Giudici 2:18,19 “Quando l’Eterno suscitava loro dei giudici l’Eterno era con il giudice e li liberava dalla mano dei loro nemici durante tutta la vita del giudice; perché l’Eterno era mosso a compassione dai loro gemiti a motivo di quelli che li opprimevano e li angariavano. Ma quando il giudice moriva, tornavano a corrompersi più dei loro padri, andavano dietro ad altri dèi per servirli e prostrarsi davanti a loro; e non desistevano affatto dalle loro opere e dalla loro via ostinata”.
Dopo la morte di Ehud, gli Israeliti tornarono a fare ciò che è male agli occhi del Signore, cioè caddero nuovamente nell’idolatria. La punizione per la loro infedeltà a Dio fu quella di cadere prigionieri nelle mani di Iabin re di Canaan che regnava in Azar e sotto l’oppressione e gli assalti dei Cananei e dei popoli venuti dal mare, tra i quali i Filistei (Giudici 3:4 “Queste nazioni furono lasciate per mettere con esse alla prova Israele, per sapere se essi avrebbero ubbidito ai comandamenti dell’Eterno, che Egli aveva prescritto ai loro padri per mezzo di Mosè”).
Dopo vent’anni di prigionia gli Israeliti gridarono al Signore per l’oppressione che continuavano a subire, dato il loro pentimento e ravvedimento Dio mandò loro un liberatore Othniel, il primo giudice che liberò Israele (Giudici 3:9 “Poi i figli di Israele gridarono all’Eterno, e l’Eterno suscitò loro un liberatore, Othniel, figlio di Kenaz, fratello minore di Caleb; ed egli li liberò”).
I “giudici” erano persone scelte da Dio per compiere una “missione di salvezza”, essi divennero liberatori e guide sicure per il proprio popolo nel momento in cui si pentirono sinceramente dal loro peccato di apostasia.
In quel tempo era giudice di Israele una profetessa Debora, moglie di Lappidoth ed esercitava il suo compito di giudice sotto una palma che si trovava tra Ramah e Bethel sulle montagne di Efraim e gli Israeliti andavano da lei per le vertenze giudiziarie. Era anche una profetessa, Debora poteva parlare per Dio.
Debora fu un’eccezione per due motivi: primo era una donna con una certa posizione e secondo si trovò coinvolta a guidare il suo popolo in battaglia (Giudici 4:9 “Ella disse: Certamente verrò con te; tuttavia nel viaggio che stai intraprendendo non conseguirai per te gloria alcuna, perché l’Eterno consegnerà Sisera nelle mani di una donna”).
Debora convocò Barak ordinandogli di radunare un’armata raccolta dalle tribù di Neftali e delle tribù di Zabulon per vincere i Cananei di Sisara personalmente; Dio aveva scelto una donna nel suo piano di liberazione per il popolo di Israele, per conseguire la vittoria che implicava la sconfitta totale del re cananeo Iabin e la sua morte. Debora svolse il ruolo chiave nell’azione militare. Dopo di ché, la pace regnò per quarant’anni nella terra di Israele (Giudici 5:5 “Si stemperarono i monti davanti al Signore, Signore del Sinai, davanti al Signore, Dio d’Israele”).
La sapienza di Debora la si può notare nelle sue azioni, nel suo stile come guida e nell’allegro inno che lei scrisse con Barak dopo la vittoria di Dio (Giudici 5:2 “Poiché i capi hanno preso il comando in Israele, poiché il popolo si è offerto spontaneamente, benedite l’Eterno”; Giudici 5:31 “Così periscano tutti i tuoi nemici, o Eterno! Ma quelli che amano l’Eterno siano come il sole, quando si leva in tutta la sua forza!. Poi il paese ebbe riposo per quarant’anni”).
Luisa Lanzarotta | notiziecristiane.com
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