Mi chiamo Vittorio ho 58 anni e desidero raccontarvi ciò che Dio ha fatto per me.
Sono nato e cresciuto a Napoli in una modesta famiglia di sani principi. Fin da bambino mi sono dato da fare per contribuire ai bisogni finanziari della mia famiglia.
Questo mio senso di responsabilità mi ha sempre distinto dai miei fratelli a tal punto che i miei si occupavano sempre meno di me e molto di più dei mie fratelli.
Ciò ha creato in me un certo malessere; a volte non mi sentivo né amato né apprezzato.
All’età di 15 anni mi sono buttato nei più svariati divertimenti offerti dalla società, quali discoteca, fumo, alcol, concerti, cinema, tutto ciò che riusciva a svagarmi ma senza trovare alcun appagamento.
Più crescevo e più dentro di me aumentava un vuoto che non riuscivo a colmare, così cominciai a sentire il bisogno di credere in qualcosa.
Ho iniziato ad aggrapparmi alle varie religioni, tipo taoismo, buddismo, filosofia zen, cattolicesimo, e altro, addirittura anche allo spiritismo ma tutto questo non dava soddisfazione alla mia anima, così ho pensato che non vi fosse niente all’infuori del mio IO di cui andavo fiero, perciò un giorno ho smesso di cercare definendomi Ateo.
Verso gli anni ottanta ho conosciuto una ragazza che nell’ottantatré è diventata mia moglie.
Andammo ad abitare nella periferia di Napoli, in un palazzo dove abitava una signora che credeva fortemente in Dio attirando l’interesse di mia moglie.
Nell’ottantaquattro nacque la mia prima figlia. Nel frattempo mia moglie, incoraggiata dalla vicina di casa aveva iniziato, con mio disappunto, a frequentare la chiesa Evangelica.
Io fiero del mio ateismo, continuavo a consumare la mia vita per il lavoro e per ciò che credevo rendermi felice, ma di lì a poco tutte le mie sicurezze crollarono e pure la stabilità economica venne meno. Fummo costretti ad andare a vivere con mia suocera iniziando così una periodo molto triste per me; il mio io iniziava a vacillare, non avevo la dignità di un lavoro che mi permettesse di far vivere tranquillamente la mia famiglia, eravamo costretti ad andare avanti di stenti ma nonostante ciò in mia moglie vedevo sempre un senso di pace e tranquillità.
Dopo quattro anni nacquero due gemelli di cui uno affetto da tetra paresi spastica e con ritardo motorio. Questo fatto contribuì ad incrinare ancora di più una situazione già molto precaria. Tale condizione mi portò a colpevolizzare mia moglie affermando che il suo Dio non aveva fatto niente per guarire nostro figlio e farlo stare bene, ma lei nonostante i problemi e le accuse, confidava sempre nel suo Signore, aumentando la mia rabbia e il mio malessere interiore.
Nel novantatré la crisi lavorativa si fece sempre più forte da non riuscire più a guadagnare nemmeno del necessario per andare avanti e curare mio figlio.
Ero disperato a tal punto da pensare di entrare in affari loschi o addirittura da togliermi la vita.
Mia moglie mi diceva sempre che esisteva un Dio al di sopra di tutto, e mi invitava a pregare il Signore dicendomi che avrebbe provveduto alle mie necessità, allora decisi di sfidare questo Dio sconosciuto: il Dio di mia moglie. Ho pregato a mio modo sfidandolo, dicendo:” se Tu ci sei veramente ed esisti come dicono, allora provvedi per me, dandomi una nuova vita, un lavoro, una situazione economica degna di un vero uomo ed io ti darò il mio cuore”, ma pensando a tutto questo mi veniva da ridere perché dicevo: “tanto non esiste alcun Dio e solo un’illusione dell’uomo”.
Passò poco più di una settimana dalla preghiera che avevo fatto, e venne un amico che lavorava ad Arezzo e mi disse: “guarda Vittorio ad Arezzo c’è lavoro, tu che hai tre figli hai una buona possibilità”.
Parlai di ciò a mia moglie che mi disse di non ti preoccuparmi che tanto avevamo un Dio grande, che provvedeva a tutto, così decisi di iscrivermi al centro impiego di Arezzo.
Nel giorno che sono andato, l’impiegato mi disse che in quell’anno non era possibile inserirmi nella graduatoria dei disoccupati e se ne parlava l’anno dopo, ma non passò nemmeno un mese che mi chiamarono per un concorso nel ministero di Giustizia.
Mia moglie mi disse di confidare nel Signore come avevo promesso in preghiera.
Feci il concorso e lo vinsi, e con tutta questa euforia dimenticai la promessa che feci al Signore di dare il mio cuore a Lui.
Passò ancora del tempo, mesi, e il Ministero di Giustizia non mi chiamava per l’assunzione.
Dopo vari tentativi di un contatto con il Ministero, e parlando con l’ufficio preposto, mi avvertirono che avevo perso il lavoro perché, per motivi che non compresi bene, si erano chiuse tutte le assunzioni per quel concorso.
Ero distrutto da quella notizia, vidi la mia vita finita; davanti ai miei occhi avevo solo fallimenti, ma pure una famiglia da mantenere, non mi sentivo più un uomo.
La mia mente nutriva un forte desiderio di suicidio.
A che serviva vivere se non riuscivo nemmeno ad avere una famiglia normale? In più pensare che avevo un figlio che urgeva di cure ed io non potevo fare niente per lui.
Iniziai ad avere malesseri fisici dovuti alla mia disperazione, la mia mente vagava nel nulla, sembravo un tossicodipendente.
Un giorno mia moglie mi disse che tutto ciò era perché ero venuto meno alla mia promessa fatta al Signore, facendomi notare che dovevo confidare in Dio in ogni situazione.
Ricercai un’altra volta quel Dio a cui avevo fatto quella promessa di dargli il mio cuore; mi inginocchiai pregando tutti i giorni con vera umiltà di cuore, ed in quel tempo si realizzò il miracolo. Di li a poco mi chiamarono confermandomi l’assunzione per il lavoro per cui avevo fatto il concorso.
I miei occhi iniziarono a brillare di una speranza che solo con Dio si può avere. Lui il Dio dei Miracoli, Colui che aveva saputo ridarmi ciò che avevo perso.
Da quel momento ho iniziato a rendermi conto che dovevo fidarmi solo di Dio.
Egli aveva colmato il vuoto che era dentro di me, finalmente non mi sentivo più solo, qualcuno c’era che provvedeva a me, non solo economicamente, ma sopperiva anche alla mancanza di quelle carezze che non mi sono state mai date dai miei genitori.
Da allora la mia vita è cambiata. Ho affidato tutto al mio Dio.
Ora anch’io posso dire di avere il “mio Dio”, il Dio che ha provveduto al mio lavoro, che mia ha ridato quella forza che non avevo più, che ha rimesso pace nella mia via, ma la cosa più importante è che Egli mia ha donato la salvezza della mia anima.
Da quando ho creduto e accolto Gesù nel mio cuore, sono un’altra persona in quanto Gesù è morto per me sulla croce, liberandomi da ogni peccato, e donandomi la vita eterna.
Quel Sangue che è stato sparso sulla croce ha purificato il mio cuore e la mia anima, ridandomi quella dignità che avevo perso come uomo.
Ora so che il Dio dell’universo esiste e possiamo fidarci di Lui in quanto Egli sa provvedere ad ogni nostro bisogno spirituale e materiale. La Bibbia, in particolare il Salmo 37:4 dice: “Trova la tua gioia nel Signore ed Egli appagherà i desideri del tuo cuore”; ora posso dire con certezza che ho trovato la mia gioia nel Signore ed Egli a soddisfatto tutti i miei desideri, ma la cosa più grande è che Dio esiste ed è entrato nel mio cuore rendendomi felice e dandomi il privilegio di appartenergli, privilegio che tutti possono avere aprendo il proprio cuore a Gesù.
Se anche tu sei alla ricerca di un qualcosa che appaghi la tua vita, rivolgiti con fede a Gesù, ed Egli farà anche in te un’opera meravigliosa.
Dio ti benedica.
Arezzo 25/12/2015
Vittorio Bocchetti
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