Abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Mario Giordano, giornalista italiano, autore di saggi, direttore di Studio Aperto e Tg 4, che in queste settimane ha difeso valorosamente, con le unghie e con i denti i valori della vita e della famiglia in seguito alle polemiche, alla pochezza di argomenti e alle strumentalizzazioni seguita alla conferenza mondiale sulla famiglia.
Mario Giordano, classe 1966 è nato ad Alessandria. Un nome del giornalismo nostrano che ha dichiarato da sempre che “Per tutta la vita ho sempre sognato di fare il giornalista” e lo ha fatto! Dal 1991, Mario Giordano è sposato con Paola, di tre anni più giovane di lui. La coppia ha quattro figli: Alice nata nel 1993, Lorenzo nato nel 1995, Camilla nata nel 2003 e Sara nata nel 2005. Una carriera iniziata come giornalista con un settimanale cristiano “Il nostro tempo” in Piemonte, per poi nel 1994 approdare a L’Informazione fino al 1996 quando arriva a “IL Giornale” con Vittorio Feltri.
Nel 1997 debutta in televisione come Grillo Parlante in Pinocchio di Gad Lerner, poi è la volta di un breve periodo al Tg1. Dal 2000 al 2007 è direttore di Studio Aperto e dirige anche Lucignolo. Sostituisce Maurizio Belpietro come direttore de Il Giornale per due anni, per fare poi ritorno a Mediaset. Dal 2008 al 2010 è direttore di Studio Aperto, mentre dal 2014 al 2018 è a capo del Tg4. Viene nominato direttore delle strategie e dello sviluppo dell’informazione Mediaset e da settembre dello scorso anno conduce la trasmissione “Fuori dal coro”, striscia quotidiana dedicata all’attualità su Rete 4.
Quando avevo 7 anni dissi alla mia maestra: da grande farò il giornalista o l’astronauta. L’astronauta mi fa un po’ paura perché sulla Luna non c’è l’aria. Farò il giornalista. Da quel momento ho deciso che sarebbe stato il mio futuro.
Qual è stata la molla che ti ha fatto scrivere il primo articolo, lo ricordi?
La voglia di raccontare. Riuscii a pubblicare il primo articolo in terza media, vinsi un concorso della Gazzetta del Popolo scrivendo una cronaca sportiva della squadra della mia città, Alessandria.
Alla luce degli eventi di Verona e delle tue posizioni sulla “famiglia”…quanto è importante per te la fede?
Molto
Da bambino hai mai pensato che un giorno avresti fatto il giornalista di successo?
Come ho detto sopra, sì. Ma non “di successo”. E nemmeno in Tv. Pensavo soltanto di scrivere. E ho sempre pensato di non essere adatto a parlare nel microfono, con la mia voce stonata e piena di difetti…
Nei tuoi articoli non c’è solo la scrittura, c’è la creatività, la fantasia, il sogno della gente onesta. Come riesci a trovare certi argomenti e a raccontarli nel tuo raffinatissimo modo che lascia sempre il segno?
Questa è una domanda troppo buona… Scherzi a parte, io cerco di occuparmi della realtà che mi appassiona assai più delle chiacchiere della politica che ormai occupano la stragrande parte dell’informazione. E cerco di raccontare la realtà in modo da poter raggiungere tutti.
Perché sui giornali mancano le inchieste di una volta?
Perché costano tanta fatica.
Qualcuno sostiene che i giornalisti raccontano con il politicamente corretto certe notizie, vedi le polemiche su la conferenza della famiglia, la polemica sulle donne represse dai cristiani bigotti mentre il mondo “arcobaleno” è trattato con i “guanti” e quindi viene fuori una mezza verità. Qual è la tua opinione in proposito?
Anche stare nel politicamente corretto è assai più comodo che mettersi contro. Ci pensi: ci si mette nel’onda, non si rischia nulla, si ricevono applausi e consensi…
Il nostro naturalmente è un notiziario “medioevale” cristiano… ma cosa occorre fare per cambiare la mentalità della classe politica che pensa ancora di giocare con l’intelligenza di chi si batte per la verità?
Fare cultura. Diffondere notizie, proprio come fate voi e come faccio io. Non ho mai visto nessun grande cambiamento che non nasca dalla conoscenza, non ho mai visto nessuna ingiustizia che non metta le radici nell’ignoranza.
In una occasione Gesù disse agli ebrei che avevano creduto in lui: “Conoscerete la verità, e la verità vi renderà liberi”. (Giov. 8:32) Stava parlando di una libertà superiore alle semplici libertà civili, una libertà disponibile a tutti, ricchi o poveri, istruiti o illetterati. Alla luce di quello che ha insegnato Gesù qual è la tua missione che racconterai alla generazione futura?
Di avere sempre una speranza. Anche nei momenti più bui. Anche quando tutto sembra nero. Per me l’insegnamento sommo di Gesù, è la speranza che si fa carne. Vivere l’esperienza della speranza e riproporla nel lavoro di ogni giorno è l’impegno più importante della nostra vita…
Pietro Proietto | Notiziecristiane.com
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