Milano – “La scelta del Parlamento di rinviare l’approvazione, del ddl Zan, non è sufficiente. Il testo venga ritirato, in quanto limita la libertà di espressione garantita dall’articolo 19 della Costituzione, contrasta con la sana ragione umana, discrimina oltre tre milioni di italiani e coloro che abbracciano la fede cristiana. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenga per evitare un colpo di stato di lobby minoritarie portatrici di interessi contrari alla collettività. Le tutele in vigore, nei confronti delle persone con differenti tendenze sessuali, sono infatti già più che sufficienti”. Lo dichiara, in una nota, Adriano Crepaldi, presidente di Azione Cristiana Evangelica, associazione radicata in 15 regioni italiane, 25 province e che collabora con Giorgia Meloni.
Passando ad un giudizio complessivo del ddl Zan che – alla luce di quanto detto – può essere considerato un progetto legislativo non semplicemente cattivo, ma proprio pessimo. Esso, infatti, concorre a infliggere un colpo morale alla famiglia. Lo si può affermare considerando il clima intimidatorio che, in conseguenza di questo ddl, verrebbe ad instaurarsi, con i pro family che si troverebbero ad agire con la spada di Damocle della minaccia penale, nell’impossibilità pertanto di promuovere una cultura della famiglia degna di questo nome.
O forse si può parlare di cultura della famiglia senza richiamare una cultura del matrimonio basato sulla «transfobica» differenza sessuale tra uomo e donna? E una cultura della famiglia senza un «omofobico» richiamo al diritto di ogni bambino ad avere un padre ed una madre: come sarebbe possibile? Non lo sarebbe, semplicemente. Ne consegue come l’urgenza di contrastare il ddl Zan-Scalfarotto non derivi da ragioni particolari o care solamente al mondo cattolico, come magari potrebbe sembrare. No: l’urgenza di fermare questa legge deriva dalla necessità di salvaguardare la libertà, i diritti fondamentali dei bambini e quella cultura della famiglia rimossa la quale la civiltà occidentale, come ogni civiltà, è destinata ad inabissarsi.
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