Non so se questo titolo potrà stupire qualcuno. Il mio intento non è quello di stupire, così come non è quello di piacere agli uomini. Sento il dovere davanti a Dio di esprimere una “mia” opinione, così come la traggo (e la porgo, a qualsiasi serio cercatore della verità) dalla fonte delle Sacre Scritture della Bibbia.
Nella Bibbia infatti chiunque può leggere che:
- Dio non fa parzialità o distinzioni fra le persone (Atti 10: 34);
- Il capo della chiesa è Cristo (Colossesi 1: 18).
Il dovere di chiunque tema Iddio e voglia rispettare i sacri principi espressi nella Bibbia penso sia quello di avvisare le persone che non conoscono la rivelazione della Parola di Dio del fatto che la moda di onorare (per non dire venerare od ossequiare oltremodo) i cosiddetti “leaders religiosi” davanti a Dio è fuori luogo ed errato.
Se questo discorso stupisce qualcuno, credo che questo qualcuno sia appunto una persona che non ha dimestichezza con la Parola di Dio, qualcuno che mischia le cose degli uomini con quelle di Dio, confondendo i due piani e le due realtà.
Dinanzi a Dio ogni uomo non è né più né meno che una sua creatura.
Nel mondo degli uomini questi usano ricercare prestigi e poteri, tentando di ergersi al di sopra degli altri. Ma dinanzi a Dio, che è al di sopra di tutti (gli uomini), nessuno può ergersi affatto! Infatti la Parola di Dio manifestamente dichiara che:
- “Chi si innalza sarà abbassato (Matteo 23: 12).
Secondo la parola di Dio non è affatto vero che i cosiddetti leaders religiosi siano o possano fare da mediatori tra noi (uomini) e Dio (v. 1 Timoteo 2: 5).
Per coloro che esaminano con sincerità le Scritture, per attingere da esse il messaggio di Dio direttamente per loro, diviene chiara la realtà per cui Dio intende avere un rapporto diretto e personale con qualsiasi uomo.
A tal proposito basterebbe leggere il resoconto del capitolo 4 del vangelo di Giovanni, per vedere che il Signore Gesù ebbe direttamente a che fare con una donna e che da quel rapporto diretto con lui ella scoprì la rivelazione (personale) del Messia. Altrettanto personale fu la rivelazione che in seguito i compaesani di quella donna (di Samaria) ebbero del Cristo, riguardo alla realtà (sperimentata da essi personalmente – per mezzo di un rapporto diretto con Lui -) che egli fosse il Salvatore del mondo e, dunque, anche di loro. [1]
Queste brevi considerazioni spero possano portare coloro che non hanno ancora sperimentato un rapporto personale e diretto con Dio ad intravedere la portata della rivelazione che esse possono avere per loro, visto che se altri individui hanno avuto una chiara e diretta rivelazione divina di chi fosse il Signore Gesù nelle e per le loro vite anche costoro potrebbero – come quelli – ricevere un’altrettanto personale e diretta rivelazione di Lui.
Credere che vi siano dei “leaders” ai quali le persone, le genti e i popoli debbano rivolgersi, pensando di poter avere per mezzo di essi un rapporto con Dio, equivale a delegare la ricerca (personale) di Dio! Ovviamente chi delega la propria ricerca di Dio ad altri non potrà essere partecipe del godimento delle promessa divina che dice (a chi vi crede e si adopera per realizzarla):
“Chi cerca trova” (Matteo 7: 8)!
Per questo “probabilmente” molti non trovano Dio o lo cercano invano, delegando ad altri tale ricerca.
A conferma del fatto che Dio non segue la moda degli uomini, che cercano la propria gloria personale inventandosi dei ruoli di preminenza e di distinzione in mezzo ai propri simili – con l’attribuirsi prerogative che Dio non ha mai loro né concesso né permesso (stando alle indicazioni della Sua Parola) -, ecco degli ulteriori passaggi biblici che condannano tale moda e pratica umana (consistente nell’esaltare alcuni a dispetto di altri):
- “E Gesù, chiamabili a sé, (i discepoli) disse loro: “Voi sapete che i sovrani delle nazioni le signoreggiano e che i grandi esercitano il potere su di esse, ma tra voi non sarà così; anzi, chiunque tra di voi vorrà diventare grande sia vostro servo; e chiunque tra di voi vorrà essere primo sia vostro servo” (Matteo 20: 25, 26);
- “Ma voi non fatevi chiamare maestro, perché uno solo è i vostro maestro, il Cristo; e voi siete tutti fratelli. E non chiamate alcuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è vostro Padre, colui che è nei cieli. Né fatevi chiamare guida, perché uno solo è la vostra guida, il Cristo (Matteo 23: 8 – 10)
Spero che queste brevi considerazioni tratte ed ispirate dalla Parola di Dio possano rivelarsi illuminanti per coloro che fino ad ora forse erano ingannati dal pensiero che davanti a Dio vi fossero delle preferenze tra gli uomini.
Dio vuole che “Tutti gli uomini siano illuminati (dalla Sua Parola) e vengano alla conoscenza della Verità” (1 Timoteo 2: 4).
Il Signore per mezzo della sua Parola dice che Egli vuole che possiamo uscire dai tempi dell’ignoranza (delle cose di Dio, mascherate dalle cose degli uomini – ovvero dalle loro usanze e costumi -), per comprendere che il Regno di Dio non funziona come quello degli uomini, dove ognuno cerca la propria gloria, mentre nessuno conosce la vera e la sola Gloria che pro-viene da Dio!
Spero non di essere piaciuto a qualcuno, ma di aver aiutato qualcuno a cambiare visione circa le cose spirituali, che sono diverse da quelle umane.
Spero che le considerazioni qui riportate stimolino i sinceri cercatori della verità a rivedere e a riconsiderare le proprie idee riguardo all’argomento qui proposto: il fatto, cioè, che davanti a Dio non vi sono né differenze né particolarità tra gli uomini, poiché, in qualunque nazione, chiunque lo teme e opera giustamente gli è gradito” (Atti 10: 34).
Non delegare a nessuno quello che deve essere il tuo personale rapporto con Dio.
[1] Giovanni 4: 1 – 42
Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com
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