Giudici 4:4,5 “In quel tempo era giudice d’Israele una profetessa, Debora, moglie di Lappidoth. Essa era solita sedere sotto la palma di Debora, fra Ramah e Bethek, nella regione montuosa di Efraim e i figli d’Israele venivano da lei per giudizio”.
Dopo la morte di Eud gli Israeliti caddero nuovamente nell’apostasia tornando a peccare di idolatria. Dio li punì ancora una volta dandoli nelle mani di Sisere, capo dell’esercito di Iabin re di Canaan che regnava in Azor. Questa loro schiavitù durò circa vent’anni durante i quali gli Israeliti si pentirono sinceramente del loro peccato e gridarono invocando l’aiuto del Signore affinché li liberasse dalla loro condizione di schiavitù e dall’oppressione di Iabin.
Fu in questo momento storico così particolarmente difficile che Dio scelse un nuovo liberatore per il suo popolo. Dio scelse come liberatore Debora o Dvora (che significa “ape”), moglie di Lappidoth. Dio aveva scelto una “donna” per liberare il popolo d’Israele dalle mani di Sisera (Giudici 4:14 “Allora Debora disse a Barak: Levati perché questo è il giorno in cui l’Eterno ha dato Sisera nelle tue mani. Non è forse l’Eterno uscito davanti a te? Così Barak scese dal monte Tabor, seguito da diecimila uomini). Comprendiamo adesso il motivo che spinse Dio a scegliere una donna per liberare il suo popolo, dato che alla donna non è data autorità sull’uomo. Analizzando tutti gli elementi storici che le Scritture ci raccontano, possiamo arrivare alla conclusione che il motivo che spinse Dio a fare questa scelta si può spiegare semplicemente in questo modo: “dato che gli Israeliti pur conoscendo la grandezza, la potenza e la misericordia di Dio, continuavano a dimenticare le Sue benedizioni cercando consolazione e aiuto negli idoli e così facevano ciò che è male ai Suoi occhi, Dio scelse una donna per guidare Barak verso la loro liberazione per “umiliarli”.
Debora fu scelta da Dio anche per ricoprire l’incarico di “Giudice” e “Profetessa” per circa quarant’anni. Era una donna di straordinaria “umanità”, “spiritualità”, “coraggio”, “intelligenza”, “devozione”, “audacia”, era dotata di una particolare “saggezza” che Dio le donava con le sue profezie e aveva un’ottima comunione con Dio.
DEBORA È UN GRANDE ESEMPIO DI FEDE!
Esercitava il suo compito di Giudice sotto una palma che si trovava tra Ramah e Bethek, sulle montagne di Efraim e gli Israeliti andavano da lei e le chiedevano consulenza per le vertenze giudiziarie.
Dimostrò di essere all’altezza del compito che le era stato assegnato da Dio, infatti consapevole che essendo donna non poteva comandare l’esercito personalmente (1Timoteo 2:12,13 “Non permetto alla donna di insegnare, ne di usare autorità sull’uomo, ma ordino che stia in silenzio. Infatti è stato formato per primo Adamo e poi Eva”), scelse Barak di Neftali come testa dell’esercito, perché lo giudicava un uomo valoroso e si fidava delle sue capacità. Possiamo, per tutti questi riferimenti storici che abbiamo a disposizione, asserire che durante la battaglia contro Iabin pur essendo Barak la testa, Debora ne fu il corpo.
Inoltre lo stesso Barak riconobbe che in Debora c’era la presenza costante di Dio e la saggezza che proveniva da Lui. La riconobbe come Profetessa, questo è evidente dalle sue stesse parole quando le disse in Giudici 4:8 “Se vieni con me andrò, ma se non vieni con me non andrò”.
Questa vittoria su Iabin ottenuta per mezzo di Debora implica la liberazione degli Israeliti, la sconfitta del re Iabin e la sua morte. La pace tornò a regnare sulla terra di Israele per altri quarant’anni (Giudici 5:5 “Si stemperarono i monti davanti al Signore, Signore del Sinai; davanti al Signore Dio d’Israele”).
Da questa storia possiamo imparare che la nostra FEDE deve essere rivolta solo al Dio Vivente con costanza e perseveranza anche nei momenti più difficili della nostra vita. A Colui che ha potere sulla nostra vita in quanto ne è l’autore, il solo e unico che può ribaltare le nostre situazioni liberandoci e facendoci il dono della sua benedizione e che può donarci la salvezza eterna. Dobbiamo avere la consapevolezza e la certezza che nessun idolo ci può salvare ma che solo Gesù Cristo salva, quindi non cerchiamo niente che sia al di fuori di Lui. Dobbiamo ogni giorno scegliere di seguire l’esempio di Debora nell’avere una profonda e costante comunione con Dio, nell’essere costanti e perseveranti nella nostra “fede” in Lui e nel ricercare la “saggezza” che proviene da Dio e di applicarla nella nostra quotidianità ricoprendo con responsabilità i ruoli e gli incarichi che Dio stesso ci ha affidati sia come ministeri all’interno della sua opera e sia nella società affinché attraverso il nostro comportamento possiamo testimoniare di Lui e essere “luce del mondo e sale della terra”.
A Dio sia la lode, l’onore e la gloria oggi e in eterno.
Luisa Lanzarotta | Notiziecristiane.com
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