi greci.
Manoscritti in lingua greca confermano Parakletos.
Per ogni altro dubbio, come quelli della parola Parakletos è semplice consultare uno dei manoscritti esistenti (MSS); essi sono a disposizione di ogni persona che li voglia esaminare (compresi due dei più antichi: Codici Sinaitico ed Alessandrino, presso il Museo Britannico di Londra). Ci sono più di 70 manoscritti in lingua greca del Nuovo Testamento antecedenti il tempo di Maometto. In nessuno di essi viene trovata la parola periclytos. Tutti quanti usano la parola Parakletos. Infatti la parola periklytos non appare neppure nella Sacra Bibbia.
Perciò Maometto non può essere il Parakletos.
Il centro di questa argomentazione, per un musulmano, è il desiderio di trovare una qualsiasi profezia sulla venuta di Maometto nella Taurat (Torà) di Mosè e nell’Ingil (come si riferisce la Sura 7:157). Senza questo argomento il principio dell’autorità di Maometto entra in un circolo vizioso che inizia dal Corano e che a sua volta è “investito di autorità” da Maometto stesso e così via… Ora, il fatto che nell’Ingil non esista nessuna predizione da parte di Gesù che concerna Maometto, crea un problema per il musulmano che deve produrre criteri esterni per convincerci della venuta del suo profeta, ma fin qui inesistenti.
Chi è dunque il Parakletos?
Un ulteriore problema per il musulmano sorge quando egli apre al versetto in questione, Giovanni 14:16. Questo infatti dice: “E io pregherò il Padre. Ed egli vi darà un altro Consolatore (in greco=Parakletos) perché Egli stia con voi in perpetuo”. Molti musulmani citano questo versetto, come pure Giovanni 16:7 e poi chiudono la Bibbia! Ciò che non realizzano è che è pericoloso, come in questo caso, leggere un qualsiasi versetto al di fuori del contesto. Se il lettore dovesse leggere oltre il verso 14:16 e il capitolo 16:7 troverebbe l’identificazione a cui si riferisce Gesù sulla venuta del Parakletos.
Secondo il contesto di Giovanni 14 e 16 Gesù disse che il Parakletos non è un essere umano:
14:16 – “starà con voi in perpetuo…” (un essere umano non vive per l’eternità )
14:17 – “…lo Spirito della Verità” (un essere umano è distinto dallo Spirito)
14:17 – “Che il mondo non vede…” (un essere umano è visibile)
14:17 – “…neppure lo conosce” (un essere umano è conosciuto da altri)
14:17 – “…egli sarà in voi” (un essere umano non può essere “dentro” un altro)
Gesù indica che il Parakletos ha una missione specifica, manifestare Gesù:
14:26 – “…lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome”
14:26 – “…vi rammenterà tutto quello che io (Gesù) vi ho detto”
16: 8 – “…convincerà il mondo quanto al peccato”
16:14 – “…Egli mi (Gesù) glorificherà”
Gesù specifica che il Parakletos è uno Spirito:
14:17 – “…lo Spirito della Verità”
14:26 – “Il Consolatore (Parakletos), lo Spirito Santo.
La risposta è lo Spirito Santo che arrivò 50 giorni dopo.
È chiaro dal contesto che nessun profeta umano o essere angelico può avere la qualità di Parakletos considerando che: sarà con loro per sempre, non è visibile, non è conosciuto, e pure è dentro di loro e ricorderà all’uomo cosa Gesù fece, portando gloria a Gesù stesso. C’è un solo Essere che ha tutte queste caratteristiche ed è lo Spirito Santo, che Gesù identifica nell’Ingil (Vangelo) come il Parakletos. Esso incarna tutte queste qualità!
In Atti 1, Gesù, prima di essere portato in cielo, e dopo 40 giorni che aveva promesso la venuta dello Spirito Santo (Giov. 14:16 e 16:7), parla ancora di questo “dono”.
Egli dice: “…aspettatevi il compimento della promessa del Padre, la quale, egli disse, avete udito da me… ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo tra non molti giorni” (Atti 1:4,5).
È ovvio che il Consolatore di cui Gesù parla è proprio lo Spirito Santo, che arriverà in potenza dieci giorni dopo che Gesù lascia la terra, nel giorno di Pentecoste (tradotto significa il 50° giorno) e cioè 570 anni prima della venuta di Maometto.
Cosa dice la profezia ? Le Sure 7:157 e 61:6 parlano di un profeta di nome Ahmad (Maometto), che sarebbe stato rivelato nella Taurat e nell’Ingil. È perciò imperativo che questo personaggio vi si trovi. Senza questo, Maometto non ha prove esterne al Corano che possano comprovare il suo “ufficio di profeta”, e quindi l’autorità sulla fede di un miliardo di musulmani si basa soltanto sulla singola testimonianza che un uomo comune ha di se stesso, cioè: Maometto testimonia del Corano, e il Corano testimonia di Maometto. Una “testimonianza” questa che entra in un circolo chiuso che è inaccettabile anche per i musulmani stessi. Per loro non rimane allora che credere che i versetti nel Vangelo di Giovanni si riferiscano proprio a Maometto.
Come abbiamo visto, non ci sono passaggi né nella Taurat né nell’Ingil che accennino alla venuta di Maometto. Quindi, questo Consolatore (Parakletos) promesso è un uomo o un profeta? O non è piuttosto uno spirito, e in particolare lo Spirito Santo biblico? Uno sta testimoniando per la verità, l’altro si eleva contro la verità. Bibbia o Corano, Gesù come Dio e Salvatore o Maometto come un profeta.
Allah e l’Iddio della Bibbia sono lo stesso Dio?
L’Islam insegna che il vero Dio è un essere chiamato Allah, e che tutte le altre prospettive di Dio sono false. Il Corano enfatizza su Allah: “Non c’è nessuno dio ma lui, il Vivente, l’Eterno “.
Ma chi è Allah? È lo stesso Dio della fede cristiana?
- – Allah manca degli attributi come santità, grazia ed amore. Se noi compariamo il Dio musulmano col Dio biblico, noi possiamo vedere che l’Islam ed il Cristianesimo hanno prospettive completamente diverse di Dio.
Per prima cosa, Allah è un Dio distante col quale nessuno può avere una relazione personale nella maniera descritta dalla Parola di Dio.
L’Iddio della Bibbia invece desidera avere una relazione personale con i suoi figli, ed è un rapporto basato sull’amore. (Giovanni 1:1,11-14; 15:9-15; 16:27; 17:20-26).
- – Il Dio musulmano ha una natura e un carattere diverso dal Dio biblico. Per esempio, Allah non è proprio un Dio di amore, ma la Bibbia insegna “Dio è amore” (1 Giov. 4:16).
È accentato in tutto il Corano che Allah solamente “ama” (è misericordioso) solo verso quelli che fanno il bene, ma che lui non è misericordioso verso i malvagi. Allah enfatizza ripetutamente che lui non ama il peccatore. Così l’”amore” di Allah non è l’amore del Dio della Bibbia. Il Dio biblico ama il peccatore; infatti, Lui ama tutti i peccatori (Giovanni 3:16; Romani 5:8).
- – Allah è considerato l’autore del male. Ma il Dio biblico non è l’autore del male. Piuttosto Lui è santo e giusto (1 Samuele 2:2; Salmo 77:13; 99:9; Apocalisse 15:4).
I Suoi “occhi sono troppo puri per vedere il male” (Abacuc 1:13).
- – I musulmani negano la natura della trinità di Dio come rivelato nella Bibbia. Il Corano enfatizza che i Cristiani sono miscredenti ed atei perché loro credono nella dottrina cristiana e storica della trinità. (Il Corano distorce la prospettiva della Trinità come trideismo — tre dii.) Ma la Bibbia dice che Dio si è rivelato come un trino: come un Dio che esiste in tre Persone— Padre, Figlio, e Spirito Santo, eternamente. (Giov. 1:1,14; Atti 5:3,4).
Qual è la conclusione? Che il Dio musulmano ed il Dio biblico costituiscono due distinti ed opposti concetti di Dio.
Se Dio ha parlato nella Bibbia (e il Corano da autorità alla Bibbia) e lo stesso Dio ha parlato anche a Maometto allora perché tanta confusione e tante contraddizioni? Dio smentirebbe sé stesso. Dobbiamo quindi concludere che evidentemente non è lo stesso Dio.
D’altronde i musulmani stessi insegnano che Allah è il vero ed unico Dio, e dicono che i Cristiani adorano un dio falso, un idolo pagano. Ma forse i musulmani dimenticano che “Allah” era originalmente un dio pagano. Gli studiosi sono d’accordo che per Maometto, Allah “era solamente uno delle tante divinità pagane del pantheon arabo e pre-islamico (raccolta di dei) — e neanche la divinità principale”. E così Maometto trasformò ed elevò questa divinità pagana nel Dio supremo dell’Islam.
IL RUOLO DELLE DONNE NEL CORANO E NELLA BIBBIA
Che sarebbe il mondo senza le donne? Ma perché Islam non ha rispetto per una donna? Perché non vale che quanto uno schiavo nella casa? Guardiamo insieme come il Corano e la Bibbia trattano le donne.
- Il matrimonio. Il Corano permette un uomo di sposarsi quattro donne. “Prendete allora, tra quelle che vi piacciono, due, tre o quattro donne quali vostre spose… ” (Sura 4:3)
La Bibbia dice: “ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito. (1 Corinti 7:2). E Gesù: “Non avete voi letto che chi li creò da principio, li creò maschio e femmina? E disse: “Perciò l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà con la propria moglie, e i due diverranno una sola carne” (Matteo 19:4).
Quattro donne non erano abbastanza per Maometto, così lui ebbe bisogno di un permesso speciale da Allah per sposarsi tante altre donne quante ne desiderò. (Sura 33:50).
Il Corano autorizza anche che un marito colpisca sua moglie. Dice, “Se temete la loro infedeltà prima ammonitele, poi lasciatele sole nei loro letti e infine battetele…” (Sura 4:34).
Quindi se un marito ripudia sua moglie (irrevocabilmente), lui non può, dopo ciò, risposarla fino a che lei si è sposata un altro marito e lui l’ha a sua volta ripudiata. In quel caso non c’è biasimo su entrambi se si risposano.
Dice la Bibbia, “Mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la chiesa, e ha dato sé stesso per lei…” (Efesi 5:25)
- Il suo valore. Il Corano insegna che Dio preferisce un uomo ad una donna.
La Bibbia insegna che “Non c’è né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina, perché tutti siete uno in Cristo Gesù.” (Galati 3:28).
Il Corano insegna che la maggioranza degli abitanti dell’inferno sono donne:
Il Corano insegna che le donne devono avere metà eredità rispetto all’uomo. “Allah (così) ti dirige come riguardi i tuoi bambini (l’eredità): al maschio, una porzione uguale a quello di due donne. Questi sono stabiliti porzioni ordinate da Allah: ed Allah è del tutto intelligente, del tutto saggio” (Sura 4:11).
Nel Corano, la testimonianza di due donne è uguale a quello di un uomo.
Nei vangeli, la prima persona per ricevere la grazia da Dio era una donna. “Non avere paura, Maria; perché hai trovato grazia presso Dio” (Luca 1:30). La prima persona che Gesù ha incontrato dopo la resurrezione fu una donna, e così, Lui le permise di essere la prima persona ad annunciare la buona notizia della risurrezione.
CONCLUSIONE: La globalizzazione, il processo di immigrazione dai paesi poveri nei paesi occidentali, ha portato e porterà nei prossimi anni molti musulmani. Già oggi ce ne sono più di un milione solo in Italia.
Una considerazione che dobbiamo fare alla fine di questo confronto, è che essi, come noi sono esseri umani. Non dobbiamo cadere nella superficiale generalizzazione che tutti gli islamici siano terroristi e fondamentalisti.
Molte volte sono persone sincere, che si sforzano di essere “osservanti” del Corano e delle leggi islamiche. Davanti a noi si aprono nuove prospettive di evangelizzazione, anche se evangelizzare un musulmano non è affatto facile. Lo possiamo fare dimostrando loro “l’amore di Dio”. Quell’Iddio che essi non conoscono, perché il loro dio è un dio di terrore e di punizione. Possiamo presentare loro, per mezzo del nostro esempio cristiano, quel Salvatore che ignorano ma del quale hanno bisogno. Gesù ama i musulmani; come credenti possiamo pregare per loro e sentirci impegnati a raggiungerli con l’unico mezzo che può illuminarli e condurli al Padre: La Parola di Dio.
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